lunedì 27 febbraio 2012

Intervista durante le date italiane del tour 1998

Intervista raccolta da Enrico De Paola


Un enfant prodige, il Paganini della chitarra, il Padre della scuola neoclassica, lo Svedese, l'arrogante, il presuntuoso, l'adorabile, l'antipatico, un essere taciturno, scortese, indisponente, egocentrico, introverso, ubriacone, "monosillabico", virtuoso, barocco, preciso, pignolo, cristallino, tecnicamente ineccepibile... un mostro, insomma... in ogni senso! Quante volte avrete visto attribuire a Y.J. Malmsteen questi e ancor più infamanti vezzeggiativi? Ci sono stati momenti particolarmente propizi nella sua carriera che lo hanno visto al centro della scena rock internazionale. Negli anni Ottanta Yngwie raggiunse una popolarità impensabile. Nessuno avrebbe immaginato di vederlo più tardi arrancare e faticare nuovamente all'ombra di quei grandi riflettori che lui tanto amava vedere illuminati e puntati esclusivamente su sè stesso e sulla sua inseparabile chitarra, la Fender Stratocaster! Metal Shock non ha avuto paura di rompere il silenzio di quest'uomo, tanto amato da alcuni quanto odiato da altri. Mi accoglie nel backstage del Babylonia di Biella, dopo avermi fatto aspettare quasi quattro ore fuori del locale (l'intervista era stata fissata per le 15,30, ma ho avuto la possibilità di incontrare Malmsteen solo alle 19,15), mostrandomi le spalle. Il suo manager, un bel giovanotto con i capelli biondi e corti, mi ripete - forse per la decima volta - che Malmsteen ha fame, deve mangiare. L'intervista non dovrà assolutamente impegnare Mr. Yngwie per più di dieci minuti, pena la decapitazione del malcapitato giornalista. Si guarda allo specchio, si strofina i capelli, muove la testa con uno scatto fulmineo nello stesso modo in cui i cavalli di razza sogliono atteggiarsi e, finalmente, Yngwie Johann Malmsteen si volge verso di me. Indossa i suoi soliti occhialoni scuri, che m'impediscono di guardarlo negli occhi. Un ciondolo pende dal suo collo: è il cavallino rampante (d'oro, ovviamente) che da sempre rappresenta il simbolo della Ferrari. La nuova compagna di Malmsteen, April, una ragazza di piccola statura con un bel visino e lunghi capelli biondi, mostra un certo interesse per alcuni storici numeri di Metal Shock che ho portato dietro con me. Malmsteen sembra avere un atteggiamento differente, almeno inizialmente. In seguito, ci fornirà qualche anticipazione in merito alla sua attività, dimostrandosi meno ostile di quanto fosse prevedibile.

- HO QUI CON ME ALCUNE VECCHIE RIVISTE DI METAL SHOCK CHE TI VEDONO RAFFIGURATO IN COPERTINA.

Oh sì, sono proprio delle foto molto vecchie... Okay, vediamo di fare in fretta!

- UNA DOMANDA OVVIA, MA NECESSARIA: HAI QUALCOSA DA DIRE IN MERITO ALLA SCOMPARSA DI COZY POWELL?

Well, questo è un avvenimento così terribile che... sai... cosa si può dire? E' una vera e propria tragedia. Voglio dire, che Dio benedica la sua anima. Lui era il più grande, era un amico molto caro ed era un batterista fantastico. Ora starà sicuramente suonando la batteria insieme a Jimi Hendrix.

- HAI MAI PENSATO DI INTRODURRE NELLA TUA MUSICA VOCI OPERISTICHE DI FAMOSI TENORI?

No, non ci ho mai pensato.

- QUANDO POTREMO ASCOLTARE SU CD LE TUE PRIME COMPOSIZIONI APPARTENENTI AL PERIODO IN CUI SUONAVI CON I POWER E, SUCCESSIVAMENTE, CON I POWERHOUSE? NON HAI MAI PENSATO DI INCIDERLE NUOVAMENTE?

Oh, ma non sono mai state incise! Voglio dire, non sono mai state incise ufficialmente. Sono brani che furono registrati unicamente su alcuni demo. Chissà, forse un giorno li registreremo su Cd.

- QUALE IMPORTANZA HA AVUTO LA TUA FAMIGLIA NELLA TUA VITA E NELLA TUA CRESCITA ARTISTICA?

Well, finché sono cresciuto ho sempre beneficiato di un supporto continuo e instancabile da parte della mia famiglia. Non mi hanno mai detto: "Ehi, non puoi ascoltare quella roba! Fai questo, non fare quella cosa!". Non mi è mai accaduto niente di questo genere, mi sono sempre stati molto vicini. Ho sempre vissuto in un ambiente musicale molto ricettivo. Sai, tutte le persone che mi circondavano erano dei musicisti. E' stato grande!

- QUINDI, LA MUSICA SCORRE NELLE VENE DELLA TUA FAMIGLIA.

Assolutamente sì! E ora abbiamo anche una nuova famiglia. E abbiamo anche un figlio che ha quasi un mese.

- LO SO, LO SO. E SO ANCHE CHE SI CHIAMA ANTONIO.

Sì, Antonio Yngwie Johann Malmsteen! (Il nome viene pronunciato scandendo bene ogni sillaba... a stento riesco a trattenere le risate, nda).

- MA LO AVETE CHIAMATO ANTONIO IN ONORE DI ANTONIO VIVALDI?

Beh... yeah... in un certo senso, sì. Ma credo che sia anche un nome molto bello.

- NON SENTI LA NOSTALGIA DEL TUO PAESE NATIO?

Sento la nostalgia di tornare a Miami... questo sì, è vero. Non sento, però, la nostalgia della Svezia. Non è mai accaduto, assolutamente no... no, no, no, no! (Aiuto, non si ferma più! nda)

- COME DESCRIVERESTI LA SVEZIA ATTRAVERSO I TUOI OCCHI?

La Svezia? Beh, la Svezia, sai, non è mai stato un luogo in cui trascorrere la mia vita. Non è bello vivere in Svezia, non ho mai sentito la nostalgia della Svezia.

- HAI REGISTRATO UN BRANO INTITOLATO "BRAVEHEART". TU CREDI DI ESSERE UN "BRAVEHEART"?

No, è solo una canzone. (Ride, nda).

- COME SPIEGHI LA PRESENZA DI UN BRANO COME "MY RESURRECTION" NEL TUO ULTIMO DISCO USCITO IN EUROPA?

Beh, sai... devo dire veramente che ho dovuto affrontare un periodo davvero molto duro. Sono poi riuscito a trasformare quell'esperienza in qualcosa di molto positivo. Sai, ci sono stati degli anni - giusto un paio d'anni - in cui mi sono sentito decisamente male, mi sembrava di vivere in un inferno. Ora, invece, mi sento 'resuscitato', mi sento molto meglio di quanto potessi sentirmi prima di questa esperienza.

- DURANTE LA TUA CARRIERA HAI DOVUTO CAMBIARE ETICHETTA DISCOGRAFICA. SEI PASSATO DALLA POLYGRAM ALL'ELEKTRA E ALLA MUSIC FOR NATIONS PER POI, INFINE, TORNARE ALLA POLYGRAM. VUOI DIRE QUALCOSA IN MERITO?

Well, ho lasciato la Polygram per firmare per la Elektra, ma poi è stata la stessa Elektra che mi ha indotto ad abbandonarli (ride compiaciuto, nda). Quindi, posso dire che quello sia stato proprio un enorme errore. Così, sono dovuto restare per un paio d'anni presso un'etichetta più piccola. Ma sono proprio felice di essere tornato alla Polygram perché è sempre stata una compagnia discografica molto grande e importante... è davvero la migliore etichetta. Sono proprio fiero di essere tornato alla Polygram. Non è solo una grande label, ma è anche la stessa etichetta con cui sono stato legato per molti anni.

- QUESTA E' LA TERZA DATA DEL TUO ULTIMO TOUR. QUALE FEEDBACK HAI RICEVUTO FINORA DALL'ITALIA?

E' stato semplicemente meraviglioso. La scorsa notte, a Roma, è stato fantastico! E' stato davvero entusiasmante. Spero che anche questa notte il pubblico sia fantastico come ieri. E spero di essere accolto nello stesso modo anche domani notte (Firenze, 23/5/1998, nda). Ma abbiamo cominciato il nostro tour negli Stati Uniti, in Giappone, in Sud America, a Rio, in Brasile, a Buenos Aires. E qui, sai, abbiamo registrato un album dal vivo e abbiamo filmato anche un video. Si tratta di materiale che deve ancora essere immesso sul mercato. E poi sono stato in Grecia, in Turchia, in Inghilterra e ora siamo qui da voi. Proseguiremo, poi, ancora il nostro tour andando in Svizzera, in Francia e in Spagna. E poi torneremo negli Stati Uniti e in Canada. E poi ancora, torneremo in Europa per occuparci del tour in Nord Europa.

- MA RIESCI ANCORA A DIVERTIRTI QUANDO SEI "ON TOUR"?

Oh, yeah!! Ma naturalmente!

- MA E' PROPRIO VERO CHE, DAL VIVO, LASCI MOLTO SPAZIO ALL'IMPROVVISAZIONE?

Certo che è vero. E' proprio quello che faccio sempre, tutte le volte. (Ride, nda).

- LO STESSO, PERO', NON ACCADE QUANDO DEVI REGISTRARE UN DISCO. NON E' VERO?

Oh, yeah! Anche in studio mi piace improvvisare.

- SO CHE LEIF EDLING (BASSISTA E LEADER STORICO DEI CANDLEMASS, NDA) E' UN TUO AMICO.

Sì, è vero sono suo amico da molti anni, veramente molti anni.

- E' PROPRIO UN AMICO MOLTO IMPORTANTE PER TE?

Well, è un buon amico, yeah!

- GRAZIE A LEIF, SEI ANCHE RIUSCITO A METTERTI IN CONTATTO CON MATS LEVEN, IL NUOVO CANTANTE.

Yes!

- COSA PENSI DEI SUOI CANDLEMASS? COME GIUDICHI I VECCHI DISCHI DEI CANDLEMASS E COSA PENSI DELLA LORO ULTIMA FATICA?

Non li ho mai sentiti. Avrò sentito al massimo solo una loro canzone. Sai, non scriviamo mai niente insieme, neanche un riff. Siamo solo e semplicemente amici. Sai, andiamo fuori a farci una birra insieme e facciamo cose di questo genere. Io non ho mai suonato con lui e non ho mai neanche sentito i suoi dischi.

- TI HO VISTO SPESSO INDOSSARE DEI VESTITI DI COLORE VIOLA.

Vestiti di colore viola? Vuoi scherzare?

- NO, DICO SUL SERIO. IN PARTICOLARE, TI RICORDO SPESSO CON UNA GIACCA VIOLA. GUARDA, HO QUI LA VIDEOCASSETTA DIDATTICA CHE TI RITRAE CON QUELLA GIACCA.

Ah, sì... ce l'ho ancora quella giacca.

- SAI, QUI IN ITALIA, LE PERSONE SUPERSTIZIOSE DICONO CHE IL VIOLA PORTI SFORTUNA...

Ah davvero? Non lo sapevo proprio...

- BEH, AD OGNI MODO, TU DIMOSTRI PROPRIO CHE LA SUDDETTA SUPERSTIZIONE SIA DEL TUTTO INFONDATA POICHE' CREDO CHE TU POSSA RITENERTI MOLTO FORTUNATO...

Beh, no. Voglio dire che - forse - oggi sono fortunato, ma non è stato sempre così. Ci sono stati dei momenti in cui la sfortuna sembrava volersi accanire contro di me. Okay, ti chiedo scusa, adesso, ma dobbiamo proprio salutarci. Mi stanno aspettando.

- OKAY, YNGWIE, GRAZIE PER L'INTERVISTA.

Grazie a te.

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Intervista su Facing the Animal 1998


Intervista raccolta da Paolo Giordano


Bla, bla, bla. Yngwie Malmsteen parla a ruota libera, rotola sul tappeto di parole con la stessa nervosa agilità di un gattino divertito e un poco affamato di carezze. Lo fareste anche voi, lo farebbero tutti, c'è da scommetterci. O probabilmente lo farebbero se fossero sdraiati sull'asciugamano di spugna accanto alla piscina, se il garage di casa fosse grande come un palazzetto e pieno di auto (lussuose) come un parcheggio di Sankt Moritz, se tutto il mondo (metal) levasse il cappello ogni volta che si alza il sipario. Se foste lui, insomma. Così fortunati, così ammirati, così bravi, al punto da poter controllare persino le oscillazioni della propria bilancia. Quando si pesa, Yngwie "ditaveloci" può scegliere dove fermare l'ago: sui cento chili, oppure sulla tonnellata, a seconda che si presenti in déshabillé oppure vestito di tutta la sua presunzione, che è enorme come solo negli artisti è dato scoprire. Da bimbo, probabilmente, non desiderava diventare un semplice esploratore, oppure pilota, oppure pompiere come tutti; le sue ambizioni erano molto meno vaghe, sognava l'unico mestiere che non ha un ordine professionale né un sindacato: il mestiere del migliore in assoluto. Né più, né meno, eventualmente più, molto di più. Solo il caso ha deciso che si giocasse i suoi sogni come chitarrista e per qualche tempo - la seconda metà degli anni Ottanta - ha vinto la partita. Persino i suoi più noiosi detrattori non possono che ammetterlo: per cinque anni, Yngwie ha fatto le scarpe a tutti e provocato scariche di rabbia invidiosa a ripetizione. Poi, si è scaricato, ha espulso un po' di ispirazione e inspirato ancora qualche atmosfera di quel composto gassoso che gli psicologi chiamano immodestia. Così dilatato e rotondo, oggi Malmsteen rimbalza sulle critiche, svolazza sugli sbuffi di noia, piroetta allegro sui consigli, oplà. E risponde che tutti dovrebbero ascoltare il suo ultimo album "Facing The Animal" perché è il più bello. Che tutti dovrebbero ascoltare i suoi consigli. Che tutti dovrebbero ascoltare. Che tutti dovrebbero. Che tutti. Che bla, bla, bla.

- NUOVO ALBUM E NUOVO CANTANTE, COME AL SOLITO.

E' vero. Anche "Facing The Animal" è stato registrato con un altro cantante. Mats Levén è un mio amico svedese, ha già avuto esperienze discografiche di un certo rilievo e la sua voce è veramente eccezionale. Perciò, ho deciso che registrasse l'album con me.

- "DECISO"? NON E' UN TERMINE TROPPO FORTE?

E perché? Il nome sulla copertina è il mio, lo studio di registrazione è il mio, sono io che rischio la faccia. Mi sembra giusto avere il diritto di scegliere con chi registrare un album.

- SARA' PER QUESTO CHE BEN POCHI SONO RIUSCITI A RIMANERE A LUNGO NEL TUO GRUPPO, CHE PARE UN VERO UFFICIO DI COLLOCAMENTO.

Non lo so, non mi sembra che chi ha suonato con me abbia avuto grandi risultati senza di me.

- NON C'E' LA PROVA CONTRARIA, PERCHE' HAI COLLABORATO (QUASI) SEMPRE CON MUSICISTI SCONOSCIUTI.

Sconosciuti a te, magari. Io li conoscevo bene, ah ah!

- QUESTA VOLTA ALLA BATTERIA SIEDE COZY POWELL, EX MSG, WHITESNAKE E MOLTI ALTRI.

Come vedi, non mi scelgo solo sconosciuti. Cozy è un grande musicista che da vent'anni è ai massimi livelli. Lo conosci anche tu, mi sembra.

- VERO. MA SARA' LUI A SUONARE NEL PROSSIMO TOUR?

Non lo so, decideremo nelle prossime settimane.

- NON CI SARA', QUINDI. PECCATO, PERCHE' SU "FACING THE ANIMAL" E' DAVVERO POTENTE.

Tutto l'album lo è. Chi mi conosce bene dice che è il mio migliore da tanti anni. Ho impiegato qualche tempo per comporre le musiche, però in studio è filato tutto liscio. E poi sono state necessarie solo poche settimane, non più di tre, per completare le fasi di produzione, mixaggio e masterizzazione. Il che vuol dire solo una cosa: le canzoni funzionano.

- ANCHE LA CHITARRA E' ALL'ALTEZZA. QUALCUNO LA ACCUSA, PERO', DI IMMOBILITA'.

E che vuol dire? Che sono lento?

- TUTT'ALTRO. AL LIMITE SIGNIFICA CHE LA VELOCITA' NON CAMBIA MAI, CHE LO STILE NON PROGREDISCE.

Non mi sembrano accuse fondate. Anche Eric Clapton - e non voglio fare paragoni tra me e lui - suona allo stesso modo da trent'anni, ma nessuno lo rimprovera per questo. Il mio stile è quello, so suonare come siete ormai abituati ad ascoltare e non posso certo cambiare la mia sensibiltà. Però, tento di aggiungere nuovi elementi al mio suono.

- FAI UN ESEMPIO.

Difficile da dire perché si tratta di sfumature tecniche che un orecchio non specializzato non può cogliere. Diciamo che mi apro alle influenze esterne, suono seguendo le leggi dell'animo. In passato, suonavo seguendo le leggi della chitarra. C'è molta differenza, anche se lo stile rimane ovviamente inalterato.

- IN BREVE: PRIMA TI PIACEVA ASCOLTARTI, MENTRE OGGI TI PIACE FARTI ASCOLTARE.

Hai centrato l'obiettivo. D'altronde non ho più nulla da dimostrare. E' tempo di aprire il mio animo anche ai miei fans.

- TI DISPIACE DI NON AVERLO FATTO PRIMA? MAGARI TI SARESTI RISPARMIATO MOLTE CRITICHE.

Ogni cosa ha il suo tempo. Qualche anno fa mi andava di fare così e non sarei stato in grado di agire diversamente. Mica negherai anche che io sia spontaneo?

- PER CARITA', TUTT'ALTRO.

Meno male. Le critiche comunque non mi hanno mai fatto paura. Anche il titolo del nuovo album, "Facing The Animal" (letteralmente "Fronteggiando la bestia" nda) può essere inteso nel senso che guardo in faccia la realtà, anche nei suoi lati peggiori, quali possono essere, per un musicista, i rimproveri della stampa.

- OPPURE DEGLI ALTRI MUSICISTI. PHIL MOGG HA DETTO CHE NON TI HA ACCETTATO NEGLI UFO PERCHE' TI SEI PRESENTATO A LORO SOSTENENDO DI ESSERE IL PIU' GRANDE CHITARRISTA DEL MONDO.

Bella questa. Ho sempre pensato che Phil fosse un grande inventore di parole e me lo ha dimostrato anche questa volta. E' semplicemente accaduto che io ricevetti le offerte degli Ufo e degli Alcatrazz nello stesso giorno, a distanza di poche ore l'una dall'altra. Ho scelto gli Alcatrazz. Quindi, nessuno degli Ufo mi può aver respinto. Sono cose che Phil Mogg dice solo per trovare una giustificazione.

- CHE TRANQUILLITA'. SEMBRI MOLTO PIU' RILASSATO CHE NEGLI SCORSI ANNI.

Hai ragione, in questo momento lo sono davvero. Mi sento in pace con me stesso ed orgoglioso, ho appena terminato un grande album, è una bella giornata e sono seduto qui vicino alla mia piscina.

- PRATICAMENTE UN PERSONAGGIO DA TELENOVELA. MANCA LA STORIA D'AMORE CON LA BELLOCCIA STUPIDA E FATALE.

Sbagli, ho avuto anche quella. Anzi, anche quelle, visto che ci sono molte belle donne nel mio passato.

- ALLORA NON CI SONO DIFFERENZE TRA TE ED UN PERSONAGGIO - TANTO PER FARE UN ESEMPIO - DEL SERIAL "BAYWATCH".

La differenza è che io faccio ciò che dico. Loro recitano ciò che non fanno. Capisci cosa intendo? Io bevo birra davvero.

- COMPLIMENTI. TI MANCA LA CELEBRITA' DA TELEVISIONE, QUELL'IMMENSO CICLONE CHE INVESTE TUTTI I PERSONAGGI (ANCHE) TELEVISIVI.

Pochissimo. Ho sempre saputo che suonando la chitarra non sarei mai andato ai talk show della sera. E neppure me ne frega molto. Magari dovrei pure rispondere su questioni delle quali non mi interessa nulla. Preferisco suonare ed avere solo veri fans.

- I CORSI E I RICORSI DI YNGWIE MALMSTEEN. HAI ESORDITO INCIDENDO PER UNA GRANDE CASA DISCOGRAFICA, POI TI SEI TRASFERITO AD UNA INDIPENDENTE DI LUSSO ED ORA VESTI DI NUOVO LA CASACCA DI UNA MULTINAZIONALE.

Mica male, eh? Sono la dimostrazione vivente che la vita di un musicista è piena di incognite.

- COSA E' CAMBIATO AL MOMENTO DELLA FIRMA CON LA POLYGRAM?

Ho più prospettive, oggi. Come artista mi sono sentito apprezzato anche a livello commerciale. Non sempre le soddisfazioni che derivano dal pubblico sono sufficienti per superare i momenti di crisi.

- NE HAI AVUTI?

A sufficienza. ci sono stati momenti di grave depressione, durante i quali mi sono lasciato andare e ho violentato me stesso.

- IN CHE SENSO?

Lo puoi immaginare. Qualche anno fa, un canale televisivo americano (MTV? nda) mi ha persino accusato di fare violenza sui minori. Mi sono sentito finito e ho esagerato.

- SITUAZIONI NELLE QUALI MOLTI CERCANO RIFUGIO NELLA FEDE.

Anch'io l'ho fatto. Credo molto in Dio, non nella Bibbia, che è un fascio di racconti di grande valore narrativo, ma di scarso rilievo religioso. Il Signore che prego è diverso da quello che mi hanno insegnato ad immaginare quando ero bambino. Avere fede non è stato però un aiuto determinante perchè spesso i problemi della vita di tutti i giorni sono difficili da risolvere uscendo dalla realtà con una preghiera. O forse non ho abbastanza fede.

- COME HAI SUPERATO LA CRISI?

Arrivando lentamente a capire che è tutta una stronzata. Che tutti i discorsi che si fanno in questo ambiente lasciano il tempo che trovano. Dicano pure ciò che vogliono, ciò che interessa è la musica, fare buoni dischi ed andare in tournée.

- LA PROSSIMA QUANDO INIZIERA'?

Ad aprile. Faremo qualche data qui negli Stati Uniti, poi andremo in Giappone.

- C'E' SPAZIO ANCHE PER L'ITALIA?

Ovvio. Amo profondamente l'Italia, tant'è vero che in garage ho due Ferrari.

- CI RISIAMO, IL SOLITO SPACCONE. SE AMASSI DAVVERO L'ITALIA, AVRESTI, AL LIMITE DUE PANDA.

Panda? What's the fuck are you saying?

- MA SI', LA PICCOLA VETTURA DELLA FIAT, VENDUTISSIMA IN ITALIA.

Non la conosco, l'auto più piccola che ho è una jeep Cherokee, ah ah. A parte gli scherzi, per me l'Italia è un simbolo di qualità sotto tutti i profili. Mi piacciono i vini, specialmente il Brunello di Montalcino che bevo sempre quando suono a Firenze o nei pressi. Sono talmente devoto al tuo paese che anche mio figlio si chiamerà con un nome italiano.

- QUALE?

Antonio. Più italiano di così.

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Doppia intervista: stesura dell'opera per chitarra ed orchestra e commenti tecnici sulla strumentazione

Intervista raccolta da Riccardo Montanari


Eravamo tutti in attesa di Yngwie nella bellissima hall del lussuoso albergo in cui alloggiava, pronti per scambiare con lui quattro chiacchiere e per renderci conto di ciò che ci avrebbe regalato nell'immediato futuro. Il grande chitarrista svedese ci ha raggiunto dove lo attendevamo in un batter d'occhio, ma, cosa ancor più clamorosa, ci ha salutato ed accolto in un modo così cordiale che il fastidioso aspetto formale sempre presente in simili occasioni non è stato minimamente riscontrato. Subito la conversazione diviene interessante e coinvolgente, soprattutto perché, per volontà dello stesso virtuoso, non si è svolta un'intervista singola per ogni giornalista, ma una vera e propria discussione aperta a tutti coloro avessero voluto saziare la propria curiosità riguardo i più svariati argomenti anche extra chitarristici ! Insomma, una vera pacchia che mi ha permesso di porgere tutte le domande che volevo e che sto per riportarvi in questa intervista unica e per i contenuti e per gli aneddoti. Per cominciare, gli ho formulato una domanda inerente ai suoi prossimi lavori.

- YNGWIE, COM'E' ARTICOLATO IL LAVORO PER CHITARRA E ORCHESTRA CHE STAI PREPARANDO ?

Innanzitutto, il lavoro è finalmente finito; ma la cosa di cui vado orgoglioso in modo particolare è la consistenza dell'opera stessa !

- PERCHE' E' STATO PARTICOLARMENTE IMPEGNATIVO IL SUO CONCEPIMENTO ?

Non in particolar modo per me, ma, quando presentai lo spartito a colui che doveva dirigere tutti i musicisti, questi mi chiese: ''In quanti anni hai scritto queste quattrocento pagine ?''. Due mesi ! ''Due mesi ? Impossibile ! Ma hai scritto tu le parti per cembalo, oboe, violino...insomma, per tutto ciò che non riguarda direttamente la chitarra ?''. Naturalmente !!!! Vedi, ho messo tutto me stesso nel comporre gli undici movimenti che costituiscono questa mia nuova creazione; infatti, ascoltandola potrai renderti conto della sua completa pertinenza non più rock ma prettamente classica ! Puoi trovarci infatti preludi, fughe, vivaci, andanti, adagi, moderati, ecc...

- PRATICAMENTE UN CONCERTO ITALIANO !

Sì, racchiude in sè elementi tipici della poesia di Bach, Vivaldi ed altri compositori italiani improntati sul virtuosismo violinistico.

- QUINDI UNA STRUTTURA MERAMENTE SOLISTICA QUALE QUELLA DI TORELLI, CORELLI E DEL CONCERTO BAROCCO PER VIOLINO IN GENERALE !

Esatto ! Ovviamente sarà la chitarra ad avere il ruolo fondamentale solistico e melodico, ma non mancheranno comunque interventi orchestrali di primissimo piano !

- MI HAI DETTO CHE QUESTO CAPOLAVORO E' GIA' IMMORTALATO NELLE QUATTROCENTO PAGINE DI CUI SOPRA, MA QUANDO INIZIERANNO LE REGISTRAZIONI VERE E PROPRIE ?

Giugno del prossimo anno.

- E' RISCONTRABILE SOLO LA PRESENZA DELLA TUA MITICA FENDER STRATOCASTER ?

No, otto degli undici movimenti sono elettrici, ma i tre rimanenti sono esclusivamente acustici.

- MA TI SEI AVVALSO DI UN COMPUTER O ALTRE MACCHINE PER AIUTARTI NELLA COMPOSIZIONE ?

Io odio il computer ! Non l'ho usato per nessuno dei miei lavori. Quando scrivo siamo solo io e la mia chitarra che ci facciamo guidare dalla Musica ! Il resto non ha minimamente peso.


Poi tra un bicchiere di birra, una sigaretta ed una foto, la conversazione scivola su altri generi musicali quali il blues.


- COSA PENSI DEL BLUES A LIVELLO TECNICO E DI FEELING ?

Amo il blues e credo che sia veramente unico perché lo ritengo la cosa più semplice e difficile al mondo.

- IN CHE SENSO LA PIU' FACILE E LA PIU' DIFFICILE ?

Intendo dire che tutti i buoni chitarristi riescono a suonare anche in modo apprezzabile le pentatoniche e tutte queste scale che caratterizzano il blues stesso, ma quante di quelle note arrivano al cuore di chi ascolta rendendolo partecipe di ciò che sta accadendo ? Blackmore, Hendrix e B.B. King sono stati maestri in questo.

- A PROPOSITO DI BUONI CHITARRISTI, SEI AL CORRENTE DELLA NUOVA ONDATA DI VIRTUOSI SCOPERTI DA MIKE VARNEY - CHE DOPO LA TUA USCITA ED IL CONSEGUENTE SCONVOLGIMENTO DEI CANONI TECNICI - STANNO ESPANDENDO GLI ORIZZONTI COMPOSITIVI ?

No !

- NON HAI MAI SENTITO NOMI QUALI JOEY TAFOLLA, SCOTT MISHOE, BRETT GARSED...

Purtroppo, non riesco ad avere informazioni su tutta questa nuova ondata, perché la tv e gli altri canali di divulgazione presentano solo un orribile grunge ! Potrai capire pertanto che viaggiando continuamente non è semplice rendersi conto di ciò che accade musicalmente intorno a te.

- QUINDI, NON LI CONOSCI.

No, ma dimmi come suonano e cosa fanno.

- STUDIANO ANNI ED ANNI SIA TECNICAMENTE CHE A LIVELLO TEORICO MUSICALE, SI DIPLOMANO IN GRANDI SCUOLE COME IL G.I.T. E POI APPLICANO LA LORO CULTURA BLUES, JAZZ E METAL IN UN AMBITO PIU' MODERNO ! QUASI CONTAMINASSERO IL METAL CON IL JAZZ E VICEVERSA.

Wow ! Sembra qualcosa di veramente serio ed affascinante ! Ma sono veramente come li hai descritti ?

- SENZA OMBRA DI DUBBIO !

Allora dovrebbero somigliare in qualche modo ad Allan Holdsworth !

- SI', ESATTO !

Allora sono grandi !


Dopo che altri giornalisti hanno posto delle domande su Joe Satriani, Malmsteen si gira verso di me e mi dice:

''Ciò che intendevo prima riguardo al blues, ritengo sia completamente mostrato da Joe Satriani !''


- PERCHE', NON TI PIACE TECNICAMENTE ?

Lui è bravissimo tecnicamente, ma fa ciò che molti altri possono fare; non è unico nel suo sound, infatti se lo ascolti ti accorgi che suona come altri milioni di chitarristi che riescono a fare le cose che lui fa! E' qui la differenza tra un chitarrista unico e tanti bravissimi chitarristi.

Il tempo concesso per l'intervista sta per scadere, ma comunque sono riuscito a fare un altro paio di domande riguardanti la didattica pura:

- QUANDO POTREMO VISIONARE I TUOI NUOVI LAVORI DIDATTICI, CHE, SE NON SBAGLIO, CONSTANO DI TRE VIDEO ?

Non sbagli, infatti sto preparando tre video che partono dai fondamentali per poi arrivare alle tecniche più difficili per chitarristi esperti; però non so proprio dirti quando saranno pronti e commercializzati.



Il manager arriva per comunicarci che l'intervista è finita e che Malmsteen deve recarsi al sound-check. Ma io sono riuscito ad essere presente per espresso invito di Yngwie, con il quale nel frattempo avevo intrapreso una piacevolissima chiacchierata di ordine tecnico e della quale voglio rendere partecipi tutti i lettori interessati. Ci vediamo perciò su ''It's Electric!''.


* * *


IT' S ELECTRIC - GUITAR TALKIN' : LE DITA PIU' VELOCI DEL WEST VENGONO SOTTOPOSTE AL FUOCO DI FILA DI METAL SHOCK
YNGWIE MALMSTEEN a cura di Riccardo Montanari



      Riprendiamo l'intervista fatta a Malmsteen in occasione della sua data a Roma, sviluppando però in questa sede la parte tecnica riguardante il suo strumento e gli accorgimenti adottati per ottenere un suono che per anni ha caratterizzato la storia della chitarra moderna. Come potete immaginare però, ogni strumentista - e a maggior ragione Yngwie - cerca di non svelare mai i suoi segreti rispondendo in modo vago ed elusivo alle specifiche e puntuali domande poste da avidi chitarristi !! Ma per Metal Shock sono riuscito a portarvi addirittura una testimonianza fotografica di quello che è l'apparato effettistico usato dal vivo dallo svedese !!!

      Ma ora passiamo all'intervista vera e propria, svoltasi prevalentemente sull'esame di una Fender Stratocaster ''Yngwie Malmsteen Signature Model'' (recensita su queste pagine qualche numero fa) presa dalla mia collezione personale e portata 'in loco' per l'occasione.


- YNGWIE, COME MAI HAI SCELTO PER QUESTO MODELLO I MAGNETI DI MARZIO HS-3 ?

La cosa fondamentale da dire e sottolineare è che la scelta dei suddetti non è stata basata sullo studio di modelli di pick-up già esistenti in commercio o di imminente uscita all'epoca.

- VUOI DIRE CHE DI MARZIO HA CREATO QUEL MODELLO APPOSITAMENTE PER VENIRE INCONTRO ALLE TUE ESIGENZE?

Esattamente. Fu proprio da una collaborazione a tavolino che nacque lo sviluppo e serializzazione di un simile magnete ! Prima non esisteva e sono fiero del fatto che l'abbinamento con la Stratocaster abbia poi dato i frutti che tutti possono sentire !

- MA QUAL'E' LA CARATTERISTICA FONDAMENTALE DI QUESTO PRODOTTO DA TE VOLUTO ?

La principale preoccupazione era l'enfatizzazione della dinamica della plettrata ed una risposta maggiore sul legato che gli avvolgimenti singoli standard della Stratocaster non garantivano; proprio qui era il punto.

- NON C'ERA PERO' IL RISCHIO CHE UN DOPPIO AVVOLGIMENTO SNATURASSE LA CLASSICA TIMBRICA NASALE FENDER?

Infatti !! Gli HS-3, come sai, sono dei mini Humbucker molto deboli; e questo proprio per conservare la timbrica di cui parlavi senza rischiare che un doppio avvolgimento vero e proprio alterasse le caratteristiche e le prestazioni uniche della chitarra per eccellenza !!

- ALLORA, COME SI CONCILIA LA DEBOLEZZA DI QUESTO MAGNETE CON IL SUSTAIN CHE INDUBBIAMENTE HAI ANCHE TU DAL VIVO, E CHE DIFFICILMENTE IO RIESCO AD OTTENERE CON QUESTO TUO MODELLO PRODOTTO DALLA FENDER ? PERCHE' NON RIESCO AD OTTENERE LO STESSO SUONO ? (DOMANDE POSTE PER STUZZICARE LA SUA DIALETTICA NEI CONFRONTI DI UN ARGOMENTO COSI' RISERVATO, NDA)

(Gli porgo la chitarra che avevo con me e, nell'esaminarla, mi chiede:) Con quale amplificatore la suoni ?

- MARSHALL JCM 900

Dovrebbe andare bene allora !! (Poi, esaminadola meglio, mi dice:) Ora ti spiego ciò che devi fare per ottenere più sustain: devi alzare i magneti al ponte e al manico fino a portarli ad un millimetro sotto la corda. Vedrai che così la risposta sarà sicuramente maggiore e non avrai più i problemi di cui parlavi.

- QUESTA E' LA REGOLAZIONE CHE ADOTTI SUL TUO STRUMENTO ?

Certo, e puoi constatarlo tu stesso ! (Infatti, durante il sound-check salgo sul palco e mi dirigo verso le sue chitarre poste nel retro, scoprendo che indicazioni fornitemi erano veramente applicate sulle sue chitarre personali, nda)

- COSA MI DICI DEL 'MANICO SCAVATO' CHE TANTE DISCUSSIONI HA SUSCITATO TRA CHITARRISTI FAVOREVOLI E CONTRARI ?

Dico che ognuno deve fare solo ciò che sente di fare ! Il fatto che io abbia deciso di adottare una simile soluzione, non significa che tutti coloro che vogliono suonare un genere come il mio devono necessariamente condividere la mia scelta ! La mia è stata un'esigenza tecnica nata prevalentemente per una comodità maggiore sul bending, fondamentale su un manico a ventuno tasti. La presa sulla corda è maggiore e la sensazione di padronanza fa sì che si possa ottenere una migliore espressione sui vibrati e sulle note singole in genere. Niente riguardo al suonare veloce ! Anzi, quello - secondo me - è più difficile su questo manico ! Insomma, a me piace e lo uso, voi fate come volete !


Immediatamente dopo questa risposta, Yngwie comincia a scaldarsi e mi sembra opportuno interrompere la conversazione per lasciarlo lavorare in pace. Comunque, ciò che posso dirvi è che la quantità di pedali e di rack usati per modellare il suono era veramente impressionante ! In questa sede risulterebbe impossibile descriverli, ma penso che quello che è stato possibile carpirne e la testimonianza fotografica mostrata spero vi possa aiutare come ha aiutato me. Per questo numero è tutto, ci vediamo sui prossimi.

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Intervista dopo registrazione di Magnum Opus 1995

Intervista raccolta da Pierluca Bonetti


In primo piano una suggestiva e luccicante spada conficcata nella pietra e sullo sfondo lui, Yngwie J. Malmsteen, in piedi con l'espressione fiera, che impugna la sua ormai gloriosa Fender. La copertina di ''Magnum Opus'' è allo stesso tempo eroica e terribilmente pomposa, proprio come questo musicista. Malmsteen è stato per lungo tempo, soprattutto nel corso degli anni '80, il punto di riferimento dei chitarristi di ogni genere. Album epici come ''Rising Force'' e ''Marching Out'' restano scolpiti nel cuore e nella mente di chi ama il suono impetuoso della chitarra elettrica. Dopo un breve appannamento con album che, partiti con l'intento di essere commerciali, si sono rivelati dei fiaschi, Yngwie è tornato ai concreti successi di vendita con il penultimo album "The Seventh Sign" che addirittura ha venduto un quarto di milione di copie solo in Giappone ed è andato discretamente bene anche in Europa e USA. A bissare questo successo arriva ora questo nuovo ''Magnum Opus'', un disco intenso e dai contenuti ben precisi, che proseguono su quella scia di hard rock solenne, epico, melodico ma pungente che ha caratterizzato sempre il suo stile. Ma durante il nostro colloquio Yngwie, pur rimanendo sempre gentile, si è rivelato stanco, troppo sintetico, privo di quella loquacità che, ad esempio, aveva sorpreso il Fuzz, il quale lo aveva intervistato qualche anno fa, meravigliandosi della sua disponibilità. Ma forse il mio problema è stato solo quello di essere stato l'ultimo di una lunga giornata di interviste.

- CIAO, YNGWIE, DOVE TI TROVI ?
Sono a Miami, è una giornata meravigliosa.
- WOW (BEATO LUI) ! DAI, SFOGATI, PARLAMI UN PO' DEL TUO NUOVO ALBUM.
Ma…è molto bello ! Ho cominciato a comporre le canzoni lo scorso dicembre. E' stato inciso molto in fretta, in uno studio in Giappone.
- MI E' SEMBRATO CHE ALCUNE CANZONI DI QUESTO DISCO RICORDASSERO LO STILE DEL VECCHIO R. J. DIO, AI TEMPI DI ''HOLY DIVER'', COSA NE PENSI ?
Ah, mi piaceva molto Dio ai tempi di ''Holy Diver'', però sinceramente non vedo quest'analogia (ride un po' perplesso, nda). Questo disco credo invece che assomigli un po' di più ad un certo Yngwie J. Malmsteen.

- QUANTO E' STATO IMPORTANTE IN QUESTO ALBUM IL RAPPORTO CON TUA MOGLIE ? LE CANZONI D'AMORE SONO PER LEI ?

Naturalmente sì ! Le canzoni d'amore sono tutte dedicate a lei ! Mia moglie mi ha ispirato molto e da quando sono con lei sono molto felice: lei mi dà amore e io lo riverso nella mia musica. La nostra relazione è molto importante per me.
- COSA PENSA UN ARTISTA CHE HA DIVERSI ANNI DI CARRIERA SULLE SPALLE DELL'ATTUALE SITUAZIONE MUSICALE DELL'HARD & HEAVY ? HANNO MOLTO SUCCESSO BAND ASSAI DIVERSE FRA LORO: I DREAM THEATER, TECNICI E RICERCATI, E I GREEN DAY, MOLTO PIU' ORECCHIABILI E SEMPLICI NELLE ESECUZIONI.
Probabilmente perché il pubblico vuole questo: musica semplice ed immediata da una parte, musica tecnica e ricercata dall'altra.
- NELL'ULTIMA INTERVISTA RILASCIATA AL NOSTRO MAGAZINE HAI DETTO CHE SUONI OGNI GIORNO IL BLUES. NON HAI MAI PENSATO DI FARE UN DISCO BLUES, MAGARI CON QUALCHE ALTRO BLUESMAN ?
Il blues mi piace molto, ma è troppo limitato. E quando una cosa è limitata diventa inevitabilmente noiosa. Per quanto riguarda la possibilità di fare un disco blues, la risposta è NO !
- IN UNA IMPORTANTE BAND COME I DEEP PURPLE SI SONO AVVICENDATI VERI VIRTUOSI DELLA SEI CORDE, SATRIANI, MORSE…SE TU POTESSI CONTEMPORANEAMENTE CONTINUARE LA TUA CARRIERA SOLISTA TI PIACEREBBE SUONARE IN QUESTA BAND ?
Sì, mi piacerebbe perché mi piacciono molto ! Però credo che il chitarrista più indicato per i Deep Purple sia sempre e comunque Blackmore…ma attualmente non credo che Ian Gillan pensi la stessa cosa.
- IL TUO PENULTIMO ALBUM ''THE SEVENTH SIGN'' HA RISCOSSO UN GRANDISSIMO SUCCESSO IN GIAPPONE. QUAL'E' STATO IL SUO SEGRETO ?
Mah, probabilmente ha avuto così tanto successo perché si tratta di un disco molto melodico. Penso che la gente ora voglia qualcosa di immediato, non troppo impegnativo, ma qualitativamente di valore e ''The Seventh Sign'' si recepisce facilmente.
- COSA C'E' DI DIVERSO TRA ''THE SEVENTH SIGN'' ED IL NUOVO ALBUM ?
I contenuti sono molto simili. Direi che la differenza principale sta nella produzione, che per l'ultimo disco è nettamente migliore.
- COSA E' CAMBIATO IN TE DAI TEMPI DI ''MARCHING OUT'' CHE SIA RISCONTRABILE NEI TUOI NUOVI LAVORI ?
Fondamentalmente, credo che sia cambiato il mio modo di comporre le canzoni. Poi, ovviamente, sono cambiato anch'io, gli anni passano…- Yngwie fa una breve pausa di riflessione, come se, ripensando con una certa nostalgia al passato, avesse scoperto di essere un po' invecchiato anche lui; poi sospira e dice - No, non credo sia cambiato molto altro !
- TI PIACEREBBE SUONARE CON ALTRI CHITARRISTI FAMOSI OPPURE ALTRE BAND ?
Non so, è lo stesso. L'importante per me è suonare e basta !! (Ride, nda)
- TI HO FATTO QUESTA DOMANDA PERCHE' SO CHE STIMI MOLTO STEVE VAI E LA STIMA E' RECIPROCA…
Sì, è un mio caro amico, ha un grande stile, ma non è che muoia dalla voglia di suonare con lui.
- HO SENTITO, PERO', CHE FORSE VOLEVATE FARE UN ALBUM INSIEME TU E LUI. COSA C'E' DI VERO ?
Chi ti ha detto queste cose ? - urla improvvisamente, facendo finta d'infuriarsi e scoppiando poi a ridere - per ora non c'è nulla di vero, ma non si sa mai !!!
- COSA AVETE IN COMUNE TU E STEVE VAI ?
L'unica cosa che abbiamo in comune io e Steve Vai è che suoniamo entrambi la chitarra.
- SE TI GUARDI INDIETRO E RIPENSI ALLA TUA CARRIERA, AI TOUR INTORNO AL MONDO E AI DISCHI CHE HAI FATTO, HAI QUALCHE RIMPIANTO O SEI SODDISFATTO ?
Sono sostanzialmente soddisfatto. Così, come sono contento anche di quello che faccio ora. Non sono molto soddisfatto del music business, che in questi ultimi tempi è un po' troppo dominante ! Non invidio certo le giovani band che non sono libere quanto lo ero io quando ho incominciato.
- MA TU, CHE SEI UNA STAR DELLA CHITARRA, ATTUALMENTE HAI PROBLEMI CON IL MUSIC BUSINESS ?
Io personalmente non credo di averne, ho il mio stile, la mia musica…ma vedo intorno a me l'industria della musica che prevale sulla musica stessa, è un monopolio che falsa la realtà !
- OK, YNGWIE, E' TUTTO E SPERO DI VEDERTI PRESTO.


Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Intervista su "Seventh sign" 1994 (con autorecensione dei dischi precedenti)


Intervista raccolta da Fuzz Fuzz


Volli, volli, fortissimamente volli. Ecco l'intervista che non doveva esserci, la telefonata che non arrivava mai! Per ben due volte il nostro agente a Milano, Gianni Andreotti, aveva atteso invano che Yngwie Malmsteen si decidesse a fare quel maledetto squillo, poi, esausto, aveva passato la palla all'inossidabile Fuzz. Risultato: altri due appuntamenti mancati, altri due giorni sprecati. Forse rimandare le interviste senza spiegazioni è lo scotto che bisogna pagare quando si perde il privilegio di appartenere ad una major? Sappiamo che oggi Yngwie è tornato con un nuovo album, "The Seventh Sign", per la Music For Nations... Ma poi, dopo una settimana, nel bel mezzo della cena, con i fogli delle domande ormai ridotti ad una palla di carta sul fondo del cestino, quando credevo che a chiamare fosse la mamma per augurarci la buona notte, mi ritrovo il perfetto inglese di Yngwie, in diretta da casa sua a Miami, Florida. E nel maggio del '94 un'intervista a Malmsteen è un occasione da non perdere, perché oggi, con il suo recente lavoro, Yngwie ha più senso di quanto ne abbia mai avuto negli ultimi cinque anni, con una reputazione infangata da dischi falsi, pomposi, fatti della stessa consistenza che hanno le bollicine dell'acqua minerale. Invece, "The Seventh Sign" è davvero un bel disco... Vedevo Malmsteen lontano dal mondo reale, perso a cercare un successo commerciale fatto di canzoni bruttissime o, peggio, ridicole. Lo consideravo vittima del suo stesso personaggio, della sua inutile quanto funambolica abilità. Riflettiamo: all'alba del nuovo Nirvana-millennio, dove tre ragazzi usciti dai boschi del nord ovest americano potevano vendere 15 milioni di copie suonando il più diretto ed essenziale punk-pop, senza nemmeno essere sfiorati dall'idea di avvicinarsi ad un rudimentale assolo, che posto potevano avere Yngwie Malmsteen, le sue camicie di pizzo, le sue 23 Stratocaster, le sue canzoni che ancora facevano rimare "fire" con "higher"? Yngwie era il passato, la parte stupida, obsoleta, ridicola del passato. Certo, Yngwie avrebbe continuato, ma girando in tondo, con circoli sempre più piccoli. Ma oggi, per fortuna, Malmsteen è la prova vivente che una piccola teoria si è dimostrata esatta: l'ingrediente principale per scrivere grande musica è la rabbia, la delusione, le frustrazioni. Tutta la migliore musica rock di sempre parla un unico linguaggio (chiedetelo a Elvis): lo sfogo, la rabbia. E Yngwie ha risposto con rabbia. Dimenticato, allontanato dall'Elektra che aveva totalmente rifiutato delle nuove composizioni (oggi incide in USA per la Pony Canyon ed in Europa per la MFN), in una profonda crisi, accentuata (secondo voci apparse sulla stampa USA) anche dall'abuso di alcool e droghe, capace di tornare alla ribalta solo per ridicole situazioni da commediola americana o da pagine estive di Novella 2000 (il presunto rapimento di Amberdawn, la ragazza che è recentemente diventata sua moglie). E la rabbia ha portato Yngwie a scrivere quelle canzoni che non era più capace di scrivere dal breve e fulgido momento fra lo storico "Rising Force" ed il primo album "Marching Out". Come ho già detto nella recensione sul n. 165, "The Seventh Sign" si esprime con la forza diretta di accordi elettrici, ruggenti, di canzoni (stranamente brevi) spogliate di fronzoli inutili, di una chitarra che diventa essenziale e parte integrante dei brani. E finalmente, con l'ex Obsessed/Odin/Loudness Mike Vescera, Yngwie ha trovato una voce capace di strappare brandelli di carne alle sue canzoni, seguendo quel piglio di eccellenza che era stato bruscamente tranciato dall'allontanamento di Jeff Scott Soto. Naturalmente, Yngwie è sempre quello che abbiamo conosciuto. Con decisione tetragona confuta le mie teorie, espone le sue idee, le sue certezze con parole chiare, che dicono tutto, lasciando poco spazio ad una replica, ma facendo anche capire che essa sarebbe inutile. Per i 45 minuti della nostra conversazione ho capito come possono sentirsi i ragazzi della sua band, consci di avere davanti una persona non disponibile al dialogo, che ti lascerà poco spazio, ma allo stesso tempo talmente entusiasta e sicuro dei propri mezzi da trascinarti con lui, da diventare parte della sua visione. Yngwie cavalca la linea invisibile che c'è tra la parola egoista ed egocentrico. E questo, come potrete leggere nell'intervista, lo porta a contraddirsi, al sapere di aver commesso degli errori rifiutandosi però di definirli tali. Yngwie è quella persona complessa, ricca di senso di humor e di affermazioni forti con cui è facile avere una conversazione telefonica, ma che diventa difficilissimo da inquadrare, da fermare nelle righe di un'intervista. Fra le sue parole, scoprite voi il Malmsteen che più vi piace.

- YNGWIE, SEI SEMPRE STATO MALTRATTATO DALLA STAMPA, SPECIALMENTE IN EUROPA. AVENDONE ORA LA POSSIBILITA', C'E' QUALCOSA CHE VORRESTI DIRE A TUTTI QUELLI CHE HANNO SCRITTO UN MARE DI CATTIVERIE SUL TUO CONTO?

Vedi, i giornalisti sono così. Qualsiasi cosa scrivano, c'è sempre una parte di bugia e io non posso stare a perdere tempo preoccupandomi di ciò che hanno detto sul mio conto. Io voglio essere fedele a quello che faccio, alla mia musica, e se cominciassi ad occuparmi di queste critiche sarei distratto dal mio progetto. Una stroncatura su un giornale non cambierà certo quello che penso di me stesso!

- OK, MA PER TE QUAL'E' LA PIU' GROSSA BUGIA CHE E' STATA SCRITTA SUL CONTO DI YNGWIE MALMSTEEN?

Uh, sono così tante che è difficile ricordarsele! Tutto ciò che mi riguarda è sempre stato trattato in modo bizzarro, tutti i nomignoli che mi hanno dato, per esempio... Ma alla fine smetti di pensarci, anzi, ti diverti!

- NON TI DELUDE IL FATTO DI INCIDERE PER UN' ETICHETTA INDIPENDENTE? TI DA' FASTIDIO NON AVERE PIU' UNA MAJOR ALLE SPALLE?

(Yngwie non mi fa neanche finire la domanda, nda) No, no, no, no! Sei matto? E' il contrario! E' decisamente meglio, non sono più una marionetta, un soldatino perso in una macchina enorme. Lavorano per me ogni momento, si prendono cura del mio prodotto! E' la stessa differenza che c'è fra il giorno e la notte.

- E PER QUANTO RIGUARDA LA SITUAZIONE FINANZIARIA?

Oh, ho molti soldi, non preoccuparti, anzi, ho davvero parecchi soldi a dirti la verità! (L'unico problema è che non capisco se se stia dicendo seriamente o se faccia dell'ironia, nda) Altrimenti come potrei prendermi cura delle mie macchine, della Ferrari, della Maserati...

- OH, BUON PER TE... IN "THE SEVENTH SIGN" CI SONO MOLTE, OTTIME HARD ROCK SONGS: E' STATO DIFFICILE TROVARE LA RABBIA PER SCRIVERE BRANI SIMILI? INSOMMA, I TUOI PRECEDENTI DISCHI NON ERANO COSI' VIZIOSI...

Non è stato difficile perché non ci vuole molto per farmi arrabbiare! Quello non è un problema. Parte di quella aggressività è conseguenza delle brutte cose che mi sono accadute negli ultimi due anni, ma allo stesso tempo quegli 'incidenti' per il solo fatto di essere accaduti mi hanno fatto star bene. Ora li considero come eventi positivi, cose che ho potuto espellere dal mio organismo e... (La risposta viene interrotta da una chiamata che arriva sulla seconda linea di Yngwie. Tornato in contatto col Fuzz, si dilunga un po' sul buono stato di salute di Metal Shock, una rivista che conosce e che ricorda con piacere, avendoci già concesso numerose interviste in passato. Quando poi gli dico che questa intervista servirà per una copertina di Metal Shock, Yngwie rimane sinceramente entusiasta ed ordina alla moglie, che si sente ciabattare in sottofondo, di non passargli più nessuna chiamata, nda)

- ALLORA, TORNANDO A NOI, PENSI CHE LA RABBIA SIA UN INGREDIENTE IMPORTANTE NELLO SCRIVERE CANZONI?

Uhm, no, penso piuttosto che ogni emozione forte, ogni stato emozionale estremo serva allo stesso modo. Se sei triste, felice, arrapato, tutto può diventare la molla per scrivere un brano, tutto ha sempre una parte nello scopo. Niccolò Paganini una volta disse: "Bisogna provare molto per riuscire a trasmettere molto". Ecco allora che delusione e tristezza mi hanno portato a scrivere "Brothers", mentre "Forever One" è dedicata ovviamente a mia moglie ed "Hairtrigger" parla di come ognuno dovrebbe reagire, di cosa devi fare per non farti mettere i piedi in testa da nessuno.

- IN "THE SEVENTH SIGN" C'E' UN YNGWIE PIU' ROCKER CHE CHITARRISTA...

Beh, non direi che sia proprio così... Finalmente sono riuscito ad ottenere un bilanciamento tra le mie influenze classiche e quelle rock. Cambiando l'ordine dei brani forse avresti una visione differente dell'album, ci sono più estremi ma anche una maggiore omogeneità. Questa mi sembra la definizione giusta.

- COME SEI ENTRATO IN CONTATTO COL SINGER MIKE VESCERA?

Per merito di Mike Varney; gli ho chiesto se conosceva buoni cantanti e lui mi ha dato il numero di Vescera che si è subito detto felicissimo di cantare con me, mi ha spedito l'album che aveva inciso con i Loudness - un ottimo disco - poi ci siamo visti a Miami, è arrivato direttamente dall' aeroporto al mio studio, ha cantato "Never Die" e da quel momento non se ne è più andato.

- A PROPOSITO DI VARNEY, SCOPRITORE DI TALENTI CHITARRISTICI CHE E' STATO ANCHE IL PRIMO AD ACCORGERSI DELLA TUA BRAVURA, TANTO DA TROVARTI UN POSTO NEGLI STEELER (BAND COSTRUITA A TAVOLINO CON RON KEEL E MARK EDWARDS)...

Devo molto a Mike, fu lui a portarmi in America, a farmi conoscere molte persone e a darmi la possibilità di suonare per la prima volta in un gruppo vero. Ma dopo che ho lasciato gli Steeler, non ho avuto più nulla a che fare con lui. Mike ha proseguito il suo lavoro, cercando tantissimi altri chitarristi da lanciare, qualcuno che mi somigliasse, commettendo il grosso errore di saturare il mercato con tanti altri Malmsteen e questo, alla fine, è stato un male anche per me. Comunque, ora siamo nuovamente in buoni rapporti.

- ORA MI PARE OSSESSIONATO CON IL BLUES...

Sì, ma mi devi dire cosa c'è di nuovo nel blues? Io ho iniziato a suonare blues 22 anni fa, non è certo una novità da scoprire, anzi, ti dirò che ogni sera a casa suono del blues! Anche nel mio nuovo album puoi sentire del blues come in "Bad Blood" e "I Don't Know".

- CAMBIAMO ARGOMENTO: FRA TUTTE LE CRITICHE PESANTISSIME CHE HAI RICEVUTO, CE N'E' STATA QUALCUNA CHE TI HA FATTO CAPIRE CHE QUEL GIORNALISTA, UNA VOLTA TANTO, STAVA DICENDO UNA COSA VERA?

No! (E come poteva essere altrimenti? nda)

- INSISTO...

Mai! E sai perché? Perché ho una particolare visione di come deve essere la mia musica, seguo questa visione, ci credo ciecamente, credo in quello che faccio, capito? Non è una cosa semplice, non mi basta dire 'faccio questo e faccio quello'. No. E' una cosa spirituale, come se fosse una religione. E se qualcuno viene da te dicendo che la tua religione è sbagliata, certamente questo non sarà il motivo che ti spingerà a cambiarla. Tu credi nella tua religione e io nella mia. (E' magnifico sentire quest'affermazione che, vi garantisco, non è pronunciata con egoismo o superiorità, caratteristiche che molti vorrebbero abbinare al nome di Malmsteen. Yngwie crede ciecamente in sè stesso, nella sua musica ed in ciò che dice, perché cercare un compromesso oppure fingere? Nel mondo musicale una simile fedeltà di principi è sicuramente da ammirare. Ma io, da avvocato del diavolo, insisto, anche perché ci sono diverse miglia di cavo telefonico che mi proteggono, nda).

- MA TU, YNGWIE, PENSI DI NON AVER MAI FATTO ERRORI?

Tutti fanno degli errori.

- E ALLORA QUAL' E' QUELLO PIU' GRANDE CHE HAI FATTO?

Delle volte ho sbagliato la scelta delle persone che mi circondavano e non parlo solo di musicisti, parlo anche di mogli... Ho sbagliato nella scelta dei managers, ho perso molti soldi per questo... Sì, ho fatto tanti errori, ho scritto alcune canzoni sbagliate, ne ho scelte alcune che non andavano. Ma sai, più vivi più impari ed oggi mi sento infinitamente più saggio di quanto lo fossi anni fa.

- L'EPOCA DORATA DEI GUITAR HEROES E' MORTA?

Absolutely not! Neanche per idea! Capito? Neanche per idea! Ci sono delle mode, ci sono sempre state, le cose vanno e vengono... In "Never Die" dico: 'Il tuo Dio potrà anche venire ed andarsene, i secoli passeranno, ma alla fine io so che sarò ancora ancora qui' e ci credo davvero. Io sono vero, autentico, non una fottuta moda, ci sono delle vere emozioni, della vera musica in quello che faccio! Mi rifiuto categoricamente di seguire le mode, non sono uno che segue, sono uno che traccia il cammino (I'm not a follower, I'm a leader!), non vado dove gli altri sono già stati.

- DA PARECCHI ANNI VIVI IN AMERICA: QUAL' E' IL TUO GIUDIZIO SULLA VITA DA QUELLE PARTI?

Non sono il miglior sostenitore della cultura americana, le mie radici e il mio intelletto sono al 100% europei anche se ci sono alcune cose dell'America di cui sono innamorato, come lo stile di vita, il clima, il fatto che tutto sia disponibile 24 ore su 24. Invece, non mi piace il fascino degli americani per le armi, anche se devo ammettere che anch'io ho delle pistole in casa: mi piacciono, ma non ci costruisco la mia vita intorno. Qui ogni giorno la gente viene uccisa dalle armi da fuoco.

- SPECIALMENTE A MIAMI!

Non qui dove vivo io, penso sia un problema di downtown, la parte sud della città. E' un'altra cosa...

- MI SONO SEMPRE DOMANDATO QUESTO: COSA AVEVA IN MENTE UN DICIOTTENNE SVEDESE DI OTTIMA FAMIGLIA (INSOMMA, RICCO) QUANDO STAVA VOLANDO PER LA PRIMA VOLTA DA STOCCOLMA IN DIREZIONE DI LOS ANGELES? COSA TI ASPETTAVI?

Oh, era così strano, non sapevo chi avrei incontrato, non sapevo nulla di Los Angeles, non conoscevo nessuno. La cosa divertente è che io abitavo in una zona molto bella di Stoccolma e quando sono arrivato a L.A. mi hanno portato in un posto terribile... 'E questa sarebbe l'America?' era il mio pensiero di ogni momento... Per fortuna durò solo un paio di mesi, poi mi sono trasferito in un'altra area subito dopo aver lasciato gli Steeler. Rimasi con loro dal febbraio all'aprile dell'83, non di più...

- A PROPOSITO, RICORDO CHE IN UNA VECCHIA INTERVISTA RON KEEL SOSTENEVA DI AVERTI OSPITATO A CASA SUA, PORTATO IN GIRO CON LA SUA AUTO, AVERTI PAGATO TUTTE LE SPESE E TU, IN CAMBIO, NON GLI AVEVI DETTO NEMMENO GRAZIE! MI SEMBRA STRANO...

Ma certo che non è vero, che bugia! Mi pagavo tutto da solo, benzina compresa, vivevo in un magazzino e lui non aveva nemmeno la macchina! E' un gran bugiardo, uno dei tanti...

- YNGWIE, SEI CONTENTO DELLA TUA CARRIERA?

Sono davvero molto, molto felice di ciò che ho ottenuto, ora posso guardarmi indietro e criticare qualcosa dei miei vecchi albums, ma ti posso garantire che ogni volta hanno rappresentato il meglio che potessi fare a quel tempo. (Shock! Horror! Miracolo! Yngwie Malmsteen ai "microfoni" di Metal Shock ammette di aver commesso degli errori! Yngwie confessa di essere un uomo come tutti gli altri! Non possiamo fermarci qui, dobbiamo andare oltre, sfruttare senza vergogna e con giornalistica cattiveria l'indole buona che oggi Malmsteen sembra avere. Ecco allora che il Fuzz ha chiesto al guitar hero svedese di esporre con poche, semplici parole le sue stesse opinioni su tutti i dischi registrati fino ad oggi. Ne emerge un quadro "inquietante"... Yngwie il perfezionista non ama troppo il suo back catalogue, vorrebbe dimenticare delle cose, ma sarebbe pronto anche a portarsi in un isola deserta qualcuno dei suoi dischi, nda).

- SIGNORE E SIGNORI, ECCOVI MALMSTEEN NELLE INSOLITE VECI DEL SUO STESSO RECENSORE...

"Steeler" non mi è mai piaciuto, non mi piacevano il cantante, le canzoni, il mio stesso modo di suonare... All'epoca era eccitante, avevo solo 19 anni.

- MA LO ASCOLTI ANCORA?

Ma che sei matto?? Ah, ah, ah... "No Parole From Rock'n'Roll" mi piace ancora oggi. La produzione fa schifo, ma le canzoni sono davvero ottime. Non andavamo d'accordo, ma la musica ci univa, fu il mio primo salto di qualità. Con "Island In The Sun" non avevo il controllo delle cose... ero giovane e il fatto di suonare con una persona che era stata così in contatto con Ritchie Blackmore mi intimidiva. Forse è un po' troppo commerciale. "Live Sentence" non è male, furono dei buoni shows.

- MA A ME SEMBRA QUASI UN BOOTLEG PERCHE' LA VOCE DI GRAHAM BONNET IN UN PAIO DI BRANI E' TERRIBILE...

Lui non sapeva cantare dal vivo, era terribile. Che persona strana...

- POI, I TUOI DISCHI SOLISTI...

Con "Rising Force" sono diventato un'icona della chitarra, non credo che nessuno abbia mai fatto un album così. E' diventato un classico, un album di un'estrema qualità. E' il disco che ha iniziato tutto il nuovo modo di vedere la chitarra, che ha dato il via all'epoca dei guitar-heroes. "Marching Out" è un buon disco rock, ma non uno dei miei favoriti, assolutamente. E' stato fatto troppo velocemente. Sai, questo doveva essere il primo disco e "Rising Force" era previsto solo per il mercato giapponese. Poi "Rising Force" ha cominciato a vendere tantissimo fra gli import e quindi siamo stati costretti a finire al più presto "Marching Out". Ci fu un periodo in cui tutti e due i dischi erano nelle charts. Ha i suoi momenti, alcune canzoni mi piace ancora ascoltarle. "Trilogy" è decisamente uno dei miei preferiti; grandi pezzi, ben suonati, è quello che tengo più vicino al cuore. "Odyssey" mi piace, ma non ci sono troppo affezionato. Uscì in un momento bruttissimo per me: avevo appena avuto l'incidente d'auto, avevo subito dei danni con il terremoto di S. Francisco, mi ero separato dalla mia ragazza e, peggio di tutto, mia madre era morta. In quel periodo non ero molto preso dalla musica. "Trial By Fire" è un ottimo live record, è stato registrato in una sola notte, durante l'ultimo show a Leningrado; decisamente meglio di "Odyssey". "Eclipse" è un altro buon disco, peccato che sia stato superprodotto: troppi overdubs, troppa carne al fuoco. In "Fire And Ice" ci sono dei brani strumentali davvero ottimi, mi piacciono moltissimo; cosa che non posso dire per il resto dei brani. I testi delle canzoni sono davvero pessimi, ad esempio "Teaser" non avrei voluto nemmeno metterla.

- NON CREDO CHE LA VOCE DI GORAN EDMAN FOSSE ADATTA ALLA TUA MUSICA, SPECIALMENTE DAL VIVO...

(Yngwie risponde come se gli avessi ricordato la scadenza di una noiosissima bolletta, nda) Oh mio Dio, era terribile!

- C'E' UN SOGNO CHE VORRESTI ANCORA REALIZZARE?

C'è comunque una cosa che ancora non ho fatto, ma che ho in mente da tantissimo tempo: suonare con un'orchestra, comporre una sinfonia per rock band e orchestra. Ogni tanto sono tentato anche di suonare con qualcun'altro, qualcuno famoso, intendo. Non lo dovrei dire, ma mi hanno contattato i Deep Purple (è uno scoop! nda), non penso che se ne farà qualcosa anche se suonare con loro sarebbe un grandissimo onore.
(Forse c'è ancora qualche sorpresa nella carriera di Yngwie, diamogli la possibilità di seguire le sue regole, i suoi tempi, la sua filosofia, sono sicuro che c'è ancora tanta buona musica in serbo per noi. Tanto Malmsteen continuerà anche quando l'ultima critica, la stroncatura finale, si sarà spezzata contro il suo ego d'acciaio, nda)

Trascrizione di Valeria Guarnieri.

Intervista pst Eclipse tour 1992


Intervista di Paolo Maiorino


Non avrei mai pensato di poter tornare a parlare di Yngwie Malmsteen tanto presto o perlomeno nutrivo qualche dubbio sulle reali possibilità del musicista svedese di riprendersi dalla grave crisi che lo aveva colpito, crisi di carattere personale e musicale al tempo stesso. D'altro canto non avrei mai neanche immaginato di trovarmelo di fronte in uno strip joint (un club di spogliarello) completamente ubriaco, solo come un cane, ingrassato come mai, rissoso ed irascibile. E' successo circa un anno fa, a marzo del 1991. Alcuni amici di Miami mi avevano portato in un club situato nella lussuosa zona residenziale della città delle Florida, il Roxy. E' proprio lì che ogni sera Yngwie si recava quando non era impegnato in tour o altre attività di carattere professionale. Yngwie si era definitivamente trasferito in Florida dalla California dove era stato trascinato in una serie di episodi certamente non dignitosissimi e dove l'abuso di alcool e droga erano gli ingredienti insostituibili di un'esistenza perennemente noiosa. "Eclipse" uscì nel '90 e segnò il definitivo collasso di Malmsteen: l'album fu praticamente ignorato dalla stampa, più che altro per via dell'atteggiamento provocatorio e sbruffone di Yngwie che può veramente contare su pochissimi amici in un ambiente che solitamente non perdona la mancanza di educazione. Così, dopo un tour altrettanto insoddisfacente, Yngwie è rientrato alla base scomparendo dalla circolazione, proprio mentre la Polygram decideva di disfarsi di lui, del suo virtuosismo chitarristico e di tante speranze e promesse disattese.

Ma ritorniamo al nostro tragico incontro. Eccolo guadagnare uno degli sgabelli del Roxy, lo sguardo duro ma perso nel vuoto, i pochi conoscenti che lo salutano con irriverenza quasi a sbeffeggiarlo... Yngwie siede da solo, gli occhi puntati sul Bloody Mary che il barman gli ha appena servito, le spalle al palco che stasera ospita l'ennesima band di belle speranze che, come la maggior parte di esse, difficilmente varcherà i confini dello stato meridionale. Yngwie è già decisamente alticcio, non è di buon umore e rifiuta la compagnia di un paio di groupies a caccia di una notte da poter ricordare e raccontare, con un musicista, una rockstar, anzi, una ex rockstar. Me lo ricordo ancora Yngwie, quando nella prima metà degli anni '80, esplose al fianco di Ron Keel negli Steeler; un Yngwie diverso, anche ingenuo se vogliamo, ma quello del Roxy è la peggiore deformazione che gli si potesse augurare. Insomma, me ne sto lì, seduto con i miei amici dal lato opposto del bancone e le chiacchiere della gente sono del tipo "Ah, non vorrei proprio finire come lui!" oppure "Se solo avesse saputo amministrarsi meglio..." Lo guardo insistentemente e mi chiedo se ci possa essere qualche speranza che lui possa riconoscermi, visto che l'ho incontrato 'ufficialmente' due volte per altrettante interviste, ma, riflettendoci un momento, forse non è il caso. Il tipo che se ne sta accasciato lì di fronte non è l'arrogante funambolico guitar hero che una volta si permise di insultare sua maestà Ritchie Blackmore per il solo fatto che non lo aveva riconosciuto durante un ricevimento ufficiale. "Ciao, Yngwie, sono Paolo Maiorino di Metal Shock, ti ricordi di me ?"... No... Per attirare la sua attenzione mi viene voglia di dire "Ciao, Yngwie, sai che ti considero tra i più grandi chitarristi di tutti i tempi ?"... Nemmeno, no... magari se è ancora mezzo sveglio si incazza perché non dico 'il più grande di tutti i tempi'. No, decisamente non è il caso e poi che ci sarebbe da dire? Che "Eclipse" è andato male e la sua casa discografica gli ha stracciato il contratto? Se per caso ha finito di pagare quella fiammante Ferrari nera che si trova qui fuori nel parcheggio o se, magari, è affogato nelle cambiali? Così decido di lasciar perdere mentre mi rivelano che negli ultimi tempi è peggiorato a vista d'occhio e praticamente non suona nemmeno più. Improvvisamente, il tono della voce di Yngwie si alza a sproposito, il barman non vuole dargli un altro drink e lui protesta vivacemente. Dalle parole ai fatti in men che non si dica, un paio di clienti cercano di ricondurre il chitarrista alla ragione, ma dei colpi alla rinfusa accendono gli animi, arrivano i due buttafuori, afferrano Yngwie per il bavero e lo sbattono fuori nella polvere, mentre l'irato Malmsteen bestemmia e ricorda a tutti che lui è "un grande uomo di potere e che gliela farà pagare!" "Non è possibile andare avanti così" - sento dire ad uno dei due energumeni - "E' già la terza volta in questo mese, bisognerà impedirgli di entrare la prossima volta". Capitolo chiuso, con sbigottimento da parte del sottoscritto e anche un imbarazzante senso di disagio e di incredulità.

Ma il tempo passa ed arriviamo a pochi giorni or sono, un anno dopo quell'increscioso incidente; durante le festività natalizie mi vengo a trovare nell'ufficio newyorkese dell'Elektra, si parla di Metallica, White Trash, Motley Crue e Scatterbrain. Improvvisamente, Steve, uno dei responsabili della promozione internazionale, mi fa: "Hai ascoltato il nuovo Malmsteen?" "Che? Chi? Come? Quando?" gli faccio io e, come d'incanto, salta fuori l'advance tape di "Fire And Ice", il nuovo lavoro del chitarrista svedese, insieme ad una disponibiltà ufficiosa dell'artista a comunicazioni con la stampa. Stabilito che mi verrò a trovare comunque dalle parti di Miami di lì a poco per altri motivi, chiedo di fissare un appuntamento per un incontro. Yngwie ha pescato un ottimo contratto con l'Elektra quando tutti lo davano per spacciato ed è già una grande sorpresa. Secondo punto d'interesse: non esiste ancora una nuova biografia della band, così mi faccio telefonare qualche giorno dopo per sapere almeno i nomi dei musicisti che hanno affiancato Yngwie, a parte il singer Goran Edman che ho riconosciuto sin dal primo brano in scaletta. Svante Henryson al basso, Mats Olausson alle tastiere e Bo Werner alla batteria: per quattro quinti, dunque, la lineup è rimasta quella di "Eclipse" e l'unico elemento cambiato è proprio il drummer, visto che Michael Von Knorring non ha saputo rifiutare l'allettante offerta di John Sykes, entrando a far parte dei Blue Murder al posto di Carmine Appice. Non solo, dunque, Yngwie è riuscito nel giro di un anno a trovare un'altra etichetta disposta a credere in lui, ma ha saputo mantenere la band legata, nonostante che non si fosse mai distinto per grande considerazione nei confronti dei suoi colleghi. Così, walkman alla mano (e alle orecchie!) consumo il nastro nella speranza di potermi incontrare con il protagonista di questa nostra storia che, certamente, non può essere identificato nell'eroe di turno ma, casomai, nella vittima di un mondo ancora più crudele di quanto si voglia far credere. Quando mi dicono che Yngwie è disposto a fare una chiacchierata stasera al Roxy, mi viene da pensare che a volte la vita gioca proprio brutti scherzi... In un anno è cambiato tutto! E come se il tempo si fosse fermato, Yngwie è ancora seduto lì sullo sgabello, io faccio il passo necessario, mi presento e lui accetta di chiacchierare del più e del meno. L'Yngwie di un anno fa, magari, mi avrebbe preso a pugni. Mi siedo con lui cercando di mascherare il mio imbarazzo... "No, non mi ricordo di essere mai venuto in questo posto!" dico, guardandomi intorno, le cameriere sono diverse, lo stesso barman è cambiato, i miei amici si sono trasferiti a New York, il passato non ci appartiene. Yngwie sembra tornato in forma, almeno spiritualmente, visto che le sue frasi sono piene di proclami, buoni propositi, sogni da realizzare; nessun dubbio, Yngwie è il solito vecchio sbruffone e diamine se questo non è un buon segno!!!!


"Ho passato un periodo profondamente triste dopo il crack di "Eclipse". Credo che il collasso sia dovuto però più ai miei errori precedenti che non allo spessore compositivo del disco in questione. Ho sempre creduto nei musicisti che avevo scelto allora e non a caso sono rimasti tutti con me, anche Michael Von Knorring avrei gradito che restasse e la decisione di lasciare è stata completamente sua. Se mi avessi incontrato qualche tempo fa (mi guardo attorno con fare vago, nda) avresti visto l'ombra di me stesso. Ero ridotto davvero male, ma il principale pregio, ed al tempo stesso difetto, del mio carattere è quello di non mollare mai. Lentamente ho cercato motivazioni tali da permettermi di costruirmi un futuro e alla fine ci sono riuscito!"

- COS'E' CHE VERAMENTE TI RATTRISTAVA, AL DI LA' DELL'INSUCCESSO DELL'ALBUM?

L'atteggiamento della gente! Sembrava come se molti stessero aspettando il mio tracollo con trepidazione. Capisco di non essere simpatico a molti, ma addirittura arrivare ad odiarmi! Mi ha deluso il comportamento dei responsabili della Polydor perché, al di là delle decisioni di carattere commerciale che non sto qui a commentare, potevano comportarsi nei miei confronti con più tatto ed educazione. Ho fatto molti errori nella mia vita... sono un uomo che sinora ha vissuto una vita coraggiosa, trasferendomi negli States dalla Svezia ed affrontando una società che aveva ben poco da insegnarmi e che, comunque, mi trattava come un individuo di secondo piano... Non dirmi che non è successo anche a te! Sei europeo? Allora sei emarginato!

- NON MI RISULTA, YNGWIE. SENZA PARLARE DI MANIE DI PERSECUZIONE, L'ACCUSA MI SA TANTO DI QUALUNQUISMO...

Ma si tratta di esperienza personale; vivendo negli Stati Uniti ho imparato velocemente a non fidarmi di nessuno. Se ancora sono qui a parlarne, lo devo a questa filosofia di vita che, magari, mi ha reso antipatico agli occhi dell'opinione pubblica. Ti sto antipatico?

- CERTO E' UNA DOMANDA DIFFICILE, COMUNQUE IL TUO ATTEGGIAMENTO, SPECIE NEI CONFRONTI DELLA STAMPA, E' SEMPRE STATO DI DIFFIDENZA...

Forse perché avete sempre scritto così tante ca****e sul sottoscritto che non c'era neanche bisogno che mi venivate a rompere il c***o, potevate decidere di farmi dire quello che volevate!

- SEI STATO FORTUNATO ANCHE NEL TROVARE UN'ETICHETTA, E PER GIUNTA DEL LIVELLO DELL'ELEKTRA, DISPOSTA A CREDERE IN TE...

Sì, un misto di fortuna e merito perché in tanti anni e albums qualcosa di buono devo averlo fatto anch'io... Importante è stato il fatto che il gap di tempo tra la fine del tour di "Eclipse" e la firma del nuovo deal non fosse stato lungo al punto da creare uno stato di frustrazione irrisolvibile.

- QUALCUNO HA ANCHE DETTO CHE ERI D'ACCORDO CON LA NUOVA CASA DISCOGRAFICA GIA' DA MOLTO TEMPO...

Ca****e!! Magari fosse stato così, non avrei avuto problemi, visto che il nuovo materiale era praticamente già tutto pronto. Comunque sia, alla fine siamo riusciti a tornare e "Fire And Ice" farà rimpiangere molte cose a molte persone...

- QUALCHE TEMPO FA SI PARLAVA DI UNA TUA POSSIBILE PARTECIPAZIONE AD UN PROGETTO CHE INCLUDEVA ANCHE DAVID COVERDALE DEI WHITESNAKE E CARMINE APPICE, POI NON SE NE FECE PIU' NULLA; FORSE LA POCO FELICE ESPERIENZA CON JOE LYNN TURNER TI HA SCORAGGIATO IN QUESTO SENSO?

Sicuramente sì. Dopo il primo approccio con gli Steeler avevo sempre evitato di dover lavorare con altri caratteri che si sarebbero inevitabilmente scontrati col mio. C'è chi nasce con una predisposizione ad eseguire determinate mansioni, chi invece riesce meglio degli altri a stabilire i compiti per tutti. Io credo di appartenere alla seconda categoria, ma non ho mai imposto niente a nessuno. I musicisti che hanno suonato con me sapevano le regole del gioco e li ho sempre considerati persone adulte. Anche Joe Lynn Turner sapeva come stavano le cose, ma in studio cercò di mettermi sotto con la sua presunta forte personalità e con l'esperienza di anni e anni di lavoro... Ho cercato di ignorarlo e già mi stavo pentendo della mia scelta, poi durante il tour i nostri rapporti sono sensibilmente peggiorati e lui pretendeva di essere il frontman solo perché era il vocalist. La mia musica volge intorno alla mia chitarra e su questo non credo ci siano dubbi, ma ciò che veramente mi sconvolgeva erano le sue motivazioni che culminavano nell'inesauribile bisogno di attenzioni, di affetto da parte delle fans, di sentirsi dire quanto era bravo...

- MI STAI DICENDO CHE TURNER ERA MALATO DI PROTAGONISMO, UNA DELLE ACCUSE SOLITAMENTE RIVOLTE A TE?

Il mio eventuale protagonismo deriva da esigenze strettamente musicali, non ho bisogno di sentirmi amato o intervistato di continuo... Se non voglio che gli altri musicisti del mio gruppo facciano interviste, non è per egoismo o gelosia, quanto piuttosto perché questo è il mio gruppo e sono l'unico che può parlarne nella maniera più completa e soddisfacente; gli altri hanno per forza di cose una conoscenza limitata e possono limitarsi alla loro fetta di torta, se capisci cosa voglio dire...

- SI', CERTO, MA E' ANCHE VERO CHE, COME DICEVI TU STESSO PRIMA, NON E' CHE IL PERSONAGGIO MALMSTEEN ABBIA UN RAPPORTO IDILLIACO CON LA STAMPA...

No, l'abbiamo già detto, la stampa mi annoia e, specie in America, ci sono troppi magazines, troppi programmi radiofonici e televisivi...

- E TE NE LAMENTI? E' STATO PROPRIO TUTTO QUESTO A SCATENARE L'INTERESSE DELLA GENTE E L'ESPLOSIONE DEL GENERE CHE OGGI GIGANTEGGIA NELLE CHARTS...

Forse sì, forse hai ragione tu, ma questa interpretazione mi sembra riduttiva nei confronti dei meriti delle bands, non ti pare? (Sì, sono d'accordo, diciamo allora che è stato un concorso di meriti... nda)

- YNGWIE, IL TUO ULTIMO ALBUM CONTIENE BEN QUATTRO BRANI STRUMENTALI SU UN TOTALE DI QUATTORDICI... A DISTANZA DI QUASI DIECI ANNI DALL' ESPLOSIONE DI MALMSTEEN COME MAGO DELLA CHITARRA ED IL CONGUENTE AVVICENDARSI DI EREDI (MACALPINE, VINNIE MOORE, SATRIANI, RITCHIE KOTZEN, CACOPHONY, ECC...) NON CREDI SIA UN TANTINO ANACRONISTICO RIVENDICARE UN APPROCCIO COSI' LEGATO ALLA CHITARRA SOLISTICA?

Tutto ciò che è accaduto non deve interessarmi minimamente, io sono sempre rimasto fedele a me stesso e credo che con un vocalist si possano ottenere determinati risultati, rinunciando necessariamente ad altri punti tipici del discorso strumentale. "Fire And Ice" porta la mia evoluzione ad uno stadio successivo a quello di "Eclipse" ed era l'obiettivo minimo che mi ero prefissato. Chiaro che per via delle esperienze affrontate non ritengo possibile, almeno nel medio raggio, l'ipotesi di suonare con musicisti di un certo nome, anche perché non mi interessa affatto legare il mio nome ad operazioni puramente commerciali.


Giusto il tempo di salutare Yngwie e per analizzare, come spesso mi capita, un personaggio subito dopo averlo incontrato. Non c'è alcun dubbio che la natura di Malmsteen è chiaramente dominata dall'egocentrismo, ma c'è qualcosa di ammirevole nella sua netta determinazione, nel suo volersi imporre a uomini e leggi di mercato. Rispetto ad un anno fa, Yngwie è uscito camminando dal Roxy, salutato con affetto dai presenti. Un nuovo tour lo aspetta con ansia e sarebbe veramente sprecato affogare questa rinnovata linfa vitale nell'alcool o nella droga. Per ora Yngwie è tornato, viva Yngwie!!

Trascrizione di Valeria Guarnieri.


domenica 26 febbraio 2012

Intervista sull'album "Eclipse" del 1990

Intervista di Paolo Maiorino


Ancora una volta Yngwie è cambiato e lo ha fatto rispettando in pieno il suo stile, in modo radicale ed inequivocabile. E' senz'ombra di dubbio un personaggio molto scomodo, se volete antipatico, al quale sono sovente affibbiate svariate etichette, come quella di virtuoso arrogante oppure di uomo molto presuntuoso. La verità è che Yngwie è perfettamente conscio delle proprie possibilità ed è ben deciso a farle valere, rifiutando qualsiasi compromesso. Non a caso ha rifiutato per ben sette anni di fila la cattedra del G.I.T., il più importante centro accademico chitarristico, senza contare i suoi dinieghi a gente del calibro di Ozzy Osbourne e David Lee Roth, fra gli altri, che avevano tentato di assoldarlo nei loro rispettivi gruppi.

L'estroso svedese, ormai naturalizzato americano, ha imparato molto dal 1983, anno in cui sbarcò alla corte di Mike Varney nel progetto Steeler, ma sarebbe errato pensare che Yngwie fosse più vulnerabile in quel periodo. Tutt'altro, visto che dopo la fugace esperienza con Ron Keel decise di muovere un passo fondamentale entrando a far parte degli Alcatrazz di Graham Bonnet al posto di Steve Vai. La sua carriera si è così snodata lentamente in tutte le fasi necessarie al raggiungimento di uno status tale da consentire al chitarrista scandinavo di poter operare in proprio, sotto l'appoggio della potente Polygram e con un'audience di fans fedelissimi e sempre più numerosi.

Lo avevo conosciuto qualche anno fa, ed in quella occasione mi era sembrato particolarmente polemico ed arrogante, devo ammettere che il tempo lo ha cambiato in meglio, perché se è vero che Yngwie stenta a perdere quell'aria snobistica e provocatoria, è anche vero che ora si è autoimposto uno stile molto originale che ne contraddistingue le risposte. Il terribile incidente di qualche tempo fa, che rischiò di troncarne la carriera, sembra ormai un lontano ricordo, anche se Malmsteen è sembrato piuttosto rilassato a livello fisico. Ciò non gli impedisce, ovviamente, di continuare a lanciare le sue saette, e se i suoi obiettivi preferiti erano prima Eddie Van Halen e Mike Varney, ora il tiro si è ulteriormente allargato coinvolgendo altri nomi, colpevoli a detta di Yngwie di interferire o semplicemente di non adattarsi alla realtà personale del suo microcosmo. "Odyssey" era un grande disco, ma "Eclipse" è anche migliore e, considerando che la line up è stata totalmente modificata, non è poco. La cosa sicura è la consapevolezza che Malmsteen ha ancora molto da offrire e che i suoi improvvisi cambi di direzione vadano analizzati come episodi con continuità storica. In poche parole, Yngwie va preso per quello che è, ossia un grandissimo chitarrista, un ottimo compositore ed un buon performer. La parola, dunque, a "sua Maestà"...

- YNGWIE, PERCHE' NON HAI CONTINUATO A COLLABORARE CON JOE LYNN TURNER?

Beh, per almeno due motivi fondamentali. Il primo riguarda la sua voce... per carità, è un ottimo cantante ma il suo stile non rientrava nel mio concetto, nella mia interpretazione musicale; a me piace molto l'heavy metal e necessito di un singer con stile aggressivo, mentre lui è più adatto a cose più leggere come l'hard rock melodico. Non è che ci fossero problemi personali tra di noi. Quando decisi di includerlo nella mia band era un tentativo, poi non sono rimasto molto soddisfatto del suo contributo su "Odyssey" e non ho di conseguenza ritenuto che fosse il caso di continuare questa collaborazione. Sono molto felice ora con questo nuovo gruppo.

- COME PENSI CHE IL TUO SOUND SI SIA EVOLUTO IN "ECLIPSE", SOPRATTUTTO RISPETTO ALLE PRECEDENTI REALIZZAZIONI E IN PARTICOLARE A "ODYSSEY"?

Credo che "Eclipse" sia l'LP che meglio possa rappresentare il mio stile; mai prima d'ora ero riuscito ad esprimermi così limpidamente. L'album è molto assortito anche se mantiene quello status musicale che tende a privilegiare la chitarra; è un sonud molto americaneggiante. "Eclipse" è il disco che fa finalmente apprezzare il mio lavoro come compositore e penso che i brani contenuti sul vinile possano essere accettati anche da chi non ama necessariamente il suono della chitarra. Come puoi ben vedere sono molto orgoglioso di "Eclipse", anche perché l'ho composto interamente da solo, musica e testi.

- LA LINE UP E' COMPLETAMENTE CAMBIATA, NON E' COSI'?

Sì, il punto è che i ragazzi della vecchia band stavano perdendo in entusiasmo, stavano invecchiando musicalmente. Mano a mano che componevo nuovi brani, mi lasciavo trascinare dall'impeto e mi caricavo molto, ma quando poi andavo in studio a provarli con gli altri, mi accorgevo che la mia carica cozzava contro un muro. Era diventata una routine e a me queste cose non sono mai piaciute. Dagli elementi del mio gruppo pretendo una partecipazione maggiore, loro devono essere il primo riflesso delle mie composizioni. Al contrario, i nuovi elementi sono fantastici, mi hanno ispirato molto nel mio lavoro... E' come cambiare ragazza o lavoro, ad un certo punto ti accorgi che è giunto il momento di smettere, è inevitabile.

- NEL TUO ALBUM LIVE TI SEI LIMITATO QUASI ESCLUSIVAMENTE AL MATERIALE PIU' RECENTE; COME MAI QUESTO BREAK COL PASSATO?

Ci sono diversi punti da analizzare nei confronti di quel disco. Avrei potuto anche realizzare un doppio live, ma la compagnia si è opposta; ci sono stati poi dei rallentamenti sulla data prevista di pubblicazione per il fottuto motivo che si trattava di shows registrati in Unione Sovietica e alla Polygram volevano riservarsi questa carta per Bon Jovi. Insomma, doveva essere lui, la sua band, a realizzare per primo qualcosa laggiù. Così, dopo il Music Peace Festival, ho avuto via libera. Comunque, non ho voluto includere brani del passato per il semplice motivo che la voce di Turner mal si adattava alle tonalità originali di Jeff Scott Soto ed ho preferito perciò evitare un pastrocchio.

- QUINDI, LA TUA IDEA DI REGISTRARE L'LP IN RUSSIA NON AVEVA PRECEDENTI?

No; infatti, avevo effettuato un tour da quelle parti con risultati estremamente soddisfacenti, mi ero esibito in un teatro da diciottomila posti per venti sere ed avevo fatto registrare il tutto esaurito per venti sere di fila!!! A quel tempo nessuno ci aveva suonato, perlomeno a quei livelli, così pensai di incominciare l'esperienza con un live. Poi è venuta fuori questa stronzata di aspettare i Bon Jovi che mi ha veramente rovinato tutto. Non che ci tenessi particolarmente ad essere il primo, solo che mi hanno fatto perdere del tempo prezioso.

- YNGWIE, IN QUEST' ULTIMO PERIODO HAI CERCATO D'IMPORTI COME COMPOSITORE E PRODUTTORE E NON SOLO COME CHITARRISTA?

Perché ero e sono stanco di essere identificato come guitar hero. Il mio è un lavoro assai più completo che parte dalla composizione della musica, alla scrittura dei testi, per finire con la produzione di tutto il progetto. Non ho un metodo particolare, dipende molto dall'ispirazione.

- QUANDO ARRIVASTI NEGLI STATI UNITI FOSTI UNO DEI PRIMISSIMI ALLIEVI DI MIKE VARNEY. DOPO DI TE, UNA SERIE INCREDIBILE DI CHITARRISTI E' SPUNTATA OVUNQUE; COSA PENSI DI QUEST'EVOLUZIONE?

E' proprio questo il punto, amico... non mi interessa essere riconosciuto come guitar hero, ci sono cose più importanti nella musica come le parti cantate o la capacità di sedersi e comporre una canzone. In questo momento non inciderei un altro album strumentale, ma con questo non sto affatto affermando che non lo farò in futuro... mi piacerebbe piuttosto incidere qualcosa con l'ausilio di un'orchestra.

- SEI DUNQUE ANCORA MOLTO CRITICO NEI CONFRONTI DI GUITAR HEROES COME MACALPINE, MARTY FRIEDMAN O JASON BECKER?

Non ho niente di personale contro di loro, è solo che molti non hanno molta 'sostanza' da offrire. Non basta saper suonare velocemente la chitarra, bisogna essere in grado di andare sul palco e regalare alla gente uno spettacolo. E' necessario salire sul palco ed aggredire: io lo faccio da sempre, loro no, tutto qui. Possono pure essere dei mostri in fatto di tecnica, ma non hanno cuore, feeling...

- TI PIACEREBBE COMUNQUE SPERIMENTARE NUOVE COSE?

E perché dovrei cambiare? Non vedo affatto il motivo per cambiare, sono molto soddisfatto della situazione, penso che quando si trova un proprio marchio di fabbrica può essere contro producente cambiarlo.

- TORNANDO AL RADICALE CAMBIAMENTO DELLA LINE UP, HAI PER CASO SEGUITO UN METODO PARTICOLARE NEL SELEZIONARE I NUOVI ELEMENTI?

Ovviamente cercavo gente molto preparata dal punto di vista tecnico e li ho cercati dappertutto, New York, Londra, Miami e Stoccolma. Ed è stato proprio in Svezia che ho trovato gli elementi migliori. Dal punto di vista musicale gli diedi dei brani traccia da imparare per poi vedere come se la cavavano; ovvio che dal punto di vista umano cercavo degli individui con una spiccata personalità. Il loro carattere era fondamentale, soprattutto perché devi passarci un anno intero 'on the road' ed è fondamentale rimanere molto uniti.

- PERCHE' SEI COSI' AUTOCRITICO CON "ODYSSEY"?

Non mi ha soddisfatto. Non ti sto dicendo che sia un cattivo album, dico solo che non è niente di speciale. Non possiede quel tocco magico, quel qualcosa che lo faccia emergere.

- PERCIO' HAI CAMBIATO TUTTO.

Sono molto soddisfatto, ora. L'affiatamento è arrivato spontaneamente e le cose vanno a gonfie vele. Non posso giurarti che la collaborazione con l'attuale line up durerà per lungo tempo, mi limito a dire che ci sono tutte le premesse per un felice proseguimento di collaborazione. Ma spesso non dipende solo da questo, le cose cambiano...

- IN PASSATO HAI FATTO PARTE DEGLI STEELER CON RON KEEL E DEGLI ALCATRAZZ CON GRAHAM BONNET. SUCCESSIVAMENTE, NEL CORSO DELLA TUA CARRIERA SOLISTICA SEI STATO NEL MIRINO DI DAVE LEE ROTH E OZZY OSBOURNE, PERCHE' NON HAI ACCETTATO?

Beh, con Lee Roth non ho ritenuto opportuno iniziare una collaborazione perché il suo stile è drasticamente differente dal mio, così come i suoi interessi... (risolino malizioso ed ironico, nda). Comunque, fa piacere essere richiesti in giro; ho rifiutato Ozzy per lo stesso motivo. Sono lusingato di tanto interesse, ma preferisco continuare per la mia strada.

- IN PASSATO NON HAI AVUTO PAROLE MOLTO CONCILIANTI NEI CONFRONTI DI MIKE VARNEY...

Fu una terribile esperienza incidere l'LP degli Steeler nel 1983, Varney fu un vero aguzzino. Pensa che incidemmo il tutto in appena due giorni. No, MIke è un pessimo produttore e non gliene frega niente dei suoi chitarristi dal punto di vista umano.

- E DI GRAHAM BONNET CHE MI RACCONTI?

Non andavamo molto d'accordo, se è questo che vuoi sapere. Certo, era già un notevole passo avanti rispetto agli Steeler perché almeno negli Alcatrazz mi lasciavano comporre. Considero quell'esperienza molto positivamente, se non altro perché ho avuto la possibilità di girare il mondo suonanado in Giappone, Stati Uniti ed Europa; è stato un passo molto importante nella mia carriera, ma non ho un grande ricordo dei miei rapporti con gli altri elementi del gruppo.



LIVE SHOCK! - YNGWIE MALMSTEEN / CHINA
, Roma, Teatro Tendastrisce, sabato 19 maggio 1990

C'è la folla delle grandi occasioni per questo appuntamento lungamente atteso dai kids romani. Il grande Yngwie Malmsteen sbarca nella capitale alla guida del suo manipolo di guerrieri vichinghi e viene portato in trionfo! Ad aprire le ostilità ci pensano gli elvetici China, che propongono un hard rock melodico di buon impatto; ricordano alla lontana i primi Dokken e sembrano fatti apposta per scaldare l'atmosfera col loro heavy ritmato e trascinante. Il set dura 40 minuti e fila via che è un piacere, "Animal Victim" e "Take Your Time" gli episodi migliori con Patrick Mason in buona evidenza. Quando scocca l'ora X, il tendone sembra saturo all'inverosimile e difatti si respira a malapena, confermando che la città di Roma meriterebbe uno spazio ben più decente ed adatto alle esigenze musicali. Yngwie entra subito nell'atmosfera, 'pedalando' all'impazzata sulle note di "Liar" che esplode scatenando la folla paurosamente ondeggiante. "Making Love" si presenta in una versione decisamente più rock, mentre "I'll See The Light Tonight" esalta i vecchi fans di Malmsteen che prendono ad incitarlo mentre lui, beh, sembra davvero a suo agio con la chitarra in mano, tra svisate, scale velocissime ed accenni di tapping da capogiro. L'energia di "You Don't Remember, I'll Never Forget" assale il Tendastrisce convincendo i più restii ad unirsi alla festa ed il popolo metallico intona il coro con un vigore che sorprende lo stesso svedese. Le perle del repertorio di Malmsteen vengono tirate su una ad una, da "Far Beyond The Sun" a "Trilogy", da "Judas" alla dolcissima "Dreaming" dove l'assolo merita la palma del migliore. "Heaven Tonight" è l'inno di battaglia che somiglia però ad un invito alla festa, e la risposta non manca, creando qualche problema al solerte servizio d'ordine. La prima parte si chiude con "Demon Driver" ed un duetto col pubblico. Yngwie dà l'impressione di conoscere ed interpretare alla perfezione il suo ruolo ed ecco che nel bis si parte con con "Black Star" per passare repentinamente a "Spanish Castle Magic" dove Yngwie ricorda a tutti che lui, con la chitarra, ci parla proprio ed è uno spettacolo osservare tutte quelle teste ammirare in adorazione le piroette dell'astro scandinavo. L'ultimo numero è "See You In Hell" e stavolta è proprio finita, con una lunga ovazione. La nuova band asseconda Malmsteen alla perfezione e lo show risulta scorrevole e delizioso, anche se per chi non fosse patito del settore, potrebbe risultare noioso. Yngwie non è soltanto un buon chitarrista, ma è anche un ottimo performer e stasera Roma ne ha avuto la prova più lampante.
(Paolo Maiorino)

Trascrizione di Valeria Guarnieri.