martedì 28 febbraio 2012

Intervista prima di un'esibizione nel tour di Odyssey 1989

Incontrare Yngwie per la prima volta è un'esperienza interessante, anche se leggermente preoccupante; è un uomo imponente, alto, ben fatto, gentile fino ad un certo punto... è una persona che eventualmente sembra nutrire simpatia per la tua conversazione e che mostra una solida conoscenza dell'inglese. Oltre a questo, comunque, Yngwie appare alquanto riservato, cauto e anche imprevedibile. Ci incontriamo prima dello show, nel backstage, in un piccolo camerino arredato con un divano, un amplificatore, una chitarra per allenarsi e un tavolo colmo di cibi e bevande a cui Yngwie 'attinge' dall'inizio alla fine dell'intervista. Ho parlato dell'imprevedibiltà, non è vero? Bene, perché durante l'intervista è scattato in piedi due volte, dapprima scagliando attraverso la stanza una lattina vuota e poi spargendo per il camerino un pacchetto di M&Ms! Leggermente innervosito, devo ammettere che mi ha indotto ad iniziare l'intervista con una domanda facile e alquanto retorica...


- COM' E' ANDATO IL TOUR?

E' stato eccezionalmente di successo; abbiamo avuto il tutto esaurito quasi ad ogni concerto. Pensavo che il tour mondiale andasse bene, ma non così bene... c'è un feeling magnifico. E' stata davvero una 'passeggiata' molto tranquilla e spero che il tour nel resto dell'Europa vada così bene. Dovunque è stato grande, davvero, benché io pensi che i 2 concerti migliori siano stati nel Galles e a Manchester. Sfortunatamente non abbiamo potuto suonare in Scozia; mi sarebbe piaciuto, ma non abbiamo potuto perché avevamo un programma di date serrato e non c'era nessuno spazio disponibile. Sono stato davvero soddisfatto che tutte le nostre songs siano state bene accolte, non solo quelle tratte da "Odyssey", ma anche quelle dei miei precedenti albums. Mi ha soddisfatto anche la positiva accoglienza riservata agli strumentali... è bello sentire la musica stando in piedi, sai? Complessivamente, comunque, ho scoperto che siamo molto più popolari di quello che pensassi; lo so, l'ammontare delle vendite dell'album non è sbalorditivo, ma è definitivamente adeguato. L'unica nazione di cui sono stato scontento sono gli Stati Uniti, dove siamo stati gli headliners ma il più delle volte siamo riusciti ad attirare solo i 3 / 4 del pubblico. Sai, c'erano davvero troppe bands in giro per i tours.

- PENSI CHE QUANDO LA GENTE VIENE AD UN CONCERTO DI YNGWIE, VIENE PER AMMIRARTI COME CHITARRISTA O PER L'INTERO SHOW (LE LUCI, LO SPETTACOLO, L'ATMOSFERA... )?

E' una buona domanda e ritengo che sia un mix di ambedue le cose. Certamente penso che molti vengano per vedermi suonare... li 'sento' mentre guardano le mie dita e tengono le note, lo sai? Ma, ovviamente, ci sono altri - un po' meno, forse - che vengono per l'intero aspetto visivo dello show e della musica di tutta la band. Trovo che sia difficile descrivere la mia musica a parole, ma posso dire che c'è un tema, una linea comune che la percorre e che è sempre melodica. Per questo, penso che la melodia non sia inutile, ma piacevole. E' una musica heavy con influenze classiche, potente e orientata al virtuosismo: questo è tutto! Dal vivo c'è anche un senso di libertà e spontaneità, fatto molto importante...

- QUI PARLI DI SPONTANEITA', MA PER UNO CHE HA AMMESSO DI PERSEGUIRE LA PERFEZIONE QUANTO RISULTA FRUSTRANTE SUONARE DAL VIVO DOVE OGNUNO, TE COMPRESO, FA ERRORI?

Ah! Bene, io sono un po' perfezionista, ma bisogna suonare con feeling e bisogna lasciare che questo scorra - non è bello essere come un fottuto dattilografo! Quando uno corre di qua e di là - cosa che io faccio - pensa solo a lasciar cadere le note... io allestisco un show serio, corro dappertutto e penso che ne valga la pena. Se vuoi che io sia perfetto, allora puoi ascoltare il mio fottuto album! In studio tendo ad improvvisare, gli assoli sono incisi alla prima ripresa e poi boom!... sono al di fuori delle categorie. Certamente non sono perfetto, ma ci sto provando!

- IL TERMINE "PURISTA" SEMBRA UNA PAROLA MOLTO ALLA MODA IN QUESTO MOMENTO... TU LO SEI?

Sì, penso di esserlo, ma non sono eccessivamente rigoroso. Voglio fare le cose a modo mio, certo, ma ascolto anche altri stili... lo sai. Sai quella gente che ha... come si dice?... i paraocchi...

- UNA VISIONE RISTRETTA?

E' questo, penso che abbiano un punto di vista sbagliato e che siano anche nocivi per la musica, non sono utili a nessuno. Se alcuni vogliono essere così pretenziosi da definirsi puristi, allora riguardo a me stesso va bene... ma io sono un purista solo in questo: non intraprendo nessuna di quella falsa merda, voglio il meglio... come quest'orologio, ad esempio, se non è il migliore non lo voglio. In questo senso penso di essere un purista.

- CHE TIPO DI ATTREZZATURA STAI USANDO ORA?

Ovviamemte le mie chitarre sono Fender Stratocaster e, al momento, penso di averne 65. Uso 24 testate Marshall da 50 watt e 27 casse Marshall 4 x 12. Nessuno sembra più fare questo, cioè usare una grande backline Marshall... un vero peccato perché penso che sia fantastico! Come effetti, ho una coppia di echo units e una Gibson acustica. Per quanto riguarda le mie chitarre preferite, sono due: la Stratocaster Candy-apple Red del 1959 e quella color crema del 1969 che è sulla copertina del mio primo album.


- GLI ALTRI TRE METAL MAGAZINES INGLESI - DI CUI, AL MOMENTO, NON RICORDO I NOMI - HANNO TUTTI FATTO LE LORO INTERVISTE PRIMA DEL TOUR E SONO SEMBRATI CONCENTRARSI PIU' SULLA TUA PERSONALITA' CHE SULLA TUA BRAVURA COME CHITARRISTA: QUESTO T'INFASTIDISCE?

In un certo senso, sì; poi, è radicato piuttosto profondamente il preconcetto che io sia un 'egoista' e un 'miserabile bastardo'... fortunatamente, tutto questo genere di roba sta svanendo. Ma, in questo momento, sento che la stampa ha detto certamente molte cose positive che producono un piacevole cambiamento. A questo punto, devi tenerti lontano non solo dal criticismo, ma anche dall'eccessivo encomio. Quindi, penso che quando ti danno dell'idiota devi ignorarlo e quando ti definiscono un dio devi ignorare anche questo! Continuare a vedere le cose nella giusta prospettiva è importantissimo. In linea di massima, le interviste mi piacciono perché fanno parte di una sfida: cercare di volgerle a mio vantaggio. Comunque, quando sei in un promo-tour in Giappone o in qualche altro posto e devi fare 15 interviste al giorno, alla fine sei completamente a pezzi!

- SIAMO GIUNTI ALLA FINE... PARLAMI DEI TUOI PIANI - A LUNGO E A BREVE TERMINE - PER IL 1989 E OLTRE.

Allora, dopo il tour europeo trascorrerò il Natale a casa mia, in Svezia; poi, c'è la possibilità di suonare in Russia, dato che mio padre mi ha detto che là, questa settimana, siamo i primi in classifica... non è grandioso? Dopo questo, se mi sarà possibile, mi sistemerò e mi comprerò una casa, poi scriverò nuove songs, le inciderò e andrò di nuovo in tour. Questo per il lungo termine: album, tour, album... del resto, cos'altro c'è? Oltre alle interviste, c'è questo!

- E LE AMBIZIONI?

Beh, mi piacerebbero una famiglia, dei bambini, una Ferrari Testa Rossa... e forse mi piacerebbe imparare a volare...

- DA SOLO O SU UN AEREO?

Ma su un aereo, spiritoso!!

Intervista del 1999

Intervista di Fulvio Trinca



- CIAO YNGWIE, TI RICORDI DI ME ? LO SCORSO ANNO, PRIMA DEL CONCERTO DI BIELLA, TI AVEVO FATTO AVERE DUE BOTTIGLIE DI BRUNELLO...

(Momento di panico) Ahh... sì, sì ! Mi ricordo. Davvero buono, ma fortunatamente ho smesso di bere. Sai, in questo periodo sono occupatissimo: sto rilasciando centinaia di interviste e provando praticamente ogni giorno in vista del prossimo tour che si preannuncia molto lungo ed intenso. In pratica, da "Facing The Animal" in poi non mi sono fermato una settimana, sempre impegnato fra studio, questioni manageriali - adesso curate da April (sua moglie, nda) - e il tour. Comunque, sto attraversando un periodo molto positivo, mi sto togliendo delle soddisfazioni enormi e di conseguenza il mio umore è decisamente alto.

- SAI UNA COSA ? DOPO UNA CARRIERA COSI' LUNGA NON CREDEVO TU AVESSI LA NECESSITA' DI PROVARE PRIMA DI UN TOUR...

Hai ragione ed infatti potrei tranquillamente farne a meno... Sai, trovo estremamente noioso rinchiudermi in uno studio a suonare la chitarra, preferisco farlo di fronte ad una marea di fans agitati. Resta il fatto che le prove sono necessarie in quanto suono assieme ad altri musicisti e siccome la formazione non è mai la stessa, c'è la necessità di trovare la giusta alchimia, l'affiatamento indispensabile per far capire agli altri come ci si deve muovere sul palco.

- A COSA SI DEVE LA VELATA ATMOSFERA DARK CHE PERVADE IL TUO NUOVO DISCO ? TI SENTI PER CASO TRISTE E MALINCONICO ?

Assolutamente no ! Era da tantissimo tempo che non mi sentivo felice e sereno come questi ultimi due anni. La componente dark che caratterizza "Alchemy" è un fattore strettamente artistico, riguarda la sola sfera compositiva e non ha niente a che vedere con quella che è la mia vita di tutti i giorni. Anzi, da quando sto con April e abbiamo avuto il nostro primo figlio, Antonio, sono entrato nella fase più positiva della mia vita. Credo che sarebbe stato troppo facile e scontato riversare questa attitudine positiva nelle mie composizioni ed è per questo che ho preferito perseguire un risultato che fosse per me, in quel momento, non facile da raggiungere. Una sorta di sfida nei confronti del mio 'io' più positivo.

- LA FORMAZIONE CHE HA SUONATO ''ALCHEMY'' COMPRENDE UN NUOVO BATTERISTA, OLTRE AI TUOI VECCHI COMPAGNI DI STRADA BARRY DUNAWAY E MATS OLAUSSON. QUALI CRITERI DI SELEZIONE HAI SEGUITO STAVOLTA ?

Le solite cose, ho parlato con un po' di gente, ho fatto sentire loro il materiale e bla bla bla…In ogni caso, non avevo una gran voglia di suonare con gente che mi conosceva poco, cercavo musicisti pronti a recepire al volo tutto ciò che desideravo da loro. E devo dire che, alla fine, tutto quello che ho chiesto mi è stato dato. Ad ogni modo, come altre volte in passato, non è detto che la line up del disco sarà la stessa che mi accompagnerà per il tour. Vedremo e valuteremo con attenzione prima di partire coi concerti. In occasione dell'ultimo tour, quello di "Facing The Animal", credo che la mia band avesse rilasciato un'ottima impressione dal vivo e voglio che quest'impressione sia altrettanto positiva anche durante i concerti di supporto ad "Alchemy".

- DOPO AVER AVUTO AL TUO FIANCO MOLTISSIMI SINGER, TRA I QUALI LEVEN E VESCERA, COME HAI DECISO DI RIPESCARE QUEL MARK BOALS CHE GIA' TI AVEVA ACCOMPAGNATO IN OCCASIONE DI ''TRILOGY'' E DI ''INSPIRATION'' ?

Semplicemente perché il materiale che avevo messo insieme necessitava di linee vocali molte alte e Boals mi è sembrato l'uomo giusto per assolvere al meglio questo compito. Mark è preparato, esperto e non ha faticato molto a capire ciò che volevo da lui. Sì, Boals mi accompagnerà sicuramente anche in tournée.

- PER ''ALCHEMY'' HAI RISPOLVERATO LA DICITURA 'MALMSTEEN - RISING FORCE' IN SOSTITUZIONE DEL PIU' CLASSICO 'YNGWIE J. MALMSTEEN'. PERCHE' LO HAI FATTO, VISTO CHE ALLA FINE SI TRATTA PUR SEMPRE DI ALBUM SOLISTI ?

Hai ragione, si tratta pur sempre di album solisti… sai, com'è giusto per differenziare un po'. Tra l'altro in Svezia, che rimane comunque la mia patria, usano molto identificare il mio nome con quello dei Rising Force, ecco spiegato il perché, talvolta, opto per questa scelta. Tu sai bene che tutte le musiche e tutte le liriche sono scritte interamente dal sottoscritto perciò trovo lecito che sia io a decidere cosa fare e non fare, cosa scrivere e non scrivere, al di là della formazione che mi accompagna al momento. (Beh, il solito Malmsteen, nda).

- YNGWIE, QUANTO TI MANCA LA TUA SVEZIA, CONSIDERANDO CHE RISIEDI ORAMI DA PARECCHIO TEMPO IN FLORIDA ?

No, non soffro di nostalgia, se è questo che intendi dire. Se da quindici anni vivo negli States, significa che qua mi trovo bene, mi sento completamente a mio agio. Certo, in Svezia ho ancora una famiglia ed è per questo che durante le festività o il Natale mi faccio delle grandi rimpatriate, ma per il resto posso considerarmi americano al 100 %. No, non credo che potrei tornare indietro, ormai le abitudini e lo stile di vita sono quelle di un qualsiasi cittadino americano. Ciò non toglie, però, che dentro al mio cuore continui a vivere una parte di Svezia e di Europa…una parte molto influente visto che in Europa sono nati e vissuti i più grandi compositori di musica classica.

- IL TUO ALBUM DI CLASSICA, ''CONCERTO SUITE'', UNA VOLTA TANTO HA MESSO D'ACCORDO CRITICA E FANS.

Sì, hai ragione, "Concerto Suite" è stato un vero capolavoro (alla faccia, nda). Mi sono messo sullo stesso piano dei più grandi compositori di musica classica proprio con l'intenzione di scrivere e suonare musica di grande qualità. Non è vero che il periodo d'oro della classica sia finito, anche oggi ci sono al mondo tanti buoni compositori e quando avrò il tempo di preparare il tour per il ''Concerto Suite'', tanta gente mi vedrà all'opera con un'intera orchestra e capirà l'importanza di questa musica.

- TORNANDO AD ''ALCHEMY'', CI HAI PARLATO DELLA MUSICA, MA COSA PUOI DIRCI DEI TESTI CHE PAIONO ANCH'ESSI UN POCO OSCURI ?

Beh, anche i testi hanno avuto la loro importanza e si sono sviluppati seguendo idee precise. Oh, aspetta un attimo che c'è mio figlio che piange…(più che piangere il piccolo Antonio sta strillando come un dannato dall'altra parte del telefono, nda). Desideravo descrivere percezioni oscure, parlare di alieni e di mostri. Ed è esattamente quello che ho fatto, anche se talvolta mi sono trovato a confrontarmi su cose in cui credo ed su altre cui non credo. Se non mi fossi sentito in uno stato d'animo così particolare e positivo, non credo che sarei riuscito a parlare tanto facilmente di certe cose.

- HO VISTO CHE NELL'EDIZIONE GIAPPONESE DI ''ALCHEMY'' SONO STATE INSERITE DUE BONUS TRACKS. FRANCAMENTE, NON HO MAI CAPITO QUESTA POLITICA A FAVORE DEL MERCATO GIAPPONESE…

E' solo business, nient'altro che business. Sai, il mercato giapponese è molto particolare, là è difficile far uscire i dischi e soprattutto trovare delle buone distribuzioni, soprattutto adesso che le leggi permettono un import sui prodotti esteri assai limitato. Così una o due bonus track riescono spesso a migliorare la situazione quando cerchi dei nuovi contratti di produzione e distribuzione. Dolcezza, (mamma mia, se è di buon umore oggi, nda) questo si chiama music business. Comunque, non ti preoccupare, anche voi in Europa avrete la possibilità di ascoltare quelle bonus track. E' roba rap comunque…ma no, scherzo !!!

- YNGWIE, PROVA A RICORDARE QUALI SONO STATI I MOMENTI PIU' ESALTANTI DELLA TUA LUNGA CARRIERA DALL' 84 AD OGGI…

Wow, che domanda. Potremmo fare un'intervista solo su questo. Dall'84 ad oggi, tante cose sono cambiate radicalmente, soprattutto per quanto riguarda la mia vita privata e familiare. Dal lato musicale, invece, ho assistito al proliferare di decine di trends, di fenomeni da baraccone creati dai media e quindi destinati ad esplodere e a morire nell'arco di poco tempo. Al contrario, la mia proposta è rimasta artisticamente integra e sincera. Potremo anche parlare dei tanti personaggi che mi hanno accompagnato - nel bene e nel male - in questi lunghi anni, di persone meravigliose come Cozy Powell che hanno lasciato un vuoto incolmabile. Ma potrei parlarti anche della mia splendida famiglia o dell'energia che sto mettendo in tutto quello che faccio… Ho girato parecchio negli ultimi quindici anni e ho vissuto anche momenti di assoluto sconforto, ma proprio per questo oggi mi godo quello che è il periodo migliore di tutta la mia vita.

- SO CHE NON AMI PARLARE DELLA SCENA METAL IN QUANTO TALE, MA IO VORREI CONOSCERE UGUALMENTE LA TUA OPINIONE SU TUTTO CIO' CHE E' SUCCESSO NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI…

E la mia risposta è sempre la stessa. Non m'importa nulla della scena metal o più genericamente di quella rock degli ultimi quindici anni. A me interessa solo la mia musica perché - francamente - tutto il resto è fottutamente legato alle mode imposte dal music business televisivo. Credo di aver dimostrato coi fatti la mia totale estraneità da questo modo di concepire la musica, di conseguenza non chiedetemi nulla della scena metal perché semplicemente non m'interessa. Avrebbe più senso parlare di singoli musicisti che negli ultimi quindici anni si sono contraddistinti anche nel campo dell'heavy metal o del rock.

- OKAY, LASCIAMO PERDERE E PASSIAMO AD ALTRO…DI COSA TI OCCUPI NEL TUO TEMPO LIBERO ?

Quale tempo libero ? Quasi tutto il mio tempo è assorbito dall'attività musicale. O sono in studio o sono in tour oppure trascorro il tempo con la mia famiglia. Ho qualche hobby storico, diciamo, come la mia collezione di Ferrari. Non disdegno anche qualche buona lettura, soprattutto quelle legate alla vita dei grandi compositori.

- E DEI TUOI CORSI DI CHITARRA COSA NE E' STATO ?

Ho appena ultimato le registrazioni per un secondo corso di chitarra in videocassetta. Si tratta di un prodotto interessante e ben realizzato, con un grado di difficoltà superiore al primo corso ma che permette a chi lo segue di esercitarsi con calma per raggiungere determinati risultati.

- YNGWIE, UN' ULTIMA DOMANDA: INDIRIZZERAI TUO FIGLIO VERSO LA CARRIERA DI MUSICISTA ?

Mmhhh…. Solo nel caso lui sia d'accordo. Comunque, ho la netta sensazione che Antonio diventerà un grande musicista !!!

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Intervista durante il tour 1998

Mattia Fontana & Fulvio Trinca



L'incontro con Yngwie era inizialmente fissato per le 16 ma per problemi di "sonno" è stato rimandato alle 17. Alle 19.15 (!) siamo finalmente riusciti a parlare con il genio svedese, e, anche se per problemi di tempo l'intervista non è stata lunga quanto volevamo, Malmsteen si è dimostrato gentile e disponibile a rispondere a tutte le nostre domande. Entrati nel camerino, veniamo accolti dal manager, che se ne andrà subito, e da April, la bellissima compagna del chitarrista, che resterà con noi per tutta la durata dell'intervista. Regaliamo ad Yngwie due bottiglie di Brunello che ci eravamo portati da casa e lui, ovviamente, si dimostra molto soddisfatto. A questo punto succede qualcosa di strano: il manager porta via le bottiglie, April intima ad Yngwie: "Non dire che bevi!!". Questa frase è pronunciata in inglese, ma gli interessati si accorgono che il sottoscritto ha intuito e seguono così alcuni attimi di autentico gelo. Fino a quando Yngwie, prima di cacciare il suo manager dal camerino per permettergli di fare l'intervista in santa pace (parole sue/nda) chiede allo stesso con fare inquisitorio: "Where's the 1981's BRUNEELLLLOOOO ????". Il manager intimorito lo rassicura dicendogli di aver fatto portare le bottiglie sul tour bus. Ristabilita la calma, possiamo passare all'intervista vera e propria.

Yngwie, il tuo ultimo "Millenium" è un lavoro di grandissimo spessore artistico. Quanto tempo hai impiegato per portare a termine l'opera?

"L'opera è stata creata in maniera molto rapida, in circa tre-quattro mesi avevo già scritto tutti i movimenti. Ovviamente la parte di lavoro che ha richiesto un maggior dispendio di tempo e di energia è stato l'arrangiare le partiture di tutti gli strumenti di cui l'orchestra si sarebbe dovuta occupare. Il risultato finale mi lascia completamente soddisfatto, anche perchè un lavoro unicamente orchestrale è qualcosa che ho sempre desiderato fare".

A mio parere, l'album si rifà alle sonorità tipiche del periodo barocco più strettamente legato al virtuosismo solistico di Torelli e di alcune opere di Vivaldi. In "Millenium" c'è una chitarra elettrica al posto del violino, ma la sostanza è la stessa. Sei d'accordo con questa descrizione?

"Credo che la tua descrizione sia corretta, perchè periodo barocco è da sempre quello in cui mi riconosco maggiormente. Anche i nomi da te citati sicuramente hanno influenzato il mio modo di comporre, soprattutto in riferimento a Vivaldi. Vedi, lui è sempre stato uno dei miei artisti favoriti, e conosco così bene le sue opere che è quasi ovvio che alcuni elementi delle nostre rispettive composizioni risultino tanto vicini".

Nei tuoi piani futuri credi che ci sia la possibilità di portare in tour con te l'intera orchestra, così da poter riproporre dal vivo l'intera suite?

"Si, ci penso spesso e credo che in futuro sia un'operazione realizzabile, anche se momentaneamente ci sono altri impegni che devo portare a termine. La priorità assoluta in questo senso è ovviamente il tour di supporto a "Facing The Animal", che tra l'altro mi sta regalando delle grandi soddisfazioni: mi sento ancora molto amato dal pubblico e questo è molto importante per superare lo stress e riuscire ad andare avanti".

Ci sarà un altro album di musica classica sullo stesso stile o "Millenium" rimarrà un episodio isolato nella tua carriera?

"Ci sarà un'altra opera come "Millenium", questo è sicuro, anche se proprio non so dirti quando vedrà luce. Sai, in questo periodo ho composto moltissimo materiale, lo puoi capire anche dall'uscita quasi contemporanea di "Facing..." e di "Millenium", e credo che finito questo tour mi riposerò un po'. La mia intenzione sarebbe quella di far uscire tre o quattro altri rock album, e solo allora mi dedicherò ad una nuova suite. Se proprio ci tieni, posso dirti che il nuovo concerto uscirà fra circa cinque anni".

Due parole anche su "Facing The Animal" ed in particolare sui testi di quel disco: in passato spesso hai rapportato nei testi che scrivevi, il tuo stato psicologico di quel determinato momento. Questo discorso vale anche per "Facing..."?

"Guarda, se devo dirti la verità l'unico testo in cui posso dire di aver descritto il mio personale stato psicologico è "Like An Angel", che è una canzone d'amore dedicatissima al mio angelo, e cioè April. La canzone "Facing The Animal", che ho scritto assieme a Mats, è ispirata a un serial killer russo, un vero figlio di puttana! E poi c'è "Braveheart", che tratta di un condannato a morte, che comunque si è pentito del male che ha fatto e accetta con rassegnazione la sua pena. "My Resurrection", invece, parla di me: la mia vita era una merda ed invece, adesso, tutto va alla grande, non ci credo neppure io!".

Oltre alle tue esperienze personali, da dove trai ispirazione per i tuoi testi? Leggi molto?

"Mi chiedi se leggo? Leggere mi fa impazzire! Leggo in ogni momento! Amo la storia, la geografia, la fisica. Sono un vero e proprio topo di biblioteca... Tutto ciò che leggo mi intriga incredibilmente".

Dunque, ciò che leggi ti influenza a livello lirico?

"Beh, si e no. Non è facile spiegare la parola "ispirazione": io personalmente non saprei dare una definizione di questa parola. Non so cosa mi ispiri veramente, non so se le cose che mi hanno sorpreso (semplicemente leggendo oppure vivendole in prima persona) mi sollecitino a scrivere tracks. E' una cosa che avviene spontaneamente, senza pensarci su più di tanto: potrei scrivere cinquanta canzoni tutte in una volta. Sono in studio ogni santa notte, scrivendo e scrivendo. In questo periodo sono particolarmente prolifico, ho un casino di nuovi brani pronti. Avrò trovato finalmente un equilibrio interiore?"

Durante la tua lunga carriera hai vissuto molte esperienze negative. Come sei riuscito a trovare gli stimoli per non fermarti mai e dove trovi le motivazioni che ti spingono ad andare avanti?

"E' la musica che mi dice di andare avanti, solo la musica. Prima ti ho detto che per me è importante ricevere il giusto feedback da parte del pubblico quando suono dal vivo, e questo è verissimo, ma la musica è ciò che mi spinge ad alzarmi dal letto ogni giorno e a girare il mondo suonando tutte le sere in posti diversi. Stai pur certo che se non amassi la musica così intensamente, avrei già smesso da un bel pezzo".

Insomma, Yngwie Malmsteen ha bisogno della musica!

"E viceversa!!!" (risate generali/nda).

Il music-business: un'esperienza positiva o negativa?

"Oh, potrei parlarti delle mie frustrazioni riguardo al continuo ricambio delle mode e di come i kids seguano gli pseudo-eroi del momento senza concentrarsi realmente sulla musica, sempre alla ricerca della nuova sensazione (magari costruita a tavolino). Io me ne sono sempre sbattuto. D'altronde, suonando quel che voglio suonare, ho un contratto con la Polygram. Al giorno d'oggi può sembrare impossibile che una major si interessi al sound di Yngwie Malmsteen inzichè seguire i nuovi Smashing Pumpkins, ed io, a dirti il vero, ne sono felicissimo!".

Hai avuto la fortuna di suonare con Cozy Powell, come vorresti che fosse ricordato?

"Musicalmente è sempre stato il mio batterista preferito; suonare con lui si è rivelata un'esperienza bellissima, e credo che sia stato uno dei batteristi più importanti della storia del rock, ma quello che a me importa è il fatto che Cozy era un mio grandissimo amico. Non ho perso un grande compagno sul palco, ho perso un amico, e questa è una cosa orribile. Non so veramente che cosa dire".

Dal presente al passato remoto: dicci qualcosa della tua prima esperienza con gli Steeler (a fianco di Ron Keel, poi nei Keel)...

"Ah, ah! Se devo essere onesto, non mi piacque farne parte allora e, ripensandoci anche adesso, fu una cazzata! Era tutto falso, incredibilmente banale, insomma: una gran cazzata! Cosa vuoi che ti dica, ero giovanissimo..."

E gli Alcatrazz?

"Beh, al contrario, quella fu una grande esperienza!".

Come vi trovaste?

"Oh, è davvero una storia buffa! Stavo facendo concerti con gli Steeler a Los Angeles e San Francisco, nei clubs, e si era creato un certo interesse intorno a noi! Tutti parlavano di quel nuovo chitarrista venuto dalla Svezia (ovviamente sto parlando di me stesso, ah ah!): suona da Dio, dicevano... Tutti mi cercavano, finchè non venne a vedermi Ronnie James Dio. Diventammo subito buoni amici (e lo siamo ancora, anche se ci vediamo veramente di rado); poi ci fu anche Phil Mogg degli UFO che mi disse: "sto tentando di riformare la band, saresti interessato?". Cazzo, dissi, e me lo chiedi? Sarebbe fantastico! Amo gli UFO... Phil mi disse che sarebbe passato da casa mia il giorno dopo. Intanto, roba da pazzi, ricevetti una telefonata la mattina dopo (vivevo a casa di un amico, visto che gli Steeler abitavano in un posto di merda!): era Graham Bonnet che mi chiedeva di unirmi alla sua band! Immaginatevi il mio stupore: dovetti scegliere, nell'arco di poche ore, se unirmi a Phil Mogg o a Graham Bonnet! Pensa al mio stato d'animo... La mia scelta furono gli Alcatrazz, anche se al momento non erano una vera e propria band: non c'era un batterista fisso, non c'erano nuove composizioni, non c'era un nome... non c'era un cazzo di nulla. Ma, devo dire, loro mi apprezzavano veramente, e loro piacevano a me! Nonostante ciò, andai a trovare pure Phil, ma quel pomeriggio sembrava drogato, o comunque aveva qualcosa che non andava: insomma, mi apparve la persona sbagliata con la quale lavorare... Così chiamai Graham e gli dissi "okay, sono con voi!". Avevo già una manciata di songs pronte, ed iniziammo a lavorare immediatamente. Insomma, io scrissi praticamente tutto, ed in realtà credevo di essere uno della band, mentre, purtroppo, Bonnet, si credeva la star. Dunque, si scatenarono subito le polemiche, mi accusarono di voler rubare la scena, ma io facevo soltanto il mio lavoro. Un gran casino, e dunque abbandonai! Io volevo essere soltanto me stesso, senza costrizioni di sorta..."

Dunque Bonnet è un pò eccentrico...

"Cristo, puoi dirlo! Lui può essere la persona più simpatica del mondo, e dopo due secondi essere il più rude, un vero bastardo! Un tipo davvero instabile, che ne so: magari è schizofrenico, o qualcosa del genere!".

Okay, lasciamo perdere... quali sono stati i momenti migliori della tua carriera solista?

"Oh, i Rising Force, "Trilogy". Oggi amo particolarmente "Marching Out". "Odyssey", per certi versi, mi piace ancora, e pure "Eclipse" è un buon album. "Fire And Ice", all'epoca, non mi dispiacque affatto, ma appena uscito "Seventh Sign", devo ammettere che quest'ultimo è sicuramente superiore. Vuoi sapere la verità? "Magnum Opus" è veramente una merda, totalmente senza ispirazione, il punto più basso della mia carriera! E' stata colpa del fatto di essermi "fatto" il mio studio personale, cosicchè io potessi dire ai più compagni "ho completato il mio studio privato; avanti, andiamo a suonare qualcosa!"... E così fu!".

D'accordo, in generale, cos'è che ti piace, attualmente?

"Mah... non c'è granchè che mi interessi, oggi. La musica classica mi dà grandi ispirazioni. Uno dei miei preferiti è senz'altro Paganini nelle versioni di Itzak Perlman, così come i rifacimenti flautistici di Vivaldi presentati da James Galloway. Nulla come Bach e Vivaldi... Nessuno ha raggiunto il livello di questi due grandi della musica! Ed il rock and roll è lo stesso, vecchia cosa: credo che "Made in Japan" dei Deep Purple sia la cosa più eccelsa che l'hard rock abbia mai saputo concepire! Oggi come oggi, posso dire che non si può arrivare più in alto. Comunque, ascolto con gran piacere pure Allan Holdsworth e Uli Jon Roth".

Oltre la chitarra, quali strumenti ti ispirano?

"Il violino, e poi il flauto. Lo amo, il flauto. Puoi sentire le tue dita ispirare le note, così come la chitarra ed il violino ma, probabilmente, il soffio della musica, con il flauto, tocca realmente le tue dita!".

Se non avessi suonato, avresti intrapreso qualche altra carriera? Hai un hobby particolare?

"Oh, no: nessun'altra carriera. La musica è tutto per me. In quanto agli hobbies, oh si: le (mie) Ferrari! Mi piace correre con una Ferrari sotto il culo; mi rendo conto che è una passione del cavolo, ma ne posseggo alcune..."

A questo punto entra nel camerino il manager di Yngwie e lo avvisa che fra qualche minuto sarebbero andati al ristorante a mangiare. L'affamato Yngwie ci fa ascoltare un pò del suo repertorio di italiano pronunciando con ottima pronuncia il classico "PAAASTAAA!!!", ma viene interrotto da April che gentilmente ci mostra le foto del piccolo Antonio. Papà Yngwie sembra veramente fiero del suo figlioletto, soprattutto quando April, indicando una foto, dice ironicamente: "Ha le mani da musicista!!". Prima di lasciarci ci diamo appuntamento a pochi minuti prima dello show per le foto di rito con Yngwie che ripete più volte un convinto "No problem". Infatti, appena prima che salisse sul palco, siamo stati accompagnati nel suo camerino (ovviamente con il solito ritardo dovuto al fatto che "si stava facendo i capelli"/nda) dove, oltre ad aver scattato foto, siamo stati informati dallo stesso Yngwie, che la cena, a base di "RAAAVIOOOLI", come dice lui, è stata ottima.

Intervista su "Facing the animal" 1998

Intervista di Stefano Cerati e Klaus Byron.



Come prima cosa, contrariamente a quanto avviene per chiunque altro, Yngwie pretende di essere chiamato (con bolletta a nostro carico / ndKlaus), perché lui - da vera rockstar - non si abbassa a telefonare agli umili giornalisti. In secondo luogo, visto che Valentina negli Stati Uniti è impossibilitata a farla, tocca a me dall'Italia, dopo che nello spazio di poche ore sono riuscito a recuperare l'advance-tape e a concordare con Klaus una lunga lista di domande. Questo non è servito a sconfiggere la proverbiale abulia dell'axeman scandinavo che in molte occasioni si è dimostrato quanto mai evasivo e lapidario. Piuttosto che allungare ad arte le sue dichiarazioni ho preferito riportarle di tutto punto in modo che emerga anche tutta la sua personalità, nonché, in alcuni casi, la sua spocchia e la sua presunzione. Infine, mi tocca lavorare fino alla tarda notte di domenica perché lunedì il giornale va in stampa e, caro caporedattore, mi dispiace non essere riuscito ad adulare Yngwie come mi avevi chiesto, ma con un personaggio così scontroso e difficile mi sarebbe stato impossibile...


- ABBIAMO ASCOLTATO IL TUO DISCO "FACING THE ANIMAL" GIA' IN OTTOBRE, GRAZIE ALL' EDIZIONE GIAPPONESE DEL CD. LA PRIMA IMPRESSIONE E' STATA CHE MAI COME STAVOLTA HAI MESSO LA TUA CHITARRA AL SERVIZIO DI VERE E PROPRIE CANZONI. CONCORDI?

Sostanzialmente sì, perché puoi ascoltare distintamente il basso, la batteria e le tastiere nel nostro suono. Abbiamo fatto un lavoro di gruppo per creare delle grandi melodie.

- PENSI CHE SIA POSSIBILE PER TE, DOPO PIU' DI QUINDICI ANNI DI CARRIERA, PROGREDIRE ANCORA TECNICAMENTE?

Penso di sì, perché non importa quanto è buona la tua tecnica, puoi sempre perfezionarla. La cosa più importante è avere ancora la voglia di farlo.

- CHE TIPO DI STRUMENTAZIONE HAI USATO PER IL NUOVO ALBUM?

Più o meno sempre tutta la vecchia roba. Ho impiegato la mia fedele Fender Stratocaster e degli amplificatori Marshall.

- SU "FACING THE ANIMAL" SI APPREZZANO DEI REFRAIN DAVVERO STUPENDI, COME AD ESEMPIO QUELLI DI "ONLY THE STRONG", DELLA TITLE-TRACK E DI "LIKE AN ANGEL". HAI SVOLTO UN LAVORO PARTICOLARE SUI RITORNELLI?

No, sono venuti fuori in modo molto naturale e spontaneo.

- SULL'ALBUM C'E' UN PEZZO, "ALONE IN PARADISE", AMERICANO AL 100% E UN PO' INUSUALE PER IL TUO MODO DI COMPORRE. COM'E' VENUTO FUORI?

Mi piace il suo ritornello catchy. Alcune persone lo amano ed altre lo odiano, ma io ho un grosso feeling riguardo quel pezzo.

- TI IMMAGINI L'EFFETTO CHE FARA' SUONARE DAL VIVO UN PEZZO VELOCE E POTENTISSIMO COME "POISON IN YOUR VEINS"?

Davvero entusiasmante. Adesso stiamo facendo un sacco di prove e stiamo appunto mettendo a fuoco la scaletta per il prossimo tour.

- QUAL'E' IL TESTO A CUI SEI PIU' LEGATO FRA QUELLI SCRITTI PER "FACING THE ANIMAL"? E PER QUALE MOTIVO?

Sicuramente "Like An Angel", perché parla d'amore. Non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, ma l'amore è la cosa più bella del mondo e questo ha cambiato radicalmente la mia vita. E' come un "veleno che scorre nelle mie vene" (ricordando il titolo di un'altra canzone / nda). Oltretutto questo è un periodo molto felice per me in questo senso, perchè mia moglie darà alla luce in marzo un bambino che chiameremo Antonio.

- DOVE VIVI ATTUALMENTE?

In Florida, anche se a casa mia di americano non c'è proprio niente. Rassomiglia piuttosto ad un antico maniero tedesco ed è proprio per questo che ho deciso di stabilirmici. La considero come una fortezza... la fortezza di Superman!

- DOBBIAMO FARTI I COMPLIMENTI PERCHE' HAI SCOPERTO UN ALTRO CANTANTE FANTASTICO. COME E QUANDO HAI CONOSCIUTO MATS LEVEN?

E' successo un paio di anni fa, quando, in occasione di un mio concerto svedese, ho avuto l'opportunità di sentire questo nuovo cantante del mio Paese. Lui faceva parte di un gruppo chiamato Abstrakt Algebra, in cui suonava anche Leif Ediling, un ex-Candlemass che è anche un nostro buon amico. Leif sapeva che ero alla ricerca di un cantante e mi ha mandato una copia del Cd della band, che mi ha impressionato quanto alle parti vocali. Così ho pensato che era il caso di dare una chance a Mats e l'ho fatto venire negli Stati Uniti per provare. Direi che è un grande interprete e tutto sta funzionando a meraviglia.

- LE PARTI DI BATTERIA SONO STATE SUONATE DA COZY POWELL, UN ALTRO "ZINGARO" DEL ROCK'N'ROLL. TI SEGUIRA' IN TOUR?

Ho scelto di lavorare con Cozy semplicemente perché è uno dei migliori batteristi della storia dell'hard rock. Sono sicuro che verrà in tour con me perché l'album gli piace molto ed è coinvolto al 100%. Non avrò neanche bisogno di chiederlo, ma glielo comunicherò direttamente. Stiamo facendo di tutto per trovare degli spazi adeguati, visto che lui è impegnato anche con le registrazioni del nuovo album solista di Brian May.

- A LIVELLO DI PRODUZIONE SEI VOLUTO ANDARE SUL SICURO CON UNA VECCHIA VOLPE COME CHRIS TSANGARIDES. QUAL'E' STATO IL SUO RAGGIO D'AZIONE DURANTE LE REGISTRAZIONI DI "FACING THE ANIMAL"?

Io e Chris abbiamo iniziato la nostra collaborazione già da lungo tempo ed infatti lui si è occupato anche della produzione del mio precedente lavoro. Andiamo d'accordo perchè lui è una persona molto accurata e puntigliosa e la pensiamo allo stesso modo su molte cose. E' per questo che ho deciso di coinvolgerlo anche per questo ulteriore progetto che sto mettendo a punto con l'Orchestra Philarmonica di Praga e difatti lui si sta occupando dei vari arrangiamenti.

- VISTO CHE SIAMO ENTRATI IN ARGOMENTO, MI PUOI DIRE COME STA PROCEDENDO IL LAVORO PER QUESTO ALBUM, CHE VEDE REALIZZARE I TUOI SOGNI RIGUARDO LA MUSICA CLASSICA?

Il lavoro dovrebbe essere terminato entro un paio di settimane e mi rende del tutto orgoglioso perché penso di avere realizzato una cosa unica. Se hai in mente di cercare paragoni con il concerto che i Deep Purple registrarono con la Royal Philarmonic Orchestra, sei fuori strada perché in questo progetto non c'è assolutamente rock'n'roll, ma solo musica classica. Io ho scritto la maggior parte del materiale e non c'è alcuno spazio per un cantato rock e per virtuosismi hard rock. E' vero che suono la chitarra elettrica, ma viene usata in modo classico, così come potresti ascoltare il violino in opere di Bach e di Vivaldi. Ci sono molte variazioni e ritengo che sia un'opera complessa e intricata. Spero comunque che riesca a suscitare il gradimento dei fans dell' hard rock. Questo album uscirà dapprima solo per il mercato giapponese, mentre dovrebbe essere disponibile per l'Europa in autunno.

- IL TUO TASTIERISTA, MATS OLAUSSON, E' TECNICAMENTE UN MOSTRO EPPURE NON E' ANCORA CONOSCIUTO AL GRANDE PUBBLICO. VUOI SPENDERE DUE PAROLE SU DI LUI E SUL SUO CONTRIBUTO?

Mats è un eccellente tastierista, è vero, ma cosa ancora più importante è un musicista completo e preparato. Oltretutto è con me da più di nove anni, per cui conosce alla perfezione tutte le pieghe del suono della band e capisce al volo qual'è la direzione in cui vogliamo andare.

- DOPO IL PERIODO TRASCORSO CON LA MUSIC FOR NATIONS, IL TUO RITORNO AD UNA MAJOR COME LA POLYGRAM SEMBRA ESSERE PERLOMENO IN CONTROTENDENZA. COM'E' NATO L'ACCORDO TRA TE E L'ETICHETTA?

C'è stato un periodo, soprattutto qui in America, in cui le major si occupavano troppo di promuovere gruppi non buoni, o almeno formazioni che io ritenevo non all'altezza per cui ho pensato di scegliere un'altra situazione, firmando per la Music For Nations. Ora mi sembra che anche tra le majors sia tornata la voglia di occuparsi di questo tipo di rock ed è questo il motivo per cui sono tornato di nuovo con la Polygram. Sono eccitato all'idea di essere nuovamente con loro perchè vedo che mi tengono in grossa considerazione.

- MA ALLA POLYGRAM, IN QUALCHE MANIERA, TI HANNO PRESSATO PER OTTENERE QUALCOSA DI PIU' "APPETIBILE" A LIVELLO TREND?

Vuoi scherzare?!? Io non ho mai seguito le mode, mi sono sempre fatto i cavoli miei e quindi non vedo perché dovrei cominciare proprio adesso... io sono come sono. I Deep Purple, Jimi Hendrix, Bach e Beethoveen mi hanno aiutato a crescere e ancora oggi è questa la musica che mi piace ascoltare. Il vero problema del rock, oggi, è che in giro non ci sono cantanti degni di questo nome e poi la musica dei nuovi gruppi è così triste...

- PER IL NOSTRO CAPO-REDATTORE IL TUO MODO DI SUONARE CONTINUA A FARE SCUOLA. CONOSCI O HAI SENTITO GENTE COME TIMO TOLKKI DEGLI STRATOVARIUS, MICHAEL ROMEO DEI SYMPHONY X E JOE STUMP?

Spiacente, ma non li ho mai sentiti suonare! (Yngwie non si smentisce... E' davvero un grande! / ndKlaus)

- COME VANNO I TUOI AFFARI LEGATI AL MERCATO DEGLI STRUMENTI? C'E' QUALCHE NUOVO MODELLO DI CHITARRA IN USCITA CON LA TUA FIRMA?

Sì, c'è un nuovo pick-up della Marshall uscito di recente ed inoltre è pronto un nuovo modello di Fender Stratocaster con doubleneck. Non sono molto interessato a questo tipo di cose, ma lavoro solo su nuova strumentazione che mi piace realmente, perché, per il resto, preferisco di gran lunga usare la vecchia attrezzatura, come ti ho detto prima.

- MOLTI GIOVANI CHITARRISTI SI CHIEDERANNO QUANTO DEL TUO TEMPO PASSI, ANCORA OGGI, DOPO MOLTI ANNI, AD ESERCITARTI SULLA CHITARRA OGNI GIORNO...

Poche ore al giorno.

- IN GIAPPONE LE RIVISTE DI MUSICA CONTINUANO A DEDICARTI LE LORO COPERTINE E I RAGAZZI A VENERARTI COME UN DIO. COM'E' ANDATO L'ALBUM DA QUELLE PARTI A LIVELLO DI VENDITE?

E' arrivato al numero uno!

- COSA ASCOLTI ATTUALMENTE OLTRE ALLA MUSICA CLASSICA? FORSE DEL JAZZ O DELLA FUSION?

Ascolto solo musica classica. Amo anche il rock, ma voglio precisare che il rock è un'arte minore se paragonato alla musica classica. E tutto questo perché il rock autorizza la mediocrità... basta guardare tutta la merda che è uscita in questi cinquant'anni!

- CI SARA' L'OCCASIONE DI VEDERTI IN TOUR IN EUROPA E MAGARI ANCHE IN ITALIA?

Assolutamente sì, anche se non conosco ancora i dettagli in quanto il piano delle date non è stato ancora schedulato. Voglio tornare ad esibirmi nel tuo paese dove spesso ho avuto dei concerti da tutto esaurito.

- QUAL E' LA COSA CHE MAGGIORMENTE TI INNERVOSISCE DURANTE I TOURS?

Oh, merda... quando per motivi indipendenti dalla mia volontà sono costretto ad annullare dei concerti. E' una cosa che detesto! L' ultima volta mi è successo in Francia: il nostro tour bus è rimasto bloccato in autostrada a causa dello sciopero dei camionisti e così ho dovuto annullare lo show del giorno dopo a Bruxelles.

- IN TUTTI QUESTI ANNI, HAI MAI PENSATO SERIAMENTE DI UNIRTI AD UNA BAND VERA E PROPRIA?

No, un'ipotesi del genere non ha mai fatto parte di quelli che sono i miei progetti. Mi piacerebbe collaborare con Ronnie James Dio, ad esempio, ma solo a livello di side-project. In questi anni le proposte non mi sono mancate, specialmente dai Deep Purple. Niente di ufficiale, ma almeno un paio di volte il gruppo si è fatto vivo tramite amicizie comuni per saggiare la mia disponibilità a sostituire Blackmore. Ci ho pensato un po', ma alla fine ho risposto no perché sono convinto che Blackmore sia insostituibile. I Deep Purple senza di lui non sono i Deep Purple.

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Intervista su "Alchemy" 1999

Intervista di Jurij Ricotti


Esce per la Dream Catcher l'ennesima fatica del neoclassico Yngwie J. Malmsteen, "Alchemy", un lavoro veramente estremo, come lui stesso ci ha confessato, un lavoro interamente intriso di tecnica e velocità, senza compromessi con il mercato, evitando di inserire ballad per tutta la durata del disco estremamente tecnico ! Mr. Malmsteen ritorna in gran forma e per l'occasione rispolvera "Rising Force", il nome della band dei bei tempi andati. Peccato soltanto che i Rising Force non siano quelli della formazione originale. Mats Olausson, onnipresente al suo fianco, lavora egregiamente tessendo le sue armonie con i nuovi suoni messi a disposizione dalla Korg; Barry Dunaway al basso nel disco, ma che non lo accompagnerà nel tour come invece lo è stato in questi ultimi anni, compito affidato questa volta a Randy Coven; alla batteria, John Macaluso (ex TNT) di indiscussa esperienza ed alla voce lo stracollaudato Mark Boals (ricordiamo che Boals fu il cantante nel disco "Trilogy"). Il nuovo album è interamente ispirato ai racconti di Stephen King, atmosfere 'Millennium Dark' che ci portano nelle cattedrali gotiche, fanno da cornice alle sfuriate chitarristiche del bardo. L'ultimo lavoro "Alchemy" è ricco di brani strumentali, fatto che potrebbe far pensare ad un concept anche se esistono episodi totalmente distanti dal motivo principale del progetto discografico. Il cd si apre con un 'attacco lampo' appunto: "Blitzkrieg", dimostrando immediatamente le intenzioni e la direzione che lo svedese dà a questo disco, sicuramente intento più a stupire grazie alla ancor viva tecnica chitarristico-velocifera che dopo oltre 10 anni, tende a rimarcare l'unicità propria, dimostrando di essere in grado di fare certe cose con una propria identità. Forse troppo legato al suo stile, il troppo suonarsi addosso, lo rendono schiavo dei suoi stessi stilemi, ma è e comunque rimane il capostipite del genere, il creatore dell'attuale generazione di tutti quei milioni di guitar heroes fedeli alla linea 'Bach & Roll'. Possiamo trovare una traccia interamente dedicata a Leonardo Da Vinci di cui Yngwie è fan, intitolata "Leonardo" appunto, brano dark, farcito dai cori, intonanti evocazioni latine che rimembrano ambientazioni gotiche (ma forse stiamo confondendo i periodi storici, boh !) che introducono il 'riffettone' stile Deep Purple. Per ritornare allo stile "Rising Force" dovremo però aspettare "Playing With Fire", vicina alle gloriose canzoni di "Marching Out". C'è anche un po' di groove in "Stand (The)", anche se sembra essere estratto più che altro dall'album "Fire & Ice". L'album prosegue velocemente (è proprio il caso di dirlo) fino alla mini suite divisa in tre parti, nella quale si può ascoltare tutta la potenza della nuova band. "Asylum" è il pezzo che apre la suite portando la chitarra e le tastiere in un duetto senza limiti, facendoci ascoltare un Yngwie padrone incontrastato. Una cascata di arpeggi senza sosta, continuo per tutta la durata del brano, roba da perdere l'uso delle mani. Questo turbinio di note sfocia in "Sky Euphoria" (seconda parte !), lenta e rilassata nell'armonia quanto non lo sia invece nella melodia che prosegue fulminata sulla chitarra classica, finendo nella terza parte di "Quantum Leap", dove il re della velocità sembra essere Macaluso, fantastico nel suo genere, un brano da batteristi degno di nota. Un album tributo alla tecnica, che non ci fa rimpiangere i bei tempi andati dei Rising Force, un tributo essenziale per i velocisti della sei corde. Yngwie sembra molto soddisfatto di questo nuovo lavoro, negli ultimi tempi il suo caratteraccio si è ammansito (quasi sicuramente per la nascita di Antonio Malmsteen) si sente più rilassato e disposto a chiacchierate 'salottesche'. Lo abbiamo ascoltato per voi, in una sera di ottobre.

- CIAO YNGWIE, COME STAI ?

Bene, grazie. E tu ?

- BENE, BENE ! DOVE TI TROVI ?

Sono a Miami; fa un caldo qui…e da te ?

- DA NOI HA INIZIATO A FARE FREDDO PROPRIO IN QUESTI GIORNI. COME STA LA TUA FAMIGLIA ?

Molto bene, grazie. Mio figlio sta crescendo bene, sono felice !

- HAI GIA' INIZIATO A FARGLI PRENDERE LEZIONI DI CHITARRA ?

Non ancora, ma si diverte molto con la batteria e le tastiere…gli farò studiare tutto.

- HO ASCOLTATO IL TUO ALBUM CLASSICO. QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI AD UN ANNO DAL RILASCIO ?

Sono molto soddisfatto, veramente un bel lavoro, non poteva venire meglio, spero ti sia piaciuto.

- PENSI DI PROPORRE DEGLI SPETTACOLI LIVE CON L'ORCHESTRA ?

Credo proprio di sì, non ho ancora risolto il problema della chitarra che suona troppo forte riguardo all'orchestra, ma per l'anno prossimo cercheremo di fare dei concerti dappertutto con l'orchestra.

- COME MAI SONO USCITE DUE VERSIONI DELL'ALBUM CON L'ORCHESTRA CON DUE DIVERSE COPERTINE ?

Una versione è per gli ascoltatori di musica classica ed un'altra per il pubblico rock, anche se sono praticamente identici. La differenza è stata fatto per un motivo di promozione.

- PUOI DIRMI QUALCOSA RIGUARDO AL TUO NUOVO LAVORO ?

Ho cercato di fare un disco estremo sotto tutti i punti di vista, il più veloce che sono riuscito ad andare, ho utilizzato i musicisti più tecnici che ho potuto trovare, un album heavy e duro come a me piace senza scendere a compromessi, senza essere condizionato da manager o altro.

- PENSI QUINDI CHE SIA UNA SORTA DI CONCEPT ALBUM ?

No, non credo assolutamente; è solo un album di heavy rock e niente altro.

- COME MAI HAI DECISO DI RIPRENDERE IL NOME "RISING FORCE" ?

Perché no ? Non esiste una regola precisa, mi è sembrato giusto mettere quello che mi sembrava essere il nome più appropriato per la band.

- PUOI DIRMI QUALCHE COSA RIGUARDO ALLA TUA NUOVA BAND ?

Al basso c'è Barry Dunaway che però purtroppo non ci sarà dal vivo, al suo posto ci sarà Randy Coven. Alla batteria, John Macaluso che è uno dei batteristi più potenti in giro, una vera furia. Il solito Mats Olausson alle tastiere e Mark Boals alla voce che hai potuto ascoltare lo scorso anno in tour e sull'album "Trilogy".

- DOVE HAI TROVATO IL NUOVO BATTERISTA ?

Ho fatto delle audizioni e John è risultato il più adatto per questo album.

- HAI SUONATO IL BASSO IN QUESTO ALBUM ?

Sì, in alcuni pezzi ho suonato il basso.

- A COSA TI SEI ISPIRATO PER LA STESURA DEI BRANI DEL NUOVO DISCO ?

Ho soltanto cercato di estremizzare al massimo tutto quello che ho sempre fatto senza compromessi; quello che ne è scaturito è un album ultra tecnico.

- COME MAI NON CI SONO BALLAD NEL DISCO ?

Non mi sembravano adatte al disco.

- QUESTO E' SICURAMENTE IL TUO ALBUM PIU' VELOCE. A PROPOSITO COSA PENSI DELLA VELOCITA' ?

Non penso molto alla velocità, ma solo al risultato seguendo il feel del momento. In questo album, ho voluto essere il più veloce.

- CI SONO MOLTE ATMOSFERE DARK NEL DISCO E LA PAROLA 'MORTE' E' PRESENTE IN QUASI TUTTE LE CANZONI. COSA MI DICI AL RIGUARDO ?

Guarda…ho una bellissima moglie, un figlio stupendo, perché dovrei essere scontento ? Infatti, il disco e le sue atmosfere mi piacciono molto, amo le atmosfere gotiche e soprattutto sono un grande fan di Stephen King dal quale ho tratto molta ispirazione per questo disco…

- COSA PENSI DELLA MORTE ?

Non sono un amante della morte e derivati, come ti dicevo ho scritto i pezzi ispirandomi ai libri di King.

- ''VOODOO NIGHTS" E' UN PEZZO MOLTO POTENTE. HAI USATO UN'ACCORDATURA PIU' BASSA PER IL RIFF ?

Sì, esatto. Ho abbassato l'intonazione della Gibson; il risultato ha dato un suono tremendamente pesante.

- "ASYLUM" E' IL PEZZO PIU' VIRTUOSO DEL DISCO:COSA MI DICI RIGUARDO A CIO' ?

Ho sviluppato la song in tre parti distinte per distinguere i momenti non per creare una mini suite.

- E' STATO DIFFICILE REGISTRARE IL PEZZO IN UNA VOLTA SOLA. HAI STUDIATO A LUNGO LA PARTE ?

E' stato molto difficile, infatti. Non sono riuscito a registrare "Asylum" in un take solo perché è troppo complessa ma con delle sovraincisioni a riprese, mentre il resto dei brani è tutto totalmente in un take senza riprese.

- QUALE SISTEMA DI REGISTRAZIONE UTILIZZI, PRIMA LA BATTERIA CON IL BASSO E POI IL RESTO ?

Sì, esatto. Registro prima tastiere, batteria e basso; il resto delle chitarre vengono fatte in seguito e poi si mixa tutto.

- PUOI DARMI UNA DESCRIZIONE DI ALCUNE SONGS E LE TUE IMPRESSIONI ?

Che devo dirti ? Sono già di per sé tutte descrittive. "Blitzkrieg" è un brano molto veloce che descrive uno degli attacchi dell'esercito germanico ai danni della Russia inizio secolo. "Deamon Dance 7,405, 926" è il numero esatto dei demoni che esistono, l'ho letto in un libro, non so dirti quale, ma l'ho letto. "Leonardo", invece, è dedicata a Leonardo Da Vinci del quale sono un grande fan; infatti, ho cercato di creare delle atmosfere gotiche con un canto latino all'inizio del pezzo (Yngwie ci canticchia la parte del coro al telefono, nda). So che le epoche non collimano, ma mi è sembrato molto descrittivo. "Blue" non è un blues perché non ha la struttura di un blues, ma soltanto fraseggi blues che s'intrecciano sulle diverse progressioni di accordi, è out rispetto al disco, ma non è un blues.

- HAI EFFETTUATO CAMBIAMENTI NEL RACK EFFETTI E NEL TUO SET UP ?

No nulla, è rimasto tutto uguale a prima.

- CHE TIPO DI CHITARRA CLASSICA HAI UTILIZZATO ?

Ovation nera con corpo piatto come quella che utilizzo per i concerti live; ho registrato la chitarra proprio apposta per farla sentire come si sente durante i concerti.

- COME PENSI CHE STIA LAVORANDO LA DREAM CATCHER IN QUESTO MOMENTO ?

Stanno lavorando veramente molto bene, molto meglio di quanto facesse la Polygram in precedenza.

- GRAZIE PER L'INTERVISTA. PUOI DIRMI QUANDO VERRAI IN ITALIA PROSSIMAMENTE ?

Grazie a te. Ci vedremo presto, non ti preoccupare, sarò in Europa per febbraio dopo il tour in Sud America.

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Intervista sull'album con orchestra 1999

Intervista raccolta da Jurij Ricotti


Chi non conosce Yngwie Malmsteen alzi la mano! Strano, vedo qualcuno con la mano alzata...ok, stiamo scherzando, forse sarebbe meglio iniziare dal principio. Un bel giorno, in Svezia, un giovinotto di dodici anni vide uno show televisivo in cui si celebrava la morte dell'ormai arcinoto chitarrista Jimi Hendrix. La visione di quest'evento si imprime nella mente del giovane Yngwie in maniera indelebile, da quel giorno sarebbe diventato come lui. Decide, quindi, di prendere la chitarra appesa al muro dalla madre (in Svezia, la chitarra veniva considerata uno strumento da donnicciole) e di scarrozzare la sua voglia di show qua e là; anche il cognome Malmsteen proviene dalla madre. Dopo aver infestato tutto il suo paese con concerti (a detta di tutti) travolgenti, nel senso del volume, gli viene proposto di registrare un demo e di spedirlo al famoso guru dei talentscout americano Mike Varney, che dopo averlo ascoltato sobbalza dalla sedia e lo recensisce immediatamente sulla rivista dove lui scriveva: Guitar Player. In seguito invita Yngwie nella patria del pop corn per inserire la sua grande tecnica in un gruppo da lui costituito, gli Steeler. A quel tempo si cercava di proporre nuovi gruppi per invadere il mercato europeo capeggiato dal rock britannico. Gli Steeler fanno un disco che non ottiene l'effetto desiderato, ma soltanto quello di mostrare un Malmsteen al pieno delle sue capacità. Successivamente passa al gruppo degli Alcatrazz capeggiato da Graham Bonnet (cantante dei Rainbow) con i quali sforna due ottimi dischi: "No Parole From Rock'n'Roll" e il live "Live Sentence". Lascerà in seguito gli Alcatrazz per dedicarsi alla carriera solista, il posto vacante verrà preso da un altro giovinotto, di nome Vai. Inizia così la carriera solista di Yngwie che non si è arrestata fino ad oggi. Il suo primo disco, "Rising Force", è diventato ormai la bibbia del rock neoclassico ed un must per chiunque si senta rock. Durante tutta la sua carriera ha prodotto molti albums, il più dei quali per il mercato giapponese che assorbe la maggior parte della sua produzione con ingordigia, arrivando persino a produrre dischi e video esclusivamente per quel mercato. A tutt'oggi, Yngwie Malmsteen rappresenta il fulcro del rock neoclassico, una vera e propria icona della scena hard rock mondiale. Ma la sua vita non è stata tutta rose e fiori: ha sposato prima una popstar svedese, Erika Norberg - matrimonio naufragato un anno dopo - e poi l'indiana Amber - che lo fece diventare un cesto di lumache -, ha fatto due incidenti quasi mortali con l'automobile, rischiando anche di perdere la mano destra, un manager è fuggito con tutti i suoi soldi, un altro è morto a causa dell'uragano Andrew, continui cambi di etichetta, alcool come se piovesse, ma grazie al carattere forte che lo contraddistingue (spesso pure troppo, visto le litigate con i giornalisti ed i fans) è riuscito a rimanere quello che è, un chitarrista formidabile ed innegabile. A tutt'oggi, vere e proprie schiere di cloni portano avanti la sua bandiera, senza però riuscire ad eguagliare il maestro in nessun aspetto. Il più singolare di tutti, a detta di Yngwie stesso, è Joe Stump - chitarrista americano e addirittura insegnante al Berkeley - che emula le gesta dello svedese in tutto e per tutto: stessa pettinatura, stessi vestiti, stessa chitarra, stessa cinta della chitarra, stessi ampli, stessi anelli, stesse collane, stesso vino e addirittura stessa posa nelle foto, roba da matti. Ma non è solo che la punta di un iceberg, seguono a ruota Paul Gilbert con Y.R.O. (Yngwie Rip Off), Michael Romeo leader dei Symphony X, Michael Angelo, Chris Impellitteri grande scopiazzatore, l'ormai noto Timo Tolkki, Vinnie Moore e Tony Macalpine, ma la lista sembra essere infinita. Praticamente, non esiste più un chitarrista della nuova generazione che non sia stato influenzato da Malmsteen. Ma il cambiamento più grosso si è avuto lo scorso anno con la nascita di Antonio - il nome di Vivaldi - Malmsteen che sembra aver portato un po' di pace e calma nella sua vita. L'alcool è stato del tutto abbandonato e l'acquisto di una macchina familiare è costata la vendita di una delle due Ferrari. L'unica cosa che finora non sembra cambiata è la voglia di cambiare formazione in quasi tutti i dischi, a tutt'ora il gruppo (secondo noi fantastico) che aveva non c'è più. Tra le influenze classiche che hanno contribuito a forgiare lo stile dello svedese, troviamo Antonio Vivaldi, Bach, Paganini, Beethoven, mentre quelle più rockettare sono state Hendrix e Ritchie Blackmore dei Deep Purple, del quale spesso copia la posa on stage! Non disdegna, però, chitarristi come Allan Holdsworth e Al Di Meola dei quali spesso propone degli estratti durante i live set. La sua ultima fatica è stata la scrittura e la composizione di un vero e proprio concerto per orchestra e chitarra elettrica, registrato lo scorso anno. Un vero e proprio punto di arrivo per la chitarra neoclassica, fino ad arrivare a sostituire il violino, strumento supremo dello stile barocco. Ritorna così a scrivere musica rock, come si può ascoltare in "Facing The Animal" - e di gran classe - avvalendosi dei migliori musicisti in circolazione. Purtroppo, dopo la registrazione del disco, muore il batterista Cozy Powell in un incidente stradale. Durante l'anno scorso, però, si è potuto registrare un concerto di due serate, tenutosi in Brasile, che ha dato vita ad un Cd e ad un video nuovo di zecca - forse anche per riscattare la mancata distribuzione di "Live At Budokan", disponibile solo per il mercato nipponico. Decisi, quindi, a conoscere i retroscena del nuovo lavoro, portiamo i microfoni all'attenzione di Mr. Yngwie che ci svelerà qualche segreto. Questa volta ci appare un Malmsteen molto rilassato, quasi capofamiglia con le pantofole, che si preoccupa di chiudere la porta per non mandare il fumo nella stanza del bambino. Chi lo avrebbe mai detto?

- CIAO, YNGWIE. COME VA?

Bene.

- SAPPIAMO CHE SEI PAPA'. COME TI SENTI IN QUESTO RUOLO?

Mi trovo bene, per ora va tutto bene. Per fortuna non devo pensarci da solo, mia moglie mi aiuta moltissimo. E' una situazione nuova per me, lo vedo crescere ogni giorno, sta diventando enorme. (Like father, like son...ndr)

- PENSI CHE QUESTO COMPORTERA' DEI CAMBIAMENTI NEL TUO MODO DI COMPORRE?

No, assolutamente. Forse sarà più romantico in alcune cose, sai, si cominciano a vedere le cose in maniera diversa.

- PENSI CHE TUO FIGLIO VORRA' DIVENTARE UN CHITARRISTA?

Forse sì, forse no; io, comunque, gli ho già fatto costruire dal custom shop della Fender tre belle Stratocaster modello Antonio Malmsteen, molto piccole, in modo che appena possa muovere le mani gli metto subito la chitarra a tracolla.

- COSA PENSI VERAMENTE DI EDDY VAN HALEN?

Guarda, penso che sia grande, sicuramente un grandissimo chitarrista. Credo che i suoi primi album siano veramente belli, credo che la sua venuta nella scena rock abbia portato una vena di freschezza. Me lo ricordo nella band con David Lee Roth, una vera bomba; purtroppo, non l'ho mai incontrato personalmente quindi non saprei dirti che tipo di persona sia.

- PENSI DI PROVARE NUOVE STRUMENTAZIONI, CI RACCOMANDI QUALCHE COSA?

No, con quello che ho mi trovo bene. Secondo me, l'accoppiata migliore si ha con la chitarra Stratocaster e gli ampli Marshall; il resto non m'interessa.

- ABBIAMO VISTO LA NUOVA BAND LO SCORSO ANNO, CI E' SEMBRATA FANTASTICA. DICCI QUALCHE COSA.

Quale band? Sono cambiate molte cose dallo scorso anno: ho cambiato l'intera band, ho cambiato manager, ho cambiato etichetta... l'unica cosa che è rimasta sono io, il chitarrista, stai tranquillo!

- PUOI DIRCI CHI SARA' NELLA TUA NUOVA BAND?

Per ora è un segreto, poi non ho ancora deciso chi inserire definitivamente; comunque, sarà una sorpresa per tutti.

- COME HAI PRESO LA MORTE DI COZY LO SCORSO ANNO?

Insomma, non l'ho presa proprio bene, è stata una cosa troppo improvvisa. Eravamo pronti per il tour, mi ha totalmente colto di sorpresa, sono rimasto molto male!

- QUANDO TI E' VENUTO IN MENTE DI COMPORRE PER ORCHESTRA?

L'opportunità si è presentata nel 1996. Per me era giunto il momento di comporre un pezzo, ho preso la carta ed ho principalmente seguito l'orecchio, ho improvvisato i temi e le progressioni degli accordi registrando tutto nel mio studio per i demo. Per fortuna ho un grande tastierista che ha lavorato moltissime ore in studio con me. Io ho composto le parti e Mats le ha tradotte nella tastiera.

- IN CHE SENSO?

Io facevo le parti di uno strumento e Mats le suonava con il suono dello strumento. Le parti sono state rivisitate e risuonate molto sui cambi degli accordi. Il tema principale ed i temi di sviluppo, nuovi temi e nuove melodie furono aggiunte in seguito insieme ai contrappunti. Mats è stato basilare per questo lavoro. Quando tutto fu terminato mi sembrava logico farne degli spartiti per orchestra.

- NEL DEMO CHE ASCOLTAI NON C'ERA MATS.

E' vero. In quel periodo Mats era fuori e il mio manager Jim Lewis mi raccomandò David Rosenthal; pensai subito che fosse una buona idea, così gli chiesi di ascoltare i miei pezzi e di registrarli in una versione sinth per i demo.

- DOPODICHE'?

Il passo successivo fu di trovare un direttore d'orchestra con una grossa esperienza, così durante il tour ho incontrato Yoel Levi, il direttore dell'Atlanta Symphony Orchestra. Ha ascoltato i demo e ne è rimasto molto impressionato; aveva sentito parlare del mio modo di suonare da suo figlio.

- CREDI CHE L'ALBUM "MILLENIUM" SARA' DISTRIBUITO IN EUROPA PRIMA O POI?

Sicuramente, credo verso la fine di settembre se tutto va per il verso giusto!

- SUONERAI LIVE CON L'ORCHESTRA?

Sì, quasi certamente.

- SCUSA, MA NON C'ERANO DEI PROBLEMI CON IL VOLUME? INSOMMA, SE SUONI CON L'ORCHESTRA, LA CHITARRA ELETTRICA LA SOVRASTA TROPPO!

Sì, infatti è uno dei problemi che non siamo ancora riusciti a risolvere! (Ride, nda)

- "LIVE IN BRAZIL" E' UN BEL DISCO, ANCHE SOTTO IL PROFILO DELLA REGISTRAZIONE. COSA AVETE UTILIZZATO?

Un nuovo sistema di registrazione, il sistema Otari che lavora su hard disk a 24 bit, una vera figata! Ne ho subito comprati due e li ho messi nel mio studio casalingo!

- CON QUALE CRITERIO SELEZIONI LE TUE SCALETTE DAL VIVO?

Spesso cerchiamo di inserire soltanto i pezzi hit dei vari dischi, a volte scegliamo al momento, a volte soltanto i brani dell'ultimo album per promuoverlo un po'. Poi, chiaramente, inserisco i pezzi che mi piacciono di più come "Far Beyond The Sun" e "Black Star" che mi diverto tuttora a suonare.

-SO CHE DURANTE I CONCERTI DAL VIVO SUONI SPESSO DEI PEZZI DI AL DI MEOLA CON LA CHITARRA ACUSTICA...

Sì, è vero, spesso suono "Splendid Sundance" di Al Di Meola; credo che sia un grande chitarrista, da seguire sicuramente. Durante i miei solos con l'acustica improvviso sempre, a volte mi capita di fare pezzi di altri.

- HO SENTITO PERO' CHE SUONI ANCHE IL TEMA PRINCIPALE DI "PRELUDE FOR APRIL" (UN PEZZO DI MILLENIUM).

Sì, ma soltanto il tema perché poi si sente la mancanza dell'orchestra e senza di essa il pezzo perde d'impatto.

-QUAL' E' IL TUO ALBUM PREFERITO?

Mah, sinceramente mi piacciono tutti. Come ti dicevo prima, ci sono dei pezzi che mi divertono di più, altri di meno, ma non rimpiango nulla.

- HO VISTO CHE HAI CAMBIATO ANCHE IL RACK EFFETTI E TUTTA LA PARTE ELETTRONICA!

Non proprio. Il cambiamento è avvenuto soltanto per quanto riguarda gli effetti, che sono stati sostituiti con altri di nuova generazione, ed il vecchio pedale Taurus, cambiato con una pedaliera midi, perché non andava proprio più. La struttura, però, è rimasta la stessa.

- PERCHE' LA CHITARRA "SIGNATURE MALMSTEEN" GIAPPONESE E' DIVERSA DA QUELLA AMERICANA?

Prima era così, adesso le fanno identiche. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto dalla Fender, mi sembra che abbiano rispettato quasi tutto.

- RACCONTACI UN PO' DALL'INIZIO... COME TI E' VENUTA QUESTA PASSIONE?

Sono sempre stato circondato dalla musica, sia mio fratello che mia sorella erano polistrumentisti, suonavano il flauto, il violino, il piano e la batteria. Ho ricevuto la mia prima chitarra a cinque anni, ma non ho mai preso lezioni veramente! Durante questo periodo, mia sorella Lollo portò a casa un disco dei Genesis: gli arrangiamenti, le strutture degli accordi ed i contrappunti delle melodie mi affascinarono. Rompevano tutti i concetti blues basati sulla realtà pentatonica; all'inizio ero meravigliato da tutto questo. Soltanto in seguito ho iniziato ad analizzare la musica classica - principalmente del periodo barocco - dalla collezione di dischi di mia madre. Da questo punto in poi l'amore verso la musica classica barocca divenne irreversibile.

- COME HAI INIZIATO A SUONARE?

E' stato quando ho visto Jimi Hendrix in uno special alla televisione, mandato in onda il giorno della sua morte: non potevo credere ai miei occhi, faceva cose bellissime che non avevo mai visto e le faceva con grande energia. Per questa ragione ho iniziato a suonare la chitarra, non perché mi piacesse la musica, ma perché volevo diventare uno showman come lui per esaltare le menti della gente sul palco! Questa è stata la prima ragione che mi ha fatto prendere la chitarra, la musica è venuta dopo! Ricordo che la prima volta che ho provato a suonare sono uscite un po' di note ed immediatamente ho detto: "Yeah!! E' la mia strada!". Ho corso e lanciato la chitarra! Questo perché quello che faccio e quello che suono vanno di pari passo!

- SEGUI UNA PREPARAZIONE FISICA PRIMA DELLO SHOW?

Non molta, in realtà. Faccio solo un po' di stretching ed un po' di ginnastica prima di partire per il tour.

- E' IMPORTANTE PER UN CHITARRISTA STARE SUL SET?

Sicuramente! Molti di loro stanno su un palco e suonano i loro licks: questo va bene per loro, ma non per me. Per me è tutto collegato, musica e show, non so fare l'uno senza l'altro, mi risulterebbe non naturale. Così ho cercato di sviluppare il mio stile in questa direzione per esprimere me stesso sul palco. Per esempio, prendiamo l'accordo di A power chord (A5), ma lo facciamo solo dopo aver fatto roteare la chitarra intorno al corpo, è e rimane A5, ma il modo in cui lo hai fatto è spettacolare. La spettacolarità rimane il mio obiettivo!

- QUALI SONO STATE LE PERSONE CHE TI HANNO INFLUENZATO DI PIU' ON STAGE?

Jimi Hendrix, sicuramente, ma anche Ian Anderson (flautista dei Jethro Tull), se guardi il suo modo di mettere la gamba piegata, era sicuramente un grande esecutore che mi ha influenzato. Non mi ha influenzato molto invece Blackmore (chitarrista dei Deep Purple), non era molto dentro la parte quando suonava. Per me è importante muovere la testa e battere il tempo con il piede, un po' come fa Angus Young (chitarrista degli AC/DC) che è un grande performer. Il movimento deve essere molto fluido, da gatto, un po' come il linguaggio del corpo di Hendrix o di Anderson che era molto sexy.

- IL LANCIO DELLA CHITARRA E LA RIPRESA CON LA MANO E' ORMAI UN TUO MARCHIO DI FABBRICA. QUANDO E' STATA LA PRIMA VOLTA CHE LO HAI FATTO?

Ricordo che prima di riuscirci ho rotto la chitarra in due parti; mi può ancora capitare perché a volte la vista mi tradisce.

- NON RIESCI A VEDERE QUANDO RICADE?

Dipende se ho le luci negli occhi che mi accecano! Dipende anche da come ricade la chitarra; in genere, il body (corpo) pesa di più, quindi arriva per primo, il difficile è afferrare il neck (manico) con la mano.

-E' SICURAMENTE FATICOSO!

Certamente, ma è troppo divertente farlo davanti al pubblico che si scalda immediatamente!

- QUANDO BUTTI LA CHITARRA, E' UN MODELLO JUNK (SCARTO) O UNA DELLE TUE?

A volte uso degli scarti.

- HAI MAI ROVINATO UN' OTTIMA CHITARRA DURANTE LO SHOW?

Una mi è caduta - la mia '68 Natural Fish - ed ho rotto il body, la cinghia ed il trasmettitore. Poi, un'altra volta si è rotta la paletta della mia 'Strato' del '56 Candy Apple Red, ma sono riuscito a farla riparare, così si è salvata. La 'Duck', invece, si è rotta almeno dieci volte finora!

- COME TI RAPPORTI CON IL PUBBLICO?

Nella stessa maniera ovunque. In Germania ho suonato davanti a 1.500 persone ed in Spagna erano 45.000.

- MOLTI SI CHIEDONO PERCHE' CAMBI LINE-UP AD OGNI ALBUM.

Devi capire che sono album di un artista solo, registro sotto il mio nome e non sotto il nome di un gruppo con una line-up fissa. Per ogni progetto nuovo metto insieme i migliori musicisti disponibili per sviluppare un certo tipo di materiale, qualcuno suona su un album e non su un altro, anche i musicisti che sono in tour non sono gli stessi cha appaiono sul disco: questo perché la performance live è diversa da quella dello studio recording. La mia band è un'orchestra a rotazione, loro interpretano la mia musica, non la creano, loro sono il cambiamento ed io la costante.

- I MUSICISTI NON SONO FACILI DA TROVARE, COME FAI?

In genere, prima guardo le foto ed ascolto i nastri, così se sono interessati li chiamo e parlo con loro, gli chiedo di imparare delle cose. Quando siamo insieme vedo se sono a posto per interpretare ciò che gli avevo chiesto. Spesso partiamo in Jam perché se non sai improvvisare non puoi suonare con la mia band. L'improvvisazione è una delle cose importanti che richiedo, se sei un fuoriclasse puoi imparare un sacco di pezzi velocemente, non ho tempo per sedermi e spiegare tutto il mio vecchio materiale.

- COME VEDI LA VITA "ON THE ROAD"?

Mi piacciono tutte le ore spese sul palco; odio, invece, tutto il resto, la fretta e le attese, svegliarsi presto, andare a dormire, andare nel bus, uscire dal bus, fare il sound check e le interviste, ecc.

- HAI MIXATO L' ALBUM AI CRITERIA STUDIOS DI MIAMI?

No, soltanto le parti di batteria; il resto l'ho fatto nel mio studio che si chiama 308!

- AH, COME LA FERRARI!

Sì, sono veramente fissato! C'è perfino una bandiera davanti con il cavallino rampante!

- CHE TIPO DI FUTURO VEDI PER LA CHITARRA ROCK?

Guarda, la chitarra negli ultimi 50 anni ha dominato la scena rock, puoi chiamarla punk, grunge, heavy metal o come ti pare, è sempre la chitarra. Ha attraversato dei momenti belli e dei momenti brutti, ma c'è sempre stata!

- CREDI CHE TUTTI I CONFINI DELLA TECNICA CHITARRISTICA SIANO STATI ESPLORATI?

Non lo so! La musica è musica, non è importante come la suoni, quando la suoni devi pensare a comunicare, non a farlo il più stranamente possibile!

- OK, QUANDO CI VEDIAMO PER IL PROSSIMO TOUR IN ITALIA?

Per il tour, non lo so; sarò in Europa per una serie di Clinics che terrò in tutti i paesi, sicuramente il 6 marzo sarò in Germania, spero di vederci presto!

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

lunedì 27 febbraio 2012

Recensione Marching Out 1985

 
Album: Marching out
Autore: Yngwie J. Malmsteen
Anno:1985
Genere: metal neoclassico
Etichetta: Polydor
Voto: 92/100






Secondo album di Malmsteen coi suoi Rising Force. Quasi da subito ci si rende conto delle differenze dal primo: un sound più tagliente e un carattere più aggressivo contraddistinguono l'album Marching out. 




Si apre con “Prelude”, preludio di un altra pietra miliare nel metal anni 80, che parte subito forte con “I'll see the light tonight”. Uno dei riff più conosciuti di Malmsteen e proposto spesso nei live.

Subito in secondo piano si ode il grande Soto. Dopo un album in cui si era fatto sentire poco, ora può dare (e da) il meglio di se. L'album infatti, contrariamente al primo, è prevalentemente cantato, solo due i pezzi strumentali (tre considerando anche Prelude).

Terzo pezzo: “Don't let it end”. Uno dei pezzi in cui la sopraccitata voce di Soto irrompe con maggior aggressività. Il pezzo parte con un bellissimo arpeggio di Malmsteen, pulito e calmo. Poi la batteria da la carica ed ecco che la distorsione della Strato si fa sentire di nuovo. Si hanno 4 minuti di energia pura.
Segue “Disciples of hell” con un intro di chitarra classica molto bello. Il pezzo prosegue con un altro riff piuttosto cattivo, sempre sulla carica emotiva dei precedenti.
Quinto pezzo, un classico dello svedese: “I am a viking”. Parte con un altro gran riff, più tecnico dei precedenti. Il pezzo è molto cadenzato. L'assolo tira molto. Particolare l'armonizzazione con cui si conclude il brano che rende perfettamente l'idea dell'ondeggiare del mare.

Segue un pezzo strumentale "Overture 1383". Questo brano contrariamente a quanto ci si possa aspettare non è una velocissima sequenza di note, ma è un pezzo relativamente tranquillo, in cui Malmsteen da molto rilievo al suo vibrato (caratteristica peculiare del Maestro e della sua chitarra con manico scalopped) piuttosto che alla sua velocità. Idem per l'ultimo pezzo, che da il nome all'album, anche questo strumentale. Entrambi molto belli e ricchi di emozione, non vuoti tecnicismi.

Si riparte a tutta forza con l'esplosiva “Anguish and fear”. In questo brano, oltre a Malmsteen, risalta dando un'ottima prova di sé il batterista Johansson. La carica continua con “On the run again”. Quest'ultimo è un pezzo che personalmente adoro. La performance dal vivo nel tour del 1985 è davvero esaltante, grazie ad una voce implacabile ed un riff da paura.
Continuando si ascoltano altri due pezzi molto belli, molto metallici, in cui la chitarra la fa da padrona:"Soldier without Faith" e "Caught in the Middle".

Così quest'album, nato dalla vena di un 22enne con una passione travolgente per il metal e la musica classica, giunge alla fine, regalando un altro capolavoro alla storia della musica heavy metal.


TRACKLIST
1. "Prelude"
2. "I'll See the Light, Tonight"
3. "Don't Let It End"
4. "Disciples of Hell"
5. "I Am a Viking"
6. "Overture 1383"
7. "Anguish and Fear"
8. "On the Run Again"
9. "Soldier without Faith"
10. "Caught in the Middle"
11. "Marching Out"

CREDITS
Yngwie J. Malmsteen: Chitarre, Background Vocals, Moog Guitar Pedals
Jens Johansson: Tastiere
Anders Johansson: Batteria
Marcel Jacob: Basso
Jeff Scott Soto: Voce


Marcingh Out Back