Malmsteen secondo me...

Poche righe per presentarvi Yngwie Joahnn Malmsteen come lo vedo io, autore di questo blog.

Screenshot dal video di Heaven Tonight di Malmsteen


Ho scoperto Malmsteen nel 2006, grazie ad un mio amico che mi ha passato qualche brano dicendomi "Ascolta, è impressionante!!!".
Uno di primi brani che ho ascoltato è stato "Gimme gimme gimme", cover della celebre canzone degli Abba. Un pezzo che mi ha colpito per l'enorme carica adrenalinica che mi trasmetteva e, ovviamente, per l'incredibile tecnica di Malmsteen.
Avevo conosciuto da poco il mondo del rock e del metal, Malmsteen fu una rivoluzione.
Incuriosito ed estasiato da questo personaggio che suona la chitarra ad una velocità stratosferica, ho trovato ed ascoltato per la prima volta l'album Rising Force. Quell'album sconvolse la mia vita (musicale s'intende!). L'ho ascoltato e riascoltato centinaia di volte. In poco tempo è diventato il mio album preferito, lo ascoltavo tutti i giorni e non mi stancava mai. Avevo trovato il mio ideale di chitarrista, il mio ideale di musica. Non erano solo la velocità e la tecnica fuori dal mondo che mi piacevano, ma il modo di comporre di Malmsteen, il suo sound, le atmosfere che uscivano da quel disco, la perfetta conciliazione tra tecnica e gusto musicale. Non c'erano storie, Malmsteen, per me, era il migliore.
Non mi sono certo fermato al primo album, in poco tempo ho acquistato Marcingh Out, Trilogy e Odyssey. Altri tre album incredibili, che hanno completato l'immagine, già quasi perfetta, che avevo di Malmsteen. Nello stesso periodo ho visto il live dell'85 in Giappone e il Live in Leningrad del 89. Due concerti entusiasmanti, in cui il Maestro mi si è mostrato in tutto la sua potenza.
Ero all'apice dell'idolatria. Non pensavo potesse esserci nulla di meglio, lo penso ancora.
Ho cercato di estendere le mie conoscenze acquistando ed ascoltando altri dischi. Ma non sono più riuscito a trovare il Malmsteen dei primi quattro album. Dopo il live in Leningrad le uniche opere di Yngwie che reputo all'altezza sono Eclipse, The seventh sign e il Concerto per chitarra ed orchestra. Questi tre dischi sono gli unici che, dopo il 90, rendono giustizia alla vera natura di Malmsteen.
Purtroppo ha registrato tanti altri album che si sono scostati molto da quelli delle origini. Lo stile (più improntato al power metal), la  scelta della line-up (non ci sono più stati cantanti come Soto e Turner), la produzione (fatta in casa dello stesso Malmsteen) e l'incapacità di creare capolavori che emozionassero e non fossero solo tecnicismi fini a se stessi, tutte queste cose, hanno cambiato drasticamente la mia immagine di Malmsteen. Di tutti gli album che non ho citato (esclusi quelli con Alcatrazz e Steeler, che credo molto validi), salvo molti pochi pezzi. In linea di massima, il meglio lo ha dato strumentalmente, ma canzoni convincenti ne trovo poche. Non voglio dire che siano tutte brutte, ma che non sono pezzi che abbiano dato qualcosa in più. Pezzi che, anche se non avesse fatto, non se ne sarebbe sentita la mancanza.
Ultimamente però, specialmente con Perpetual Flame del 2008 e Spellbound  del 2012, mi sembra che ci sia una nuova inversione di rotta. Non credo si tornerà mai alle origini degli anni ottanta, non sarebbe possibile, ma sembra che Malmsteen stia trovando di nuovo qualcosa da dire. Almeno mi auguro che sia così. Perchè il vero Malmsteen, l'originale, c'è ancora e lo si può sentire in alcuni pezzi e soprattutto nei live.

Questo mio blog nasce dunque dalla mia passione e devozione al Maestro svedese, che ha influenzato molto il mio gusto musicale e che mi ha dato tanto con i suoi pezzi. Questo blog è un omaggio, dovuto, ad un musicista che ha segnato la storia della musica e ha rivoluzionato il modo di intendere la chitarra elettrica!

Play loud!

8 commenti:

  1. Sento Malmsteen dal 1990, e sono dell'idea che i migliori album sono Rising Force, Marching Out e Trilogy.....degli anni Novanta salvo Eclipse, alcuni brani di Seventh Sign, Facing The Animal e il Concerto Suite. Degli anni Duemila salvo solo Unleash The Fury. Per il resto è un continuo ripetersi delle sue arcinote frasi chitarristiche....

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  2. Complimenti al tuo blog in onore del maestro!! Ho iniziato ad ascoltare yngwie a 13anni nel lontano 86 grazie ad una cassetta di mio fratello....mi addormentavo a letto con le cuffie i il walkman sul cuscino:) per me è stato amore a primo udito, soprattutto i suoi pezzi melodoci per le emozioni che mi suscitavano...neanche a dire iniziai a suonare subito dopo la chitarra elettrica, e anche se adistanza di anni ho ascoltato e amato generi e chitarristi diversi, malmsteen rimane tuttora parte importante della mia influenza musicale ed emotiva con la musica! Grazie YNGWIE

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    1. Grazie! Sì, una volta inmmaorati di Yngwie, non se ne riesce più a fare a meno...ci sono periodi in cui si ascolta meno, ma prima o poi ritorna! Consiglio di acquistare e leggere il libro che ha pubblicato, è molto interessante!

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  3. Io ascolto il maestro dal 1986 e posso dire di aver vissuto quasi tutta la sua carriera. Grazie a lui si è cambiato l'approccio verso questo strumento e ha influenzato tantissimi chitarristi altrettanto validi, ne cito solo alcuni Patrick Rondat, Vinnie Moore e Tony Macalpine. Rimarrà sempre il migliore e un'icona per tanti chitarristi speriamo che ritornerà a comporre album come Rising Force che rimane il migliore in assoluto.

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  4. Ascolto Yngwie da circa 15 anni e a diffrrenza della maggioranza di chi lo fa non sono un chitarrista. Sono rimasto shockato la prima volta che ho ascoltato Rising Force: non tanto per la tecnica (conoscevo gia Al di Meola, Pat Metheny, John Petrucci e Steve Vai), quanto per la capacità di aver CREATO nel mondo della musica. Capacità molto rara. Creare un genere non è facile. Per questo Malmsteen è un grande. Ho tutto di lui. La discografia completa e alcuni bootleg degli anni 80/90 molto interessanti...ovviamente in 33 giri. In pochi parlano di Magnum Opus e Facing the Animal: due album molto coinvolgenti e che rispetto agli altri della produzione coeva danno un Yngwie più creativo e meno appiattito.
    Non è facile tornare ad album come i primi 3 (Odissey è bello madiverso....molto più "commerciale")...è cambiato tutto...è cambiato il mondo e gli artisti hanno una sensibilità diversa dagli esseri "normali". Bisogna prendere il meglio di ciò che lui esprime in ogni produzione e portarlo con se nel cuore. Artisti così non nasceranno più. Grazie Sig. Lannerback

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    1. Pienamente d'accordo con tutto quello che hai scritto! Personalmente anche a me Magnum opus piace molto e lo trovo un ottimo album. Su Facing the animal invece sono un pochino più critico, lo considero inferiore al Magnum Opus.
      Concordo col fatto che il Malmsteen odierno non possa essere più quello che in 3 anni ha partorito tre capolavori (mi reiferisco a rising force, marching out e trilogy ovviamente) e che bisogna prendere ciò che di buono continua a fare ancora adesso, qualche pillola degna di nota in ogni nuovo album la si può trovare sempre.

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  5. Era il 1991 quando un mio amico che suona la chitarra (suono la chitarra anch'io, ovviamente una Fender Stratocaster) mi fece ascoltare Trilogy Suite op.5. Ero un patito di Bach e Vivaldi, della chitarra e del rock, e Yngwie ne era la sintesi perfetta. Da allora non c'è stato chitarrista che nella mia classifica personale lo ha scalzato dal 1° posto. Personalmente non giudico Yngwie nel corso del tempo, è naturale che si cambia, piuttosto mi concentro nel godermi quello che fa e come lo fa. Sempre :-)) Maestro, you are #1!

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  6. visto a Barcellona il 24 settembre scorso. Il suo show è epico, ormai un classico. Malmsteen è un pioniere, un coraggioso autore, con una carriera alle spalle molto articolata. Il suono della sua Fender è variato nel tempo, insieme ai suoi sweep picking e fraseggi. Lo strumento stesso ha subito un'evoluzione tecnologica che deve tanto alla sua natura liutaia. Gli album sono tutti diversi con tanti elementi comuni. I primi sono la novità assoluta nel panorama rock mondiale. Malmsteen attinge istintivamente passaggi dei grandi classici creando un universo musicale a sè, mai ascoltato. Il suo percorso autoriale si sviluppa tra pezzi orecchiabili, giochi di chitarra, musiche che rimandano a secoli prima o secoli futuri. Io suono la chitarra e dal punto di vista tecnico, a pari merito con tanti suoi amici come Vai, Satriani, il Nostro ha inventato una serie innumerevoli di trovate di forma e sostanza che sono semplicemente magia. E noi stregati passiamo volentieri le ore ad ascoltarlo ripetutamente cercando di avvicinarci alle sue - alcune volte -arrivabili esecuzioni. Ma è la sua musica e nessuno può interpretarla, eseguirla come lui.

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