giovedì 23 febbraio 2012

Yngwie Malmsteen - Rising Force - Recensione


Artista: Yngwie Malmsteen
Titolo: Yngwie J. Malmsteen's Rising Force
Genere: metal neoclassico
Anno di uscita: 1984
Etichetta: Polydor
Voto: 96/100


Svedese, emigrato in America per la sua musica, dopo aver esordito con Steeler e Alcatrazz, un certo Yngwie Joahnn Malmsteen esordisce, a 21 anni, con un disco tutto suo: Yngwie J. Malmsteen's Rising Force.
Questo disco, considerato da molti il capolavoro del Maestro, apre l'era dello shredding.


Concentrandosi sull'album: Malmsteen svela la sua essenza, scopre molte delle sue carte, nella registrazione del disco.
Si apre con il celeberrimo Black star. Il pezzo parte calmo, con un intro di chitarra classica forse inaspettato. Ma è solo la calma prima delle tempesta. Pochi secondi e un semplice fill-in di batteria seguito da un altrettanto semplice (ma efficace) giro di basso aprono il sipario che cela l'emblematica Fender Stratocaster di Malmsteen.
Yngwie riesce a conciliare una tecnica virtuosa e un gusto musicale, entrambi d'impronta classica, difficilmente ritrovabili in altri album. Infatti questo disco smentisce e fa ricredere (o almeno dovrebbe) gli scettici e i contestatori dello svedese. Non si tratta di una sbrodolata di note, di un'esibizione fine a se stessa, un'esaltazione dell'ego smisurato di Malmsteen. Al contrario si trovano pezzi elaborati, studiati dal punto di vista armonico, in cui nulla è lasciato al caso. Le atmosfere sono straordinarie, gli assoli mai disgustosi, ma sempre accuratamente scelti per essere piacevoli all'orecchio e non per sforare in una pacchiana serie di note a velocità stratosferica. Tutta la musica è composta dallo stesso Malmsteen.

Da questo album escono maestosi brani, come il già citato Black sta, Far beyond the sun (pregevole anche la batteria) e Icarus dream suite. Quest'ultimo è quello in cui maggiormente viene fuori l'impronta classica del chitarrista. Inizia con un adattamento dell'Adagio di Albinoni, per poi proseguire in un tripudio  neoclassico (come verrà definito in seguito il genere musicale di Malmsteen) di altissima qualità in cui si susseguono sontuosi arpeggi e sweep picking.
In un album quasi totalmente strumentale si sente appena la voce del grande Soto, che darà prova di sé nell'album seguente. Qui si limita a due canzoni, forse un po' stonate col resto dell'album, ma comunque apprezzabili.
Ottimi anche gli altri due pezzi strumentali non ancora citati: Evil eye e Little savage.
Altra caratteristica molto importante dell'album e del chitarrista è il suono della chitarra. Molto ricercato dallo svedese, ottenuto grazie ai Dimarzio e al Marshall scelti e mantenuti da lui.
L'album si chiude come ha iniziato. Una chitarra acustica suona Farewell che riprende molto l'intro di Black star. Ma non è un vero addio, è solo l'inizio di un fenomeno che ha cambiato radicalmente il modo di intendere la chitarra elettrica.

TRACKLIST

01. Black Star                                 4:52
02. Far Beyond the Sun                  5:52
03. Now Your Ships Are Burned    4:11
04. Evil Eye                                    5:14
05. Icarus' Dream Suite Op. 4        8:33
06. As Above, So Below                4:39
07. Little Savage                             5:22
08. Farewell                                    0:49

FORMAZIONE

Yngwie Malmsteen – guitar, Moog Taurus, bass, production
Jeff Scott Soto – vocals
Jens Johansson – keyboard, harpsichord arrangement (track 7)
Barriemore Barlow – drums

Rising Force Backside

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