martedì 28 febbraio 2012

Intervista sull'album con orchestra 1999

Intervista raccolta da Jurij Ricotti


Chi non conosce Yngwie Malmsteen alzi la mano! Strano, vedo qualcuno con la mano alzata...ok, stiamo scherzando, forse sarebbe meglio iniziare dal principio. Un bel giorno, in Svezia, un giovinotto di dodici anni vide uno show televisivo in cui si celebrava la morte dell'ormai arcinoto chitarrista Jimi Hendrix. La visione di quest'evento si imprime nella mente del giovane Yngwie in maniera indelebile, da quel giorno sarebbe diventato come lui. Decide, quindi, di prendere la chitarra appesa al muro dalla madre (in Svezia, la chitarra veniva considerata uno strumento da donnicciole) e di scarrozzare la sua voglia di show qua e là; anche il cognome Malmsteen proviene dalla madre. Dopo aver infestato tutto il suo paese con concerti (a detta di tutti) travolgenti, nel senso del volume, gli viene proposto di registrare un demo e di spedirlo al famoso guru dei talentscout americano Mike Varney, che dopo averlo ascoltato sobbalza dalla sedia e lo recensisce immediatamente sulla rivista dove lui scriveva: Guitar Player. In seguito invita Yngwie nella patria del pop corn per inserire la sua grande tecnica in un gruppo da lui costituito, gli Steeler. A quel tempo si cercava di proporre nuovi gruppi per invadere il mercato europeo capeggiato dal rock britannico. Gli Steeler fanno un disco che non ottiene l'effetto desiderato, ma soltanto quello di mostrare un Malmsteen al pieno delle sue capacità. Successivamente passa al gruppo degli Alcatrazz capeggiato da Graham Bonnet (cantante dei Rainbow) con i quali sforna due ottimi dischi: "No Parole From Rock'n'Roll" e il live "Live Sentence". Lascerà in seguito gli Alcatrazz per dedicarsi alla carriera solista, il posto vacante verrà preso da un altro giovinotto, di nome Vai. Inizia così la carriera solista di Yngwie che non si è arrestata fino ad oggi. Il suo primo disco, "Rising Force", è diventato ormai la bibbia del rock neoclassico ed un must per chiunque si senta rock. Durante tutta la sua carriera ha prodotto molti albums, il più dei quali per il mercato giapponese che assorbe la maggior parte della sua produzione con ingordigia, arrivando persino a produrre dischi e video esclusivamente per quel mercato. A tutt'oggi, Yngwie Malmsteen rappresenta il fulcro del rock neoclassico, una vera e propria icona della scena hard rock mondiale. Ma la sua vita non è stata tutta rose e fiori: ha sposato prima una popstar svedese, Erika Norberg - matrimonio naufragato un anno dopo - e poi l'indiana Amber - che lo fece diventare un cesto di lumache -, ha fatto due incidenti quasi mortali con l'automobile, rischiando anche di perdere la mano destra, un manager è fuggito con tutti i suoi soldi, un altro è morto a causa dell'uragano Andrew, continui cambi di etichetta, alcool come se piovesse, ma grazie al carattere forte che lo contraddistingue (spesso pure troppo, visto le litigate con i giornalisti ed i fans) è riuscito a rimanere quello che è, un chitarrista formidabile ed innegabile. A tutt'oggi, vere e proprie schiere di cloni portano avanti la sua bandiera, senza però riuscire ad eguagliare il maestro in nessun aspetto. Il più singolare di tutti, a detta di Yngwie stesso, è Joe Stump - chitarrista americano e addirittura insegnante al Berkeley - che emula le gesta dello svedese in tutto e per tutto: stessa pettinatura, stessi vestiti, stessa chitarra, stessa cinta della chitarra, stessi ampli, stessi anelli, stesse collane, stesso vino e addirittura stessa posa nelle foto, roba da matti. Ma non è solo che la punta di un iceberg, seguono a ruota Paul Gilbert con Y.R.O. (Yngwie Rip Off), Michael Romeo leader dei Symphony X, Michael Angelo, Chris Impellitteri grande scopiazzatore, l'ormai noto Timo Tolkki, Vinnie Moore e Tony Macalpine, ma la lista sembra essere infinita. Praticamente, non esiste più un chitarrista della nuova generazione che non sia stato influenzato da Malmsteen. Ma il cambiamento più grosso si è avuto lo scorso anno con la nascita di Antonio - il nome di Vivaldi - Malmsteen che sembra aver portato un po' di pace e calma nella sua vita. L'alcool è stato del tutto abbandonato e l'acquisto di una macchina familiare è costata la vendita di una delle due Ferrari. L'unica cosa che finora non sembra cambiata è la voglia di cambiare formazione in quasi tutti i dischi, a tutt'ora il gruppo (secondo noi fantastico) che aveva non c'è più. Tra le influenze classiche che hanno contribuito a forgiare lo stile dello svedese, troviamo Antonio Vivaldi, Bach, Paganini, Beethoven, mentre quelle più rockettare sono state Hendrix e Ritchie Blackmore dei Deep Purple, del quale spesso copia la posa on stage! Non disdegna, però, chitarristi come Allan Holdsworth e Al Di Meola dei quali spesso propone degli estratti durante i live set. La sua ultima fatica è stata la scrittura e la composizione di un vero e proprio concerto per orchestra e chitarra elettrica, registrato lo scorso anno. Un vero e proprio punto di arrivo per la chitarra neoclassica, fino ad arrivare a sostituire il violino, strumento supremo dello stile barocco. Ritorna così a scrivere musica rock, come si può ascoltare in "Facing The Animal" - e di gran classe - avvalendosi dei migliori musicisti in circolazione. Purtroppo, dopo la registrazione del disco, muore il batterista Cozy Powell in un incidente stradale. Durante l'anno scorso, però, si è potuto registrare un concerto di due serate, tenutosi in Brasile, che ha dato vita ad un Cd e ad un video nuovo di zecca - forse anche per riscattare la mancata distribuzione di "Live At Budokan", disponibile solo per il mercato nipponico. Decisi, quindi, a conoscere i retroscena del nuovo lavoro, portiamo i microfoni all'attenzione di Mr. Yngwie che ci svelerà qualche segreto. Questa volta ci appare un Malmsteen molto rilassato, quasi capofamiglia con le pantofole, che si preoccupa di chiudere la porta per non mandare il fumo nella stanza del bambino. Chi lo avrebbe mai detto?

- CIAO, YNGWIE. COME VA?

Bene.

- SAPPIAMO CHE SEI PAPA'. COME TI SENTI IN QUESTO RUOLO?

Mi trovo bene, per ora va tutto bene. Per fortuna non devo pensarci da solo, mia moglie mi aiuta moltissimo. E' una situazione nuova per me, lo vedo crescere ogni giorno, sta diventando enorme. (Like father, like son...ndr)

- PENSI CHE QUESTO COMPORTERA' DEI CAMBIAMENTI NEL TUO MODO DI COMPORRE?

No, assolutamente. Forse sarà più romantico in alcune cose, sai, si cominciano a vedere le cose in maniera diversa.

- PENSI CHE TUO FIGLIO VORRA' DIVENTARE UN CHITARRISTA?

Forse sì, forse no; io, comunque, gli ho già fatto costruire dal custom shop della Fender tre belle Stratocaster modello Antonio Malmsteen, molto piccole, in modo che appena possa muovere le mani gli metto subito la chitarra a tracolla.

- COSA PENSI VERAMENTE DI EDDY VAN HALEN?

Guarda, penso che sia grande, sicuramente un grandissimo chitarrista. Credo che i suoi primi album siano veramente belli, credo che la sua venuta nella scena rock abbia portato una vena di freschezza. Me lo ricordo nella band con David Lee Roth, una vera bomba; purtroppo, non l'ho mai incontrato personalmente quindi non saprei dirti che tipo di persona sia.

- PENSI DI PROVARE NUOVE STRUMENTAZIONI, CI RACCOMANDI QUALCHE COSA?

No, con quello che ho mi trovo bene. Secondo me, l'accoppiata migliore si ha con la chitarra Stratocaster e gli ampli Marshall; il resto non m'interessa.

- ABBIAMO VISTO LA NUOVA BAND LO SCORSO ANNO, CI E' SEMBRATA FANTASTICA. DICCI QUALCHE COSA.

Quale band? Sono cambiate molte cose dallo scorso anno: ho cambiato l'intera band, ho cambiato manager, ho cambiato etichetta... l'unica cosa che è rimasta sono io, il chitarrista, stai tranquillo!

- PUOI DIRCI CHI SARA' NELLA TUA NUOVA BAND?

Per ora è un segreto, poi non ho ancora deciso chi inserire definitivamente; comunque, sarà una sorpresa per tutti.

- COME HAI PRESO LA MORTE DI COZY LO SCORSO ANNO?

Insomma, non l'ho presa proprio bene, è stata una cosa troppo improvvisa. Eravamo pronti per il tour, mi ha totalmente colto di sorpresa, sono rimasto molto male!

- QUANDO TI E' VENUTO IN MENTE DI COMPORRE PER ORCHESTRA?

L'opportunità si è presentata nel 1996. Per me era giunto il momento di comporre un pezzo, ho preso la carta ed ho principalmente seguito l'orecchio, ho improvvisato i temi e le progressioni degli accordi registrando tutto nel mio studio per i demo. Per fortuna ho un grande tastierista che ha lavorato moltissime ore in studio con me. Io ho composto le parti e Mats le ha tradotte nella tastiera.

- IN CHE SENSO?

Io facevo le parti di uno strumento e Mats le suonava con il suono dello strumento. Le parti sono state rivisitate e risuonate molto sui cambi degli accordi. Il tema principale ed i temi di sviluppo, nuovi temi e nuove melodie furono aggiunte in seguito insieme ai contrappunti. Mats è stato basilare per questo lavoro. Quando tutto fu terminato mi sembrava logico farne degli spartiti per orchestra.

- NEL DEMO CHE ASCOLTAI NON C'ERA MATS.

E' vero. In quel periodo Mats era fuori e il mio manager Jim Lewis mi raccomandò David Rosenthal; pensai subito che fosse una buona idea, così gli chiesi di ascoltare i miei pezzi e di registrarli in una versione sinth per i demo.

- DOPODICHE'?

Il passo successivo fu di trovare un direttore d'orchestra con una grossa esperienza, così durante il tour ho incontrato Yoel Levi, il direttore dell'Atlanta Symphony Orchestra. Ha ascoltato i demo e ne è rimasto molto impressionato; aveva sentito parlare del mio modo di suonare da suo figlio.

- CREDI CHE L'ALBUM "MILLENIUM" SARA' DISTRIBUITO IN EUROPA PRIMA O POI?

Sicuramente, credo verso la fine di settembre se tutto va per il verso giusto!

- SUONERAI LIVE CON L'ORCHESTRA?

Sì, quasi certamente.

- SCUSA, MA NON C'ERANO DEI PROBLEMI CON IL VOLUME? INSOMMA, SE SUONI CON L'ORCHESTRA, LA CHITARRA ELETTRICA LA SOVRASTA TROPPO!

Sì, infatti è uno dei problemi che non siamo ancora riusciti a risolvere! (Ride, nda)

- "LIVE IN BRAZIL" E' UN BEL DISCO, ANCHE SOTTO IL PROFILO DELLA REGISTRAZIONE. COSA AVETE UTILIZZATO?

Un nuovo sistema di registrazione, il sistema Otari che lavora su hard disk a 24 bit, una vera figata! Ne ho subito comprati due e li ho messi nel mio studio casalingo!

- CON QUALE CRITERIO SELEZIONI LE TUE SCALETTE DAL VIVO?

Spesso cerchiamo di inserire soltanto i pezzi hit dei vari dischi, a volte scegliamo al momento, a volte soltanto i brani dell'ultimo album per promuoverlo un po'. Poi, chiaramente, inserisco i pezzi che mi piacciono di più come "Far Beyond The Sun" e "Black Star" che mi diverto tuttora a suonare.

-SO CHE DURANTE I CONCERTI DAL VIVO SUONI SPESSO DEI PEZZI DI AL DI MEOLA CON LA CHITARRA ACUSTICA...

Sì, è vero, spesso suono "Splendid Sundance" di Al Di Meola; credo che sia un grande chitarrista, da seguire sicuramente. Durante i miei solos con l'acustica improvviso sempre, a volte mi capita di fare pezzi di altri.

- HO SENTITO PERO' CHE SUONI ANCHE IL TEMA PRINCIPALE DI "PRELUDE FOR APRIL" (UN PEZZO DI MILLENIUM).

Sì, ma soltanto il tema perché poi si sente la mancanza dell'orchestra e senza di essa il pezzo perde d'impatto.

-QUAL' E' IL TUO ALBUM PREFERITO?

Mah, sinceramente mi piacciono tutti. Come ti dicevo prima, ci sono dei pezzi che mi divertono di più, altri di meno, ma non rimpiango nulla.

- HO VISTO CHE HAI CAMBIATO ANCHE IL RACK EFFETTI E TUTTA LA PARTE ELETTRONICA!

Non proprio. Il cambiamento è avvenuto soltanto per quanto riguarda gli effetti, che sono stati sostituiti con altri di nuova generazione, ed il vecchio pedale Taurus, cambiato con una pedaliera midi, perché non andava proprio più. La struttura, però, è rimasta la stessa.

- PERCHE' LA CHITARRA "SIGNATURE MALMSTEEN" GIAPPONESE E' DIVERSA DA QUELLA AMERICANA?

Prima era così, adesso le fanno identiche. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto dalla Fender, mi sembra che abbiano rispettato quasi tutto.

- RACCONTACI UN PO' DALL'INIZIO... COME TI E' VENUTA QUESTA PASSIONE?

Sono sempre stato circondato dalla musica, sia mio fratello che mia sorella erano polistrumentisti, suonavano il flauto, il violino, il piano e la batteria. Ho ricevuto la mia prima chitarra a cinque anni, ma non ho mai preso lezioni veramente! Durante questo periodo, mia sorella Lollo portò a casa un disco dei Genesis: gli arrangiamenti, le strutture degli accordi ed i contrappunti delle melodie mi affascinarono. Rompevano tutti i concetti blues basati sulla realtà pentatonica; all'inizio ero meravigliato da tutto questo. Soltanto in seguito ho iniziato ad analizzare la musica classica - principalmente del periodo barocco - dalla collezione di dischi di mia madre. Da questo punto in poi l'amore verso la musica classica barocca divenne irreversibile.

- COME HAI INIZIATO A SUONARE?

E' stato quando ho visto Jimi Hendrix in uno special alla televisione, mandato in onda il giorno della sua morte: non potevo credere ai miei occhi, faceva cose bellissime che non avevo mai visto e le faceva con grande energia. Per questa ragione ho iniziato a suonare la chitarra, non perché mi piacesse la musica, ma perché volevo diventare uno showman come lui per esaltare le menti della gente sul palco! Questa è stata la prima ragione che mi ha fatto prendere la chitarra, la musica è venuta dopo! Ricordo che la prima volta che ho provato a suonare sono uscite un po' di note ed immediatamente ho detto: "Yeah!! E' la mia strada!". Ho corso e lanciato la chitarra! Questo perché quello che faccio e quello che suono vanno di pari passo!

- SEGUI UNA PREPARAZIONE FISICA PRIMA DELLO SHOW?

Non molta, in realtà. Faccio solo un po' di stretching ed un po' di ginnastica prima di partire per il tour.

- E' IMPORTANTE PER UN CHITARRISTA STARE SUL SET?

Sicuramente! Molti di loro stanno su un palco e suonano i loro licks: questo va bene per loro, ma non per me. Per me è tutto collegato, musica e show, non so fare l'uno senza l'altro, mi risulterebbe non naturale. Così ho cercato di sviluppare il mio stile in questa direzione per esprimere me stesso sul palco. Per esempio, prendiamo l'accordo di A power chord (A5), ma lo facciamo solo dopo aver fatto roteare la chitarra intorno al corpo, è e rimane A5, ma il modo in cui lo hai fatto è spettacolare. La spettacolarità rimane il mio obiettivo!

- QUALI SONO STATE LE PERSONE CHE TI HANNO INFLUENZATO DI PIU' ON STAGE?

Jimi Hendrix, sicuramente, ma anche Ian Anderson (flautista dei Jethro Tull), se guardi il suo modo di mettere la gamba piegata, era sicuramente un grande esecutore che mi ha influenzato. Non mi ha influenzato molto invece Blackmore (chitarrista dei Deep Purple), non era molto dentro la parte quando suonava. Per me è importante muovere la testa e battere il tempo con il piede, un po' come fa Angus Young (chitarrista degli AC/DC) che è un grande performer. Il movimento deve essere molto fluido, da gatto, un po' come il linguaggio del corpo di Hendrix o di Anderson che era molto sexy.

- IL LANCIO DELLA CHITARRA E LA RIPRESA CON LA MANO E' ORMAI UN TUO MARCHIO DI FABBRICA. QUANDO E' STATA LA PRIMA VOLTA CHE LO HAI FATTO?

Ricordo che prima di riuscirci ho rotto la chitarra in due parti; mi può ancora capitare perché a volte la vista mi tradisce.

- NON RIESCI A VEDERE QUANDO RICADE?

Dipende se ho le luci negli occhi che mi accecano! Dipende anche da come ricade la chitarra; in genere, il body (corpo) pesa di più, quindi arriva per primo, il difficile è afferrare il neck (manico) con la mano.

-E' SICURAMENTE FATICOSO!

Certamente, ma è troppo divertente farlo davanti al pubblico che si scalda immediatamente!

- QUANDO BUTTI LA CHITARRA, E' UN MODELLO JUNK (SCARTO) O UNA DELLE TUE?

A volte uso degli scarti.

- HAI MAI ROVINATO UN' OTTIMA CHITARRA DURANTE LO SHOW?

Una mi è caduta - la mia '68 Natural Fish - ed ho rotto il body, la cinghia ed il trasmettitore. Poi, un'altra volta si è rotta la paletta della mia 'Strato' del '56 Candy Apple Red, ma sono riuscito a farla riparare, così si è salvata. La 'Duck', invece, si è rotta almeno dieci volte finora!

- COME TI RAPPORTI CON IL PUBBLICO?

Nella stessa maniera ovunque. In Germania ho suonato davanti a 1.500 persone ed in Spagna erano 45.000.

- MOLTI SI CHIEDONO PERCHE' CAMBI LINE-UP AD OGNI ALBUM.

Devi capire che sono album di un artista solo, registro sotto il mio nome e non sotto il nome di un gruppo con una line-up fissa. Per ogni progetto nuovo metto insieme i migliori musicisti disponibili per sviluppare un certo tipo di materiale, qualcuno suona su un album e non su un altro, anche i musicisti che sono in tour non sono gli stessi cha appaiono sul disco: questo perché la performance live è diversa da quella dello studio recording. La mia band è un'orchestra a rotazione, loro interpretano la mia musica, non la creano, loro sono il cambiamento ed io la costante.

- I MUSICISTI NON SONO FACILI DA TROVARE, COME FAI?

In genere, prima guardo le foto ed ascolto i nastri, così se sono interessati li chiamo e parlo con loro, gli chiedo di imparare delle cose. Quando siamo insieme vedo se sono a posto per interpretare ciò che gli avevo chiesto. Spesso partiamo in Jam perché se non sai improvvisare non puoi suonare con la mia band. L'improvvisazione è una delle cose importanti che richiedo, se sei un fuoriclasse puoi imparare un sacco di pezzi velocemente, non ho tempo per sedermi e spiegare tutto il mio vecchio materiale.

- COME VEDI LA VITA "ON THE ROAD"?

Mi piacciono tutte le ore spese sul palco; odio, invece, tutto il resto, la fretta e le attese, svegliarsi presto, andare a dormire, andare nel bus, uscire dal bus, fare il sound check e le interviste, ecc.

- HAI MIXATO L' ALBUM AI CRITERIA STUDIOS DI MIAMI?

No, soltanto le parti di batteria; il resto l'ho fatto nel mio studio che si chiama 308!

- AH, COME LA FERRARI!

Sì, sono veramente fissato! C'è perfino una bandiera davanti con il cavallino rampante!

- CHE TIPO DI FUTURO VEDI PER LA CHITARRA ROCK?

Guarda, la chitarra negli ultimi 50 anni ha dominato la scena rock, puoi chiamarla punk, grunge, heavy metal o come ti pare, è sempre la chitarra. Ha attraversato dei momenti belli e dei momenti brutti, ma c'è sempre stata!

- CREDI CHE TUTTI I CONFINI DELLA TECNICA CHITARRISTICA SIANO STATI ESPLORATI?

Non lo so! La musica è musica, non è importante come la suoni, quando la suoni devi pensare a comunicare, non a farlo il più stranamente possibile!

- OK, QUANDO CI VEDIAMO PER IL PROSSIMO TOUR IN ITALIA?

Per il tour, non lo so; sarò in Europa per una serie di Clinics che terrò in tutti i paesi, sicuramente il 6 marzo sarò in Germania, spero di vederci presto!

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

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