Intervista raccolta da Riccardo Montanari
Eravamo tutti in attesa di Yngwie nella bellissima hall del lussuoso albergo in cui alloggiava, pronti per scambiare con lui quattro chiacchiere e per renderci conto di ciò che ci avrebbe regalato nell'immediato futuro. Il grande chitarrista svedese ci ha raggiunto dove lo attendevamo in un batter d'occhio, ma, cosa ancor più clamorosa, ci ha salutato ed accolto in un modo così cordiale che il fastidioso aspetto formale sempre presente in simili occasioni non è stato minimamente riscontrato. Subito la conversazione diviene interessante e coinvolgente, soprattutto perché, per volontà dello stesso virtuoso, non si è svolta un'intervista singola per ogni giornalista, ma una vera e propria discussione aperta a tutti coloro avessero voluto saziare la propria curiosità riguardo i più svariati argomenti anche extra chitarristici ! Insomma, una vera pacchia che mi ha permesso di porgere tutte le domande che volevo e che sto per riportarvi in questa intervista unica e per i contenuti e per gli aneddoti. Per cominciare, gli ho formulato una domanda inerente ai suoi prossimi lavori.
- YNGWIE, COM'E' ARTICOLATO IL LAVORO PER CHITARRA E ORCHESTRA CHE STAI PREPARANDO ?
Innanzitutto, il lavoro è finalmente finito; ma la cosa di cui vado orgoglioso in modo particolare è la consistenza dell'opera stessa !
- PERCHE' E' STATO PARTICOLARMENTE IMPEGNATIVO IL SUO CONCEPIMENTO ?
Non in particolar modo per me, ma, quando presentai lo spartito a colui che doveva dirigere tutti i musicisti, questi mi chiese: ''In quanti anni hai scritto queste quattrocento pagine ?''. Due mesi ! ''Due mesi ? Impossibile ! Ma hai scritto tu le parti per cembalo, oboe, violino...insomma, per tutto ciò che non riguarda direttamente la chitarra ?''. Naturalmente !!!! Vedi, ho messo tutto me stesso nel comporre gli undici movimenti che costituiscono questa mia nuova creazione; infatti, ascoltandola potrai renderti conto della sua completa pertinenza non più rock ma prettamente classica ! Puoi trovarci infatti preludi, fughe, vivaci, andanti, adagi, moderati, ecc...
- PRATICAMENTE UN CONCERTO ITALIANO !
Sì, racchiude in sè elementi tipici della poesia di Bach, Vivaldi ed altri compositori italiani improntati sul virtuosismo violinistico.
- QUINDI UNA STRUTTURA MERAMENTE SOLISTICA QUALE QUELLA DI TORELLI, CORELLI E DEL CONCERTO BAROCCO PER VIOLINO IN GENERALE !
Esatto ! Ovviamente sarà la chitarra ad avere il ruolo fondamentale solistico e melodico, ma non mancheranno comunque interventi orchestrali di primissimo piano !
- MI HAI DETTO CHE QUESTO CAPOLAVORO E' GIA' IMMORTALATO NELLE QUATTROCENTO PAGINE DI CUI SOPRA, MA QUANDO INIZIERANNO LE REGISTRAZIONI VERE E PROPRIE ?
Giugno del prossimo anno.
- E' RISCONTRABILE SOLO LA PRESENZA DELLA TUA MITICA FENDER STRATOCASTER ?
No, otto degli undici movimenti sono elettrici, ma i tre rimanenti sono esclusivamente acustici.
- MA TI SEI AVVALSO DI UN COMPUTER O ALTRE MACCHINE PER AIUTARTI NELLA COMPOSIZIONE ?
Io odio il computer ! Non l'ho usato per nessuno dei miei lavori. Quando scrivo siamo solo io e la mia chitarra che ci facciamo guidare dalla Musica ! Il resto non ha minimamente peso.
Poi tra un bicchiere di birra, una sigaretta ed una foto, la conversazione scivola su altri generi musicali quali il blues.
- COSA PENSI DEL BLUES A LIVELLO TECNICO E DI FEELING ?
Amo il blues e credo che sia veramente unico perché lo ritengo la cosa più semplice e difficile al mondo.
- IN CHE SENSO LA PIU' FACILE E LA PIU' DIFFICILE ?
Intendo dire che tutti i buoni chitarristi riescono a suonare anche in modo apprezzabile le pentatoniche e tutte queste scale che caratterizzano il blues stesso, ma quante di quelle note arrivano al cuore di chi ascolta rendendolo partecipe di ciò che sta accadendo ? Blackmore, Hendrix e B.B. King sono stati maestri in questo.
- A PROPOSITO DI BUONI CHITARRISTI, SEI AL CORRENTE DELLA NUOVA ONDATA DI VIRTUOSI SCOPERTI DA MIKE VARNEY - CHE DOPO LA TUA USCITA ED IL CONSEGUENTE SCONVOLGIMENTO DEI CANONI TECNICI - STANNO ESPANDENDO GLI ORIZZONTI COMPOSITIVI ?
No !
- NON HAI MAI SENTITO NOMI QUALI JOEY TAFOLLA, SCOTT MISHOE, BRETT GARSED...
Purtroppo, non riesco ad avere informazioni su tutta questa nuova ondata, perché la tv e gli altri canali di divulgazione presentano solo un orribile grunge ! Potrai capire pertanto che viaggiando continuamente non è semplice rendersi conto di ciò che accade musicalmente intorno a te.
- QUINDI, NON LI CONOSCI.
No, ma dimmi come suonano e cosa fanno.
- STUDIANO ANNI ED ANNI SIA TECNICAMENTE CHE A LIVELLO TEORICO MUSICALE, SI DIPLOMANO IN GRANDI SCUOLE COME IL G.I.T. E POI APPLICANO LA LORO CULTURA BLUES, JAZZ E METAL IN UN AMBITO PIU' MODERNO ! QUASI CONTAMINASSERO IL METAL CON IL JAZZ E VICEVERSA.
Wow ! Sembra qualcosa di veramente serio ed affascinante ! Ma sono veramente come li hai descritti ?
- SENZA OMBRA DI DUBBIO !
Allora dovrebbero somigliare in qualche modo ad Allan Holdsworth !
- SI', ESATTO !
Allora sono grandi !
Dopo che altri giornalisti hanno posto delle domande su Joe Satriani, Malmsteen si gira verso di me e mi dice:
''Ciò che intendevo prima riguardo al blues, ritengo sia completamente mostrato da Joe Satriani !''
- PERCHE', NON TI PIACE TECNICAMENTE ?
Lui è bravissimo tecnicamente, ma fa ciò che molti altri possono fare; non è unico nel suo sound, infatti se lo ascolti ti accorgi che suona come altri milioni di chitarristi che riescono a fare le cose che lui fa! E' qui la differenza tra un chitarrista unico e tanti bravissimi chitarristi.
Il tempo concesso per l'intervista sta per scadere, ma comunque sono riuscito a fare un altro paio di domande riguardanti la didattica pura:
- QUANDO POTREMO VISIONARE I TUOI NUOVI LAVORI DIDATTICI, CHE, SE NON SBAGLIO, CONSTANO DI TRE VIDEO ?
Non sbagli, infatti sto preparando tre video che partono dai fondamentali per poi arrivare alle tecniche più difficili per chitarristi esperti; però non so proprio dirti quando saranno pronti e commercializzati.
Il manager arriva per comunicarci che l'intervista è finita e che Malmsteen deve recarsi al sound-check. Ma io sono riuscito ad essere presente per espresso invito di Yngwie, con il quale nel frattempo avevo intrapreso una piacevolissima chiacchierata di ordine tecnico e della quale voglio rendere partecipi tutti i lettori interessati. Ci vediamo perciò su ''It's Electric!''.
IT' S ELECTRIC - GUITAR TALKIN' : LE DITA PIU' VELOCI DEL WEST VENGONO SOTTOPOSTE AL FUOCO DI FILA DI METAL SHOCK
YNGWIE MALMSTEEN a cura di Riccardo Montanari
Riprendiamo l'intervista fatta a Malmsteen in occasione della sua data a Roma, sviluppando però in questa sede la parte tecnica riguardante il suo strumento e gli accorgimenti adottati per ottenere un suono che per anni ha caratterizzato la storia della chitarra moderna. Come potete immaginare però, ogni strumentista - e a maggior ragione Yngwie - cerca di non svelare mai i suoi segreti rispondendo in modo vago ed elusivo alle specifiche e puntuali domande poste da avidi chitarristi !! Ma per Metal Shock sono riuscito a portarvi addirittura una testimonianza fotografica di quello che è l'apparato effettistico usato dal vivo dallo svedese !!!
Ma ora passiamo all'intervista vera e propria, svoltasi prevalentemente sull'esame di una Fender Stratocaster ''Yngwie Malmsteen Signature Model'' (recensita su queste pagine qualche numero fa) presa dalla mia collezione personale e portata 'in loco' per l'occasione.
- YNGWIE, COME MAI HAI SCELTO PER QUESTO MODELLO I MAGNETI DI MARZIO HS-3 ?
La cosa fondamentale da dire e sottolineare è che la scelta dei suddetti non è stata basata sullo studio di modelli di pick-up già esistenti in commercio o di imminente uscita all'epoca.
- VUOI DIRE CHE DI MARZIO HA CREATO QUEL MODELLO APPOSITAMENTE PER VENIRE INCONTRO ALLE TUE ESIGENZE?
Esattamente. Fu proprio da una collaborazione a tavolino che nacque lo sviluppo e serializzazione di un simile magnete ! Prima non esisteva e sono fiero del fatto che l'abbinamento con la Stratocaster abbia poi dato i frutti che tutti possono sentire !
- MA QUAL'E' LA CARATTERISTICA FONDAMENTALE DI QUESTO PRODOTTO DA TE VOLUTO ?
La principale preoccupazione era l'enfatizzazione della dinamica della plettrata ed una risposta maggiore sul legato che gli avvolgimenti singoli standard della Stratocaster non garantivano; proprio qui era il punto.
- NON C'ERA PERO' IL RISCHIO CHE UN DOPPIO AVVOLGIMENTO SNATURASSE LA CLASSICA TIMBRICA NASALE FENDER?
Infatti !! Gli HS-3, come sai, sono dei mini Humbucker molto deboli; e questo proprio per conservare la timbrica di cui parlavi senza rischiare che un doppio avvolgimento vero e proprio alterasse le caratteristiche e le prestazioni uniche della chitarra per eccellenza !!
- ALLORA, COME SI CONCILIA LA DEBOLEZZA DI QUESTO MAGNETE CON IL SUSTAIN CHE INDUBBIAMENTE HAI ANCHE TU DAL VIVO, E CHE DIFFICILMENTE IO RIESCO AD OTTENERE CON QUESTO TUO MODELLO PRODOTTO DALLA FENDER ? PERCHE' NON RIESCO AD OTTENERE LO STESSO SUONO ? (DOMANDE POSTE PER STUZZICARE LA SUA DIALETTICA NEI CONFRONTI DI UN ARGOMENTO COSI' RISERVATO, NDA)
(Gli porgo la chitarra che avevo con me e, nell'esaminarla, mi chiede:) Con quale amplificatore la suoni ?
- MARSHALL JCM 900
Dovrebbe andare bene allora !! (Poi, esaminadola meglio, mi dice:) Ora ti spiego ciò che devi fare per ottenere più sustain: devi alzare i magneti al ponte e al manico fino a portarli ad un millimetro sotto la corda. Vedrai che così la risposta sarà sicuramente maggiore e non avrai più i problemi di cui parlavi.
- QUESTA E' LA REGOLAZIONE CHE ADOTTI SUL TUO STRUMENTO ?
Certo, e puoi constatarlo tu stesso ! (Infatti, durante il sound-check salgo sul palco e mi dirigo verso le sue chitarre poste nel retro, scoprendo che indicazioni fornitemi erano veramente applicate sulle sue chitarre personali, nda)
- COSA MI DICI DEL 'MANICO SCAVATO' CHE TANTE DISCUSSIONI HA SUSCITATO TRA CHITARRISTI FAVOREVOLI E CONTRARI ?
Dico che ognuno deve fare solo ciò che sente di fare ! Il fatto che io abbia deciso di adottare una simile soluzione, non significa che tutti coloro che vogliono suonare un genere come il mio devono necessariamente condividere la mia scelta ! La mia è stata un'esigenza tecnica nata prevalentemente per una comodità maggiore sul bending, fondamentale su un manico a ventuno tasti. La presa sulla corda è maggiore e la sensazione di padronanza fa sì che si possa ottenere una migliore espressione sui vibrati e sulle note singole in genere. Niente riguardo al suonare veloce ! Anzi, quello - secondo me - è più difficile su questo manico ! Insomma, a me piace e lo uso, voi fate come volete !
Immediatamente dopo questa risposta, Yngwie comincia a scaldarsi e mi sembra opportuno interrompere la conversazione per lasciarlo lavorare in pace. Comunque, ciò che posso dirvi è che la quantità di pedali e di rack usati per modellare il suono era veramente impressionante ! In questa sede risulterebbe impossibile descriverli, ma penso che quello che è stato possibile carpirne e la testimonianza fotografica mostrata spero vi possa aiutare come ha aiutato me. Per questo numero è tutto, ci vediamo sui prossimi.
Trascrizione di Valeria Guarnieri.
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