lunedì 27 febbraio 2012

Intervista su "Seventh sign" 1994 (con autorecensione dei dischi precedenti)


Intervista raccolta da Fuzz Fuzz


Volli, volli, fortissimamente volli. Ecco l'intervista che non doveva esserci, la telefonata che non arrivava mai! Per ben due volte il nostro agente a Milano, Gianni Andreotti, aveva atteso invano che Yngwie Malmsteen si decidesse a fare quel maledetto squillo, poi, esausto, aveva passato la palla all'inossidabile Fuzz. Risultato: altri due appuntamenti mancati, altri due giorni sprecati. Forse rimandare le interviste senza spiegazioni è lo scotto che bisogna pagare quando si perde il privilegio di appartenere ad una major? Sappiamo che oggi Yngwie è tornato con un nuovo album, "The Seventh Sign", per la Music For Nations... Ma poi, dopo una settimana, nel bel mezzo della cena, con i fogli delle domande ormai ridotti ad una palla di carta sul fondo del cestino, quando credevo che a chiamare fosse la mamma per augurarci la buona notte, mi ritrovo il perfetto inglese di Yngwie, in diretta da casa sua a Miami, Florida. E nel maggio del '94 un'intervista a Malmsteen è un occasione da non perdere, perché oggi, con il suo recente lavoro, Yngwie ha più senso di quanto ne abbia mai avuto negli ultimi cinque anni, con una reputazione infangata da dischi falsi, pomposi, fatti della stessa consistenza che hanno le bollicine dell'acqua minerale. Invece, "The Seventh Sign" è davvero un bel disco... Vedevo Malmsteen lontano dal mondo reale, perso a cercare un successo commerciale fatto di canzoni bruttissime o, peggio, ridicole. Lo consideravo vittima del suo stesso personaggio, della sua inutile quanto funambolica abilità. Riflettiamo: all'alba del nuovo Nirvana-millennio, dove tre ragazzi usciti dai boschi del nord ovest americano potevano vendere 15 milioni di copie suonando il più diretto ed essenziale punk-pop, senza nemmeno essere sfiorati dall'idea di avvicinarsi ad un rudimentale assolo, che posto potevano avere Yngwie Malmsteen, le sue camicie di pizzo, le sue 23 Stratocaster, le sue canzoni che ancora facevano rimare "fire" con "higher"? Yngwie era il passato, la parte stupida, obsoleta, ridicola del passato. Certo, Yngwie avrebbe continuato, ma girando in tondo, con circoli sempre più piccoli. Ma oggi, per fortuna, Malmsteen è la prova vivente che una piccola teoria si è dimostrata esatta: l'ingrediente principale per scrivere grande musica è la rabbia, la delusione, le frustrazioni. Tutta la migliore musica rock di sempre parla un unico linguaggio (chiedetelo a Elvis): lo sfogo, la rabbia. E Yngwie ha risposto con rabbia. Dimenticato, allontanato dall'Elektra che aveva totalmente rifiutato delle nuove composizioni (oggi incide in USA per la Pony Canyon ed in Europa per la MFN), in una profonda crisi, accentuata (secondo voci apparse sulla stampa USA) anche dall'abuso di alcool e droghe, capace di tornare alla ribalta solo per ridicole situazioni da commediola americana o da pagine estive di Novella 2000 (il presunto rapimento di Amberdawn, la ragazza che è recentemente diventata sua moglie). E la rabbia ha portato Yngwie a scrivere quelle canzoni che non era più capace di scrivere dal breve e fulgido momento fra lo storico "Rising Force" ed il primo album "Marching Out". Come ho già detto nella recensione sul n. 165, "The Seventh Sign" si esprime con la forza diretta di accordi elettrici, ruggenti, di canzoni (stranamente brevi) spogliate di fronzoli inutili, di una chitarra che diventa essenziale e parte integrante dei brani. E finalmente, con l'ex Obsessed/Odin/Loudness Mike Vescera, Yngwie ha trovato una voce capace di strappare brandelli di carne alle sue canzoni, seguendo quel piglio di eccellenza che era stato bruscamente tranciato dall'allontanamento di Jeff Scott Soto. Naturalmente, Yngwie è sempre quello che abbiamo conosciuto. Con decisione tetragona confuta le mie teorie, espone le sue idee, le sue certezze con parole chiare, che dicono tutto, lasciando poco spazio ad una replica, ma facendo anche capire che essa sarebbe inutile. Per i 45 minuti della nostra conversazione ho capito come possono sentirsi i ragazzi della sua band, consci di avere davanti una persona non disponibile al dialogo, che ti lascerà poco spazio, ma allo stesso tempo talmente entusiasta e sicuro dei propri mezzi da trascinarti con lui, da diventare parte della sua visione. Yngwie cavalca la linea invisibile che c'è tra la parola egoista ed egocentrico. E questo, come potrete leggere nell'intervista, lo porta a contraddirsi, al sapere di aver commesso degli errori rifiutandosi però di definirli tali. Yngwie è quella persona complessa, ricca di senso di humor e di affermazioni forti con cui è facile avere una conversazione telefonica, ma che diventa difficilissimo da inquadrare, da fermare nelle righe di un'intervista. Fra le sue parole, scoprite voi il Malmsteen che più vi piace.

- YNGWIE, SEI SEMPRE STATO MALTRATTATO DALLA STAMPA, SPECIALMENTE IN EUROPA. AVENDONE ORA LA POSSIBILITA', C'E' QUALCOSA CHE VORRESTI DIRE A TUTTI QUELLI CHE HANNO SCRITTO UN MARE DI CATTIVERIE SUL TUO CONTO?

Vedi, i giornalisti sono così. Qualsiasi cosa scrivano, c'è sempre una parte di bugia e io non posso stare a perdere tempo preoccupandomi di ciò che hanno detto sul mio conto. Io voglio essere fedele a quello che faccio, alla mia musica, e se cominciassi ad occuparmi di queste critiche sarei distratto dal mio progetto. Una stroncatura su un giornale non cambierà certo quello che penso di me stesso!

- OK, MA PER TE QUAL'E' LA PIU' GROSSA BUGIA CHE E' STATA SCRITTA SUL CONTO DI YNGWIE MALMSTEEN?

Uh, sono così tante che è difficile ricordarsele! Tutto ciò che mi riguarda è sempre stato trattato in modo bizzarro, tutti i nomignoli che mi hanno dato, per esempio... Ma alla fine smetti di pensarci, anzi, ti diverti!

- NON TI DELUDE IL FATTO DI INCIDERE PER UN' ETICHETTA INDIPENDENTE? TI DA' FASTIDIO NON AVERE PIU' UNA MAJOR ALLE SPALLE?

(Yngwie non mi fa neanche finire la domanda, nda) No, no, no, no! Sei matto? E' il contrario! E' decisamente meglio, non sono più una marionetta, un soldatino perso in una macchina enorme. Lavorano per me ogni momento, si prendono cura del mio prodotto! E' la stessa differenza che c'è fra il giorno e la notte.

- E PER QUANTO RIGUARDA LA SITUAZIONE FINANZIARIA?

Oh, ho molti soldi, non preoccuparti, anzi, ho davvero parecchi soldi a dirti la verità! (L'unico problema è che non capisco se se stia dicendo seriamente o se faccia dell'ironia, nda) Altrimenti come potrei prendermi cura delle mie macchine, della Ferrari, della Maserati...

- OH, BUON PER TE... IN "THE SEVENTH SIGN" CI SONO MOLTE, OTTIME HARD ROCK SONGS: E' STATO DIFFICILE TROVARE LA RABBIA PER SCRIVERE BRANI SIMILI? INSOMMA, I TUOI PRECEDENTI DISCHI NON ERANO COSI' VIZIOSI...

Non è stato difficile perché non ci vuole molto per farmi arrabbiare! Quello non è un problema. Parte di quella aggressività è conseguenza delle brutte cose che mi sono accadute negli ultimi due anni, ma allo stesso tempo quegli 'incidenti' per il solo fatto di essere accaduti mi hanno fatto star bene. Ora li considero come eventi positivi, cose che ho potuto espellere dal mio organismo e... (La risposta viene interrotta da una chiamata che arriva sulla seconda linea di Yngwie. Tornato in contatto col Fuzz, si dilunga un po' sul buono stato di salute di Metal Shock, una rivista che conosce e che ricorda con piacere, avendoci già concesso numerose interviste in passato. Quando poi gli dico che questa intervista servirà per una copertina di Metal Shock, Yngwie rimane sinceramente entusiasta ed ordina alla moglie, che si sente ciabattare in sottofondo, di non passargli più nessuna chiamata, nda)

- ALLORA, TORNANDO A NOI, PENSI CHE LA RABBIA SIA UN INGREDIENTE IMPORTANTE NELLO SCRIVERE CANZONI?

Uhm, no, penso piuttosto che ogni emozione forte, ogni stato emozionale estremo serva allo stesso modo. Se sei triste, felice, arrapato, tutto può diventare la molla per scrivere un brano, tutto ha sempre una parte nello scopo. Niccolò Paganini una volta disse: "Bisogna provare molto per riuscire a trasmettere molto". Ecco allora che delusione e tristezza mi hanno portato a scrivere "Brothers", mentre "Forever One" è dedicata ovviamente a mia moglie ed "Hairtrigger" parla di come ognuno dovrebbe reagire, di cosa devi fare per non farti mettere i piedi in testa da nessuno.

- IN "THE SEVENTH SIGN" C'E' UN YNGWIE PIU' ROCKER CHE CHITARRISTA...

Beh, non direi che sia proprio così... Finalmente sono riuscito ad ottenere un bilanciamento tra le mie influenze classiche e quelle rock. Cambiando l'ordine dei brani forse avresti una visione differente dell'album, ci sono più estremi ma anche una maggiore omogeneità. Questa mi sembra la definizione giusta.

- COME SEI ENTRATO IN CONTATTO COL SINGER MIKE VESCERA?

Per merito di Mike Varney; gli ho chiesto se conosceva buoni cantanti e lui mi ha dato il numero di Vescera che si è subito detto felicissimo di cantare con me, mi ha spedito l'album che aveva inciso con i Loudness - un ottimo disco - poi ci siamo visti a Miami, è arrivato direttamente dall' aeroporto al mio studio, ha cantato "Never Die" e da quel momento non se ne è più andato.

- A PROPOSITO DI VARNEY, SCOPRITORE DI TALENTI CHITARRISTICI CHE E' STATO ANCHE IL PRIMO AD ACCORGERSI DELLA TUA BRAVURA, TANTO DA TROVARTI UN POSTO NEGLI STEELER (BAND COSTRUITA A TAVOLINO CON RON KEEL E MARK EDWARDS)...

Devo molto a Mike, fu lui a portarmi in America, a farmi conoscere molte persone e a darmi la possibilità di suonare per la prima volta in un gruppo vero. Ma dopo che ho lasciato gli Steeler, non ho avuto più nulla a che fare con lui. Mike ha proseguito il suo lavoro, cercando tantissimi altri chitarristi da lanciare, qualcuno che mi somigliasse, commettendo il grosso errore di saturare il mercato con tanti altri Malmsteen e questo, alla fine, è stato un male anche per me. Comunque, ora siamo nuovamente in buoni rapporti.

- ORA MI PARE OSSESSIONATO CON IL BLUES...

Sì, ma mi devi dire cosa c'è di nuovo nel blues? Io ho iniziato a suonare blues 22 anni fa, non è certo una novità da scoprire, anzi, ti dirò che ogni sera a casa suono del blues! Anche nel mio nuovo album puoi sentire del blues come in "Bad Blood" e "I Don't Know".

- CAMBIAMO ARGOMENTO: FRA TUTTE LE CRITICHE PESANTISSIME CHE HAI RICEVUTO, CE N'E' STATA QUALCUNA CHE TI HA FATTO CAPIRE CHE QUEL GIORNALISTA, UNA VOLTA TANTO, STAVA DICENDO UNA COSA VERA?

No! (E come poteva essere altrimenti? nda)

- INSISTO...

Mai! E sai perché? Perché ho una particolare visione di come deve essere la mia musica, seguo questa visione, ci credo ciecamente, credo in quello che faccio, capito? Non è una cosa semplice, non mi basta dire 'faccio questo e faccio quello'. No. E' una cosa spirituale, come se fosse una religione. E se qualcuno viene da te dicendo che la tua religione è sbagliata, certamente questo non sarà il motivo che ti spingerà a cambiarla. Tu credi nella tua religione e io nella mia. (E' magnifico sentire quest'affermazione che, vi garantisco, non è pronunciata con egoismo o superiorità, caratteristiche che molti vorrebbero abbinare al nome di Malmsteen. Yngwie crede ciecamente in sè stesso, nella sua musica ed in ciò che dice, perché cercare un compromesso oppure fingere? Nel mondo musicale una simile fedeltà di principi è sicuramente da ammirare. Ma io, da avvocato del diavolo, insisto, anche perché ci sono diverse miglia di cavo telefonico che mi proteggono, nda).

- MA TU, YNGWIE, PENSI DI NON AVER MAI FATTO ERRORI?

Tutti fanno degli errori.

- E ALLORA QUAL' E' QUELLO PIU' GRANDE CHE HAI FATTO?

Delle volte ho sbagliato la scelta delle persone che mi circondavano e non parlo solo di musicisti, parlo anche di mogli... Ho sbagliato nella scelta dei managers, ho perso molti soldi per questo... Sì, ho fatto tanti errori, ho scritto alcune canzoni sbagliate, ne ho scelte alcune che non andavano. Ma sai, più vivi più impari ed oggi mi sento infinitamente più saggio di quanto lo fossi anni fa.

- L'EPOCA DORATA DEI GUITAR HEROES E' MORTA?

Absolutely not! Neanche per idea! Capito? Neanche per idea! Ci sono delle mode, ci sono sempre state, le cose vanno e vengono... In "Never Die" dico: 'Il tuo Dio potrà anche venire ed andarsene, i secoli passeranno, ma alla fine io so che sarò ancora ancora qui' e ci credo davvero. Io sono vero, autentico, non una fottuta moda, ci sono delle vere emozioni, della vera musica in quello che faccio! Mi rifiuto categoricamente di seguire le mode, non sono uno che segue, sono uno che traccia il cammino (I'm not a follower, I'm a leader!), non vado dove gli altri sono già stati.

- DA PARECCHI ANNI VIVI IN AMERICA: QUAL' E' IL TUO GIUDIZIO SULLA VITA DA QUELLE PARTI?

Non sono il miglior sostenitore della cultura americana, le mie radici e il mio intelletto sono al 100% europei anche se ci sono alcune cose dell'America di cui sono innamorato, come lo stile di vita, il clima, il fatto che tutto sia disponibile 24 ore su 24. Invece, non mi piace il fascino degli americani per le armi, anche se devo ammettere che anch'io ho delle pistole in casa: mi piacciono, ma non ci costruisco la mia vita intorno. Qui ogni giorno la gente viene uccisa dalle armi da fuoco.

- SPECIALMENTE A MIAMI!

Non qui dove vivo io, penso sia un problema di downtown, la parte sud della città. E' un'altra cosa...

- MI SONO SEMPRE DOMANDATO QUESTO: COSA AVEVA IN MENTE UN DICIOTTENNE SVEDESE DI OTTIMA FAMIGLIA (INSOMMA, RICCO) QUANDO STAVA VOLANDO PER LA PRIMA VOLTA DA STOCCOLMA IN DIREZIONE DI LOS ANGELES? COSA TI ASPETTAVI?

Oh, era così strano, non sapevo chi avrei incontrato, non sapevo nulla di Los Angeles, non conoscevo nessuno. La cosa divertente è che io abitavo in una zona molto bella di Stoccolma e quando sono arrivato a L.A. mi hanno portato in un posto terribile... 'E questa sarebbe l'America?' era il mio pensiero di ogni momento... Per fortuna durò solo un paio di mesi, poi mi sono trasferito in un'altra area subito dopo aver lasciato gli Steeler. Rimasi con loro dal febbraio all'aprile dell'83, non di più...

- A PROPOSITO, RICORDO CHE IN UNA VECCHIA INTERVISTA RON KEEL SOSTENEVA DI AVERTI OSPITATO A CASA SUA, PORTATO IN GIRO CON LA SUA AUTO, AVERTI PAGATO TUTTE LE SPESE E TU, IN CAMBIO, NON GLI AVEVI DETTO NEMMENO GRAZIE! MI SEMBRA STRANO...

Ma certo che non è vero, che bugia! Mi pagavo tutto da solo, benzina compresa, vivevo in un magazzino e lui non aveva nemmeno la macchina! E' un gran bugiardo, uno dei tanti...

- YNGWIE, SEI CONTENTO DELLA TUA CARRIERA?

Sono davvero molto, molto felice di ciò che ho ottenuto, ora posso guardarmi indietro e criticare qualcosa dei miei vecchi albums, ma ti posso garantire che ogni volta hanno rappresentato il meglio che potessi fare a quel tempo. (Shock! Horror! Miracolo! Yngwie Malmsteen ai "microfoni" di Metal Shock ammette di aver commesso degli errori! Yngwie confessa di essere un uomo come tutti gli altri! Non possiamo fermarci qui, dobbiamo andare oltre, sfruttare senza vergogna e con giornalistica cattiveria l'indole buona che oggi Malmsteen sembra avere. Ecco allora che il Fuzz ha chiesto al guitar hero svedese di esporre con poche, semplici parole le sue stesse opinioni su tutti i dischi registrati fino ad oggi. Ne emerge un quadro "inquietante"... Yngwie il perfezionista non ama troppo il suo back catalogue, vorrebbe dimenticare delle cose, ma sarebbe pronto anche a portarsi in un isola deserta qualcuno dei suoi dischi, nda).

- SIGNORE E SIGNORI, ECCOVI MALMSTEEN NELLE INSOLITE VECI DEL SUO STESSO RECENSORE...

"Steeler" non mi è mai piaciuto, non mi piacevano il cantante, le canzoni, il mio stesso modo di suonare... All'epoca era eccitante, avevo solo 19 anni.

- MA LO ASCOLTI ANCORA?

Ma che sei matto?? Ah, ah, ah... "No Parole From Rock'n'Roll" mi piace ancora oggi. La produzione fa schifo, ma le canzoni sono davvero ottime. Non andavamo d'accordo, ma la musica ci univa, fu il mio primo salto di qualità. Con "Island In The Sun" non avevo il controllo delle cose... ero giovane e il fatto di suonare con una persona che era stata così in contatto con Ritchie Blackmore mi intimidiva. Forse è un po' troppo commerciale. "Live Sentence" non è male, furono dei buoni shows.

- MA A ME SEMBRA QUASI UN BOOTLEG PERCHE' LA VOCE DI GRAHAM BONNET IN UN PAIO DI BRANI E' TERRIBILE...

Lui non sapeva cantare dal vivo, era terribile. Che persona strana...

- POI, I TUOI DISCHI SOLISTI...

Con "Rising Force" sono diventato un'icona della chitarra, non credo che nessuno abbia mai fatto un album così. E' diventato un classico, un album di un'estrema qualità. E' il disco che ha iniziato tutto il nuovo modo di vedere la chitarra, che ha dato il via all'epoca dei guitar-heroes. "Marching Out" è un buon disco rock, ma non uno dei miei favoriti, assolutamente. E' stato fatto troppo velocemente. Sai, questo doveva essere il primo disco e "Rising Force" era previsto solo per il mercato giapponese. Poi "Rising Force" ha cominciato a vendere tantissimo fra gli import e quindi siamo stati costretti a finire al più presto "Marching Out". Ci fu un periodo in cui tutti e due i dischi erano nelle charts. Ha i suoi momenti, alcune canzoni mi piace ancora ascoltarle. "Trilogy" è decisamente uno dei miei preferiti; grandi pezzi, ben suonati, è quello che tengo più vicino al cuore. "Odyssey" mi piace, ma non ci sono troppo affezionato. Uscì in un momento bruttissimo per me: avevo appena avuto l'incidente d'auto, avevo subito dei danni con il terremoto di S. Francisco, mi ero separato dalla mia ragazza e, peggio di tutto, mia madre era morta. In quel periodo non ero molto preso dalla musica. "Trial By Fire" è un ottimo live record, è stato registrato in una sola notte, durante l'ultimo show a Leningrado; decisamente meglio di "Odyssey". "Eclipse" è un altro buon disco, peccato che sia stato superprodotto: troppi overdubs, troppa carne al fuoco. In "Fire And Ice" ci sono dei brani strumentali davvero ottimi, mi piacciono moltissimo; cosa che non posso dire per il resto dei brani. I testi delle canzoni sono davvero pessimi, ad esempio "Teaser" non avrei voluto nemmeno metterla.

- NON CREDO CHE LA VOCE DI GORAN EDMAN FOSSE ADATTA ALLA TUA MUSICA, SPECIALMENTE DAL VIVO...

(Yngwie risponde come se gli avessi ricordato la scadenza di una noiosissima bolletta, nda) Oh mio Dio, era terribile!

- C'E' UN SOGNO CHE VORRESTI ANCORA REALIZZARE?

C'è comunque una cosa che ancora non ho fatto, ma che ho in mente da tantissimo tempo: suonare con un'orchestra, comporre una sinfonia per rock band e orchestra. Ogni tanto sono tentato anche di suonare con qualcun'altro, qualcuno famoso, intendo. Non lo dovrei dire, ma mi hanno contattato i Deep Purple (è uno scoop! nda), non penso che se ne farà qualcosa anche se suonare con loro sarebbe un grandissimo onore.
(Forse c'è ancora qualche sorpresa nella carriera di Yngwie, diamogli la possibilità di seguire le sue regole, i suoi tempi, la sua filosofia, sono sicuro che c'è ancora tanta buona musica in serbo per noi. Tanto Malmsteen continuerà anche quando l'ultima critica, la stroncatura finale, si sarà spezzata contro il suo ego d'acciaio, nda)

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

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