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domenica 7 ottobre 2012

What do you want?

What Do You Want? Cosa Vuoi?
I was carried to you
By the hands of my fate
Thought it was too late
Fui portato a te
Dalle mani del mio destino
Pensavo fosse troppo tardi
I wasn’t the type that believed in true love
At first sight
you changed it to the right
Non ero il tipo che credeva nel vero amore
A prima vista
Tu lo cambiasti in bene
I know what I feel
This is real
I give you my body and soul
Let your resistance drop
Don’t have to stop
Don’t have to stop
By the siren’s call
So cosa provo
Questo è vero
Ti do il mio corpo e la mia anima
Lascia che la tua resistenza cessi
Non devi fermarti
Non devi fermarti
Al richiamo della sirena
I cry I try tell me what do you want
I cry I try tell me what do you want
Piango ci provo dimmi cosa vuoi
Piango ci provo dimmi cosa vuoi
I’m not the type to believe
in a second chance
Or in sweet romance
Non sono il tipo che crede
In una seconda chance
O in dolci storie d’amore
I’m no beginner been
fooling around before
Still coming back for more
Today is different
It was meant
I’ve found a reason
I know what I feel
This is real
There’s more than one season
Non sono un principiante
che si è fatto un giro un po’ prima
E torna ancora per aver di più
Oggi è diverso
Ciò significava
Ho trovato una ragione
So cosa sento
Questo è vero
C’è più di una stagione
I cry I try tell me what do you want
I cry I try tell me what do you want
Piango ci provo dimmi cosa vuoi
Piango ci provo dimmi cosa vuoi
Time to think it over È ora di pensare che sia finita

Save Our Love

Save Our Love Conserva il nostro amore
Once we were one
Now we’re worlds apart
Deep inside you know you are my other heart
Una volta eravamo un tutt’uno
Ora siamo mondi distanti
Dentro nel profondo sai che sei il mio altro cuore
My memories seem like yesterday
Can’t believe it’s all so far away
I miei ricordi sembrano come fosse ieri
Non posso credere che sia tutto così lontano
All these years
All our tears
Still we sing the same old song
Let’s make right all
that went wrong
Tutti questi anni
Tutte le nostre lacrime
Ancora cantiamo la stessa vecchia canzone
Rendiamo giusto tutto
quello che finì nel modo sbagliato
There’s no beginning there’s no end
There is no reason to pretend
Crying from help from above
We’ve got to save our love
Se non c’è inizio non v’è fine
Non c’è ragione di pretendere
Piangendo per un aiuto dall’alto
Dobbiamo conservare il nostro amore
You said to me
That we hold the key
Eternal love we give and take
It was meant to be
Mi dissi
Che possedevamo la chiave
Eterno amore noi diamo e prendiamo
E ciò che significava
My love for you
Was always true
Still we sing the same old song
Let’s make right all that went wrong
Il mio amore per te
Fu sempre sincero
Ancora cantiamo la stessa vecchia canzone
Rendiamo corretto ciò che finì nel modo sbagliato
There’s no beginning there’s no end
There is no reason to pretend
Crying from help from above
We’ve got to save our love
Se non c’è inizio non v’è fine
Non c’è ragione di pretendere
Piangendo per un aiuto dall’alto
Dobbiamo salvare il nostro amore
All these years
All our tears
Still we sing the same old song
Let’s make right all
that went wrong
Tutti questi anni
Tutte le nostre lacrime
Ancora cantiamo la stessa vecchia canzone
Rendiamo giusto tutto
quello che finì nel modo sbagliato
There’s no beginning there’s no end
There is no reason to pretend
Crying from help from above
We’ve got to save our love
Se non c’è inizio non v’è fine
Non c’è ragione di pretendere
Piangendo per un aiuto dall’alto
Dobbiamo conservare il nostro amore

Bedroom Eyes

Bedroom Eyes Gli occhi della camera da letto
Come on baby, what’s on your mind
You’re stumbling in the darkness
Like you’re running blind
Hey can’t you see we’ve been fooling around
This same old graveyard
on the same playground
Be my late night movie star
By my nature I can tell who you are
Through all lies
it’s in your bedroom eyes
Avanti baby, che c’è nella tua testa?
Stai inciampando nel buio
Come se corressi cieca
Hey non vedi che stiamo vagando?
Questo stesso vecchio cimitero
Sullo stesso campo di ricreazione
Sii la mia star dei film di tarda notte
Dalla mia natura io posso dire chi sei
attraverso tutte le menzogne, è negli occhi della tua camera da letto
There’s no innocence
In your bedroom eyes
Baby Baby
Got no self-defense
For your bedroom eyes
Non c’è innocenza
Nella tua camera da letto
Baby baby
Non c’era autodifesa
Per gli occhi della tua camera da letto
Over and over then we do it again
Haven’t seen a stop sign since I don’t know when
Up and down this lonely street guess
I’ll see you around
Is there any way to stop this merry go round
Be my late night movie star
By my nature I can tell who you are
Through all lies
it’s in your bedroom eyes
Ancora ed ancora poi lo facciamo di nuovo
Non si è visto un segnale di stop da non so quando
Su e giù per questa strada solitaria
credo che ti vedrò in giro
C’è un qualche modo di fermare questo carosello
Sii la mia star dei film di tarda notte
Dalla mia natura io posso dire chi sei
attraverso tutte le menzogne,
è negli occhi della tua camera da letto
There’s no innocence
In your bedroom eyes
Baby Baby
Got no self-defense
For your bedroom eyes
Non c’è innocenza
Nella tua camera da letto
Baby baby
Non c’era autodifesa
Per gli occhi della tua camera da letto
Over and over then we do it again
Haven’t seen a stop sign since I don’t know when
Up and down this lonely street guess
I’ll see you around
Is there any way to stop this merry go round
Ancora ed ancora poi lo facciamo di nuovo
Non si è visto un segnale di stop da non so quando
Su e giù per questa strada solitaria
credo che ti vedrò in giro
C’è un qualche modo di fermare questo carosello?

Making Love

Making Love Facendo l’amore
To be lonely is my only trust
In my silent movies
I can expose my lust
Taking snapshots in the light
That I do recall when I retire
Playing with my fantasies
I let the curtain fall
In my desire
Still I need that touch for real
To discover and to feel
You’re the one that breaks my heart
And it’s tearing me apart
Essere solo è la mia unica fiducia
Nei miei silenziosi filmati
Posso esporre il mio desiderio
Facendo istantanee nella luce
Che rendo ricordo quando mi ritiro
Giocando con le mie fantasie
lascio cadere il sipario
Nel mio desiderio
Ho davvero ancora bisogno di quel tocco
Per scoprire e per sentire
Tu sei l’unica che mi spezza il cuore
E mi sta facendo a pezzi
Making love to you baby
Making love it’s all I want
Making love to you baby
Making love
Fare l’amore con te baby
Fare l’amore è tutto ciò che voglio
Fare l’amore con te baby
Fare l’amore
Every subway-every crowded street
Feeding my emotions
We pass but never meet
My touch is two dimensional
I slowly close my eyes and think of you
More or less invisible
Still you’re my point of view
I can’t get to you
Still I need that touch for real
To discover and to feel
You’re the one that breaks my heart
And it’s tearing me apart
Ogni sottopassaggio – ogni strada trafficata
Nutrendo le mie emozioni
Noi passiamo ma mai ci incontriamo
Il mio tocco è bidimensionale
Lentamente chiudo i miei occhi e penso a te
Più o meno invisibile
Tu sei ancora il mio punto di vista
Non posso raggiungerti
Ancora davvero necessito di quel tocco
Per scoprire e sentire
Sei l’unica che mi spezza il cuore
E mi sta facendo a pezzi
Making love to you baby
Making love it’s all I want
Making love to you baby
Making love
You’re the one that breaks my heart
And it’s tearing me apart
Fare l’amore con te baby
Fare l’amore è tutto ciò che voglio
Fare l’amore con te baby
Fare l’amore
Sei l’unica che mi spezza il cuore
E mi sta ancora facendo a pezzi

lunedì 27 febbraio 2012

Intervista pst Eclipse tour 1992


Intervista di Paolo Maiorino


Non avrei mai pensato di poter tornare a parlare di Yngwie Malmsteen tanto presto o perlomeno nutrivo qualche dubbio sulle reali possibilità del musicista svedese di riprendersi dalla grave crisi che lo aveva colpito, crisi di carattere personale e musicale al tempo stesso. D'altro canto non avrei mai neanche immaginato di trovarmelo di fronte in uno strip joint (un club di spogliarello) completamente ubriaco, solo come un cane, ingrassato come mai, rissoso ed irascibile. E' successo circa un anno fa, a marzo del 1991. Alcuni amici di Miami mi avevano portato in un club situato nella lussuosa zona residenziale della città delle Florida, il Roxy. E' proprio lì che ogni sera Yngwie si recava quando non era impegnato in tour o altre attività di carattere professionale. Yngwie si era definitivamente trasferito in Florida dalla California dove era stato trascinato in una serie di episodi certamente non dignitosissimi e dove l'abuso di alcool e droga erano gli ingredienti insostituibili di un'esistenza perennemente noiosa. "Eclipse" uscì nel '90 e segnò il definitivo collasso di Malmsteen: l'album fu praticamente ignorato dalla stampa, più che altro per via dell'atteggiamento provocatorio e sbruffone di Yngwie che può veramente contare su pochissimi amici in un ambiente che solitamente non perdona la mancanza di educazione. Così, dopo un tour altrettanto insoddisfacente, Yngwie è rientrato alla base scomparendo dalla circolazione, proprio mentre la Polygram decideva di disfarsi di lui, del suo virtuosismo chitarristico e di tante speranze e promesse disattese.

Ma ritorniamo al nostro tragico incontro. Eccolo guadagnare uno degli sgabelli del Roxy, lo sguardo duro ma perso nel vuoto, i pochi conoscenti che lo salutano con irriverenza quasi a sbeffeggiarlo... Yngwie siede da solo, gli occhi puntati sul Bloody Mary che il barman gli ha appena servito, le spalle al palco che stasera ospita l'ennesima band di belle speranze che, come la maggior parte di esse, difficilmente varcherà i confini dello stato meridionale. Yngwie è già decisamente alticcio, non è di buon umore e rifiuta la compagnia di un paio di groupies a caccia di una notte da poter ricordare e raccontare, con un musicista, una rockstar, anzi, una ex rockstar. Me lo ricordo ancora Yngwie, quando nella prima metà degli anni '80, esplose al fianco di Ron Keel negli Steeler; un Yngwie diverso, anche ingenuo se vogliamo, ma quello del Roxy è la peggiore deformazione che gli si potesse augurare. Insomma, me ne sto lì, seduto con i miei amici dal lato opposto del bancone e le chiacchiere della gente sono del tipo "Ah, non vorrei proprio finire come lui!" oppure "Se solo avesse saputo amministrarsi meglio..." Lo guardo insistentemente e mi chiedo se ci possa essere qualche speranza che lui possa riconoscermi, visto che l'ho incontrato 'ufficialmente' due volte per altrettante interviste, ma, riflettendoci un momento, forse non è il caso. Il tipo che se ne sta accasciato lì di fronte non è l'arrogante funambolico guitar hero che una volta si permise di insultare sua maestà Ritchie Blackmore per il solo fatto che non lo aveva riconosciuto durante un ricevimento ufficiale. "Ciao, Yngwie, sono Paolo Maiorino di Metal Shock, ti ricordi di me ?"... No... Per attirare la sua attenzione mi viene voglia di dire "Ciao, Yngwie, sai che ti considero tra i più grandi chitarristi di tutti i tempi ?"... Nemmeno, no... magari se è ancora mezzo sveglio si incazza perché non dico 'il più grande di tutti i tempi'. No, decisamente non è il caso e poi che ci sarebbe da dire? Che "Eclipse" è andato male e la sua casa discografica gli ha stracciato il contratto? Se per caso ha finito di pagare quella fiammante Ferrari nera che si trova qui fuori nel parcheggio o se, magari, è affogato nelle cambiali? Così decido di lasciar perdere mentre mi rivelano che negli ultimi tempi è peggiorato a vista d'occhio e praticamente non suona nemmeno più. Improvvisamente, il tono della voce di Yngwie si alza a sproposito, il barman non vuole dargli un altro drink e lui protesta vivacemente. Dalle parole ai fatti in men che non si dica, un paio di clienti cercano di ricondurre il chitarrista alla ragione, ma dei colpi alla rinfusa accendono gli animi, arrivano i due buttafuori, afferrano Yngwie per il bavero e lo sbattono fuori nella polvere, mentre l'irato Malmsteen bestemmia e ricorda a tutti che lui è "un grande uomo di potere e che gliela farà pagare!" "Non è possibile andare avanti così" - sento dire ad uno dei due energumeni - "E' già la terza volta in questo mese, bisognerà impedirgli di entrare la prossima volta". Capitolo chiuso, con sbigottimento da parte del sottoscritto e anche un imbarazzante senso di disagio e di incredulità.

Ma il tempo passa ed arriviamo a pochi giorni or sono, un anno dopo quell'increscioso incidente; durante le festività natalizie mi vengo a trovare nell'ufficio newyorkese dell'Elektra, si parla di Metallica, White Trash, Motley Crue e Scatterbrain. Improvvisamente, Steve, uno dei responsabili della promozione internazionale, mi fa: "Hai ascoltato il nuovo Malmsteen?" "Che? Chi? Come? Quando?" gli faccio io e, come d'incanto, salta fuori l'advance tape di "Fire And Ice", il nuovo lavoro del chitarrista svedese, insieme ad una disponibiltà ufficiosa dell'artista a comunicazioni con la stampa. Stabilito che mi verrò a trovare comunque dalle parti di Miami di lì a poco per altri motivi, chiedo di fissare un appuntamento per un incontro. Yngwie ha pescato un ottimo contratto con l'Elektra quando tutti lo davano per spacciato ed è già una grande sorpresa. Secondo punto d'interesse: non esiste ancora una nuova biografia della band, così mi faccio telefonare qualche giorno dopo per sapere almeno i nomi dei musicisti che hanno affiancato Yngwie, a parte il singer Goran Edman che ho riconosciuto sin dal primo brano in scaletta. Svante Henryson al basso, Mats Olausson alle tastiere e Bo Werner alla batteria: per quattro quinti, dunque, la lineup è rimasta quella di "Eclipse" e l'unico elemento cambiato è proprio il drummer, visto che Michael Von Knorring non ha saputo rifiutare l'allettante offerta di John Sykes, entrando a far parte dei Blue Murder al posto di Carmine Appice. Non solo, dunque, Yngwie è riuscito nel giro di un anno a trovare un'altra etichetta disposta a credere in lui, ma ha saputo mantenere la band legata, nonostante che non si fosse mai distinto per grande considerazione nei confronti dei suoi colleghi. Così, walkman alla mano (e alle orecchie!) consumo il nastro nella speranza di potermi incontrare con il protagonista di questa nostra storia che, certamente, non può essere identificato nell'eroe di turno ma, casomai, nella vittima di un mondo ancora più crudele di quanto si voglia far credere. Quando mi dicono che Yngwie è disposto a fare una chiacchierata stasera al Roxy, mi viene da pensare che a volte la vita gioca proprio brutti scherzi... In un anno è cambiato tutto! E come se il tempo si fosse fermato, Yngwie è ancora seduto lì sullo sgabello, io faccio il passo necessario, mi presento e lui accetta di chiacchierare del più e del meno. L'Yngwie di un anno fa, magari, mi avrebbe preso a pugni. Mi siedo con lui cercando di mascherare il mio imbarazzo... "No, non mi ricordo di essere mai venuto in questo posto!" dico, guardandomi intorno, le cameriere sono diverse, lo stesso barman è cambiato, i miei amici si sono trasferiti a New York, il passato non ci appartiene. Yngwie sembra tornato in forma, almeno spiritualmente, visto che le sue frasi sono piene di proclami, buoni propositi, sogni da realizzare; nessun dubbio, Yngwie è il solito vecchio sbruffone e diamine se questo non è un buon segno!!!!


"Ho passato un periodo profondamente triste dopo il crack di "Eclipse". Credo che il collasso sia dovuto però più ai miei errori precedenti che non allo spessore compositivo del disco in questione. Ho sempre creduto nei musicisti che avevo scelto allora e non a caso sono rimasti tutti con me, anche Michael Von Knorring avrei gradito che restasse e la decisione di lasciare è stata completamente sua. Se mi avessi incontrato qualche tempo fa (mi guardo attorno con fare vago, nda) avresti visto l'ombra di me stesso. Ero ridotto davvero male, ma il principale pregio, ed al tempo stesso difetto, del mio carattere è quello di non mollare mai. Lentamente ho cercato motivazioni tali da permettermi di costruirmi un futuro e alla fine ci sono riuscito!"

- COS'E' CHE VERAMENTE TI RATTRISTAVA, AL DI LA' DELL'INSUCCESSO DELL'ALBUM?

L'atteggiamento della gente! Sembrava come se molti stessero aspettando il mio tracollo con trepidazione. Capisco di non essere simpatico a molti, ma addirittura arrivare ad odiarmi! Mi ha deluso il comportamento dei responsabili della Polydor perché, al di là delle decisioni di carattere commerciale che non sto qui a commentare, potevano comportarsi nei miei confronti con più tatto ed educazione. Ho fatto molti errori nella mia vita... sono un uomo che sinora ha vissuto una vita coraggiosa, trasferendomi negli States dalla Svezia ed affrontando una società che aveva ben poco da insegnarmi e che, comunque, mi trattava come un individuo di secondo piano... Non dirmi che non è successo anche a te! Sei europeo? Allora sei emarginato!

- NON MI RISULTA, YNGWIE. SENZA PARLARE DI MANIE DI PERSECUZIONE, L'ACCUSA MI SA TANTO DI QUALUNQUISMO...

Ma si tratta di esperienza personale; vivendo negli Stati Uniti ho imparato velocemente a non fidarmi di nessuno. Se ancora sono qui a parlarne, lo devo a questa filosofia di vita che, magari, mi ha reso antipatico agli occhi dell'opinione pubblica. Ti sto antipatico?

- CERTO E' UNA DOMANDA DIFFICILE, COMUNQUE IL TUO ATTEGGIAMENTO, SPECIE NEI CONFRONTI DELLA STAMPA, E' SEMPRE STATO DI DIFFIDENZA...

Forse perché avete sempre scritto così tante ca****e sul sottoscritto che non c'era neanche bisogno che mi venivate a rompere il c***o, potevate decidere di farmi dire quello che volevate!

- SEI STATO FORTUNATO ANCHE NEL TROVARE UN'ETICHETTA, E PER GIUNTA DEL LIVELLO DELL'ELEKTRA, DISPOSTA A CREDERE IN TE...

Sì, un misto di fortuna e merito perché in tanti anni e albums qualcosa di buono devo averlo fatto anch'io... Importante è stato il fatto che il gap di tempo tra la fine del tour di "Eclipse" e la firma del nuovo deal non fosse stato lungo al punto da creare uno stato di frustrazione irrisolvibile.

- QUALCUNO HA ANCHE DETTO CHE ERI D'ACCORDO CON LA NUOVA CASA DISCOGRAFICA GIA' DA MOLTO TEMPO...

Ca****e!! Magari fosse stato così, non avrei avuto problemi, visto che il nuovo materiale era praticamente già tutto pronto. Comunque sia, alla fine siamo riusciti a tornare e "Fire And Ice" farà rimpiangere molte cose a molte persone...

- QUALCHE TEMPO FA SI PARLAVA DI UNA TUA POSSIBILE PARTECIPAZIONE AD UN PROGETTO CHE INCLUDEVA ANCHE DAVID COVERDALE DEI WHITESNAKE E CARMINE APPICE, POI NON SE NE FECE PIU' NULLA; FORSE LA POCO FELICE ESPERIENZA CON JOE LYNN TURNER TI HA SCORAGGIATO IN QUESTO SENSO?

Sicuramente sì. Dopo il primo approccio con gli Steeler avevo sempre evitato di dover lavorare con altri caratteri che si sarebbero inevitabilmente scontrati col mio. C'è chi nasce con una predisposizione ad eseguire determinate mansioni, chi invece riesce meglio degli altri a stabilire i compiti per tutti. Io credo di appartenere alla seconda categoria, ma non ho mai imposto niente a nessuno. I musicisti che hanno suonato con me sapevano le regole del gioco e li ho sempre considerati persone adulte. Anche Joe Lynn Turner sapeva come stavano le cose, ma in studio cercò di mettermi sotto con la sua presunta forte personalità e con l'esperienza di anni e anni di lavoro... Ho cercato di ignorarlo e già mi stavo pentendo della mia scelta, poi durante il tour i nostri rapporti sono sensibilmente peggiorati e lui pretendeva di essere il frontman solo perché era il vocalist. La mia musica volge intorno alla mia chitarra e su questo non credo ci siano dubbi, ma ciò che veramente mi sconvolgeva erano le sue motivazioni che culminavano nell'inesauribile bisogno di attenzioni, di affetto da parte delle fans, di sentirsi dire quanto era bravo...

- MI STAI DICENDO CHE TURNER ERA MALATO DI PROTAGONISMO, UNA DELLE ACCUSE SOLITAMENTE RIVOLTE A TE?

Il mio eventuale protagonismo deriva da esigenze strettamente musicali, non ho bisogno di sentirmi amato o intervistato di continuo... Se non voglio che gli altri musicisti del mio gruppo facciano interviste, non è per egoismo o gelosia, quanto piuttosto perché questo è il mio gruppo e sono l'unico che può parlarne nella maniera più completa e soddisfacente; gli altri hanno per forza di cose una conoscenza limitata e possono limitarsi alla loro fetta di torta, se capisci cosa voglio dire...

- SI', CERTO, MA E' ANCHE VERO CHE, COME DICEVI TU STESSO PRIMA, NON E' CHE IL PERSONAGGIO MALMSTEEN ABBIA UN RAPPORTO IDILLIACO CON LA STAMPA...

No, l'abbiamo già detto, la stampa mi annoia e, specie in America, ci sono troppi magazines, troppi programmi radiofonici e televisivi...

- E TE NE LAMENTI? E' STATO PROPRIO TUTTO QUESTO A SCATENARE L'INTERESSE DELLA GENTE E L'ESPLOSIONE DEL GENERE CHE OGGI GIGANTEGGIA NELLE CHARTS...

Forse sì, forse hai ragione tu, ma questa interpretazione mi sembra riduttiva nei confronti dei meriti delle bands, non ti pare? (Sì, sono d'accordo, diciamo allora che è stato un concorso di meriti... nda)

- YNGWIE, IL TUO ULTIMO ALBUM CONTIENE BEN QUATTRO BRANI STRUMENTALI SU UN TOTALE DI QUATTORDICI... A DISTANZA DI QUASI DIECI ANNI DALL' ESPLOSIONE DI MALMSTEEN COME MAGO DELLA CHITARRA ED IL CONGUENTE AVVICENDARSI DI EREDI (MACALPINE, VINNIE MOORE, SATRIANI, RITCHIE KOTZEN, CACOPHONY, ECC...) NON CREDI SIA UN TANTINO ANACRONISTICO RIVENDICARE UN APPROCCIO COSI' LEGATO ALLA CHITARRA SOLISTICA?

Tutto ciò che è accaduto non deve interessarmi minimamente, io sono sempre rimasto fedele a me stesso e credo che con un vocalist si possano ottenere determinati risultati, rinunciando necessariamente ad altri punti tipici del discorso strumentale. "Fire And Ice" porta la mia evoluzione ad uno stadio successivo a quello di "Eclipse" ed era l'obiettivo minimo che mi ero prefissato. Chiaro che per via delle esperienze affrontate non ritengo possibile, almeno nel medio raggio, l'ipotesi di suonare con musicisti di un certo nome, anche perché non mi interessa affatto legare il mio nome ad operazioni puramente commerciali.


Giusto il tempo di salutare Yngwie e per analizzare, come spesso mi capita, un personaggio subito dopo averlo incontrato. Non c'è alcun dubbio che la natura di Malmsteen è chiaramente dominata dall'egocentrismo, ma c'è qualcosa di ammirevole nella sua netta determinazione, nel suo volersi imporre a uomini e leggi di mercato. Rispetto ad un anno fa, Yngwie è uscito camminando dal Roxy, salutato con affetto dai presenti. Un nuovo tour lo aspetta con ansia e sarebbe veramente sprecato affogare questa rinnovata linfa vitale nell'alcool o nella droga. Per ora Yngwie è tornato, viva Yngwie!!

Trascrizione di Valeria Guarnieri.


domenica 26 febbraio 2012

Intervista sull'album "Eclipse" del 1990

Intervista di Paolo Maiorino


Ancora una volta Yngwie è cambiato e lo ha fatto rispettando in pieno il suo stile, in modo radicale ed inequivocabile. E' senz'ombra di dubbio un personaggio molto scomodo, se volete antipatico, al quale sono sovente affibbiate svariate etichette, come quella di virtuoso arrogante oppure di uomo molto presuntuoso. La verità è che Yngwie è perfettamente conscio delle proprie possibilità ed è ben deciso a farle valere, rifiutando qualsiasi compromesso. Non a caso ha rifiutato per ben sette anni di fila la cattedra del G.I.T., il più importante centro accademico chitarristico, senza contare i suoi dinieghi a gente del calibro di Ozzy Osbourne e David Lee Roth, fra gli altri, che avevano tentato di assoldarlo nei loro rispettivi gruppi.

L'estroso svedese, ormai naturalizzato americano, ha imparato molto dal 1983, anno in cui sbarcò alla corte di Mike Varney nel progetto Steeler, ma sarebbe errato pensare che Yngwie fosse più vulnerabile in quel periodo. Tutt'altro, visto che dopo la fugace esperienza con Ron Keel decise di muovere un passo fondamentale entrando a far parte degli Alcatrazz di Graham Bonnet al posto di Steve Vai. La sua carriera si è così snodata lentamente in tutte le fasi necessarie al raggiungimento di uno status tale da consentire al chitarrista scandinavo di poter operare in proprio, sotto l'appoggio della potente Polygram e con un'audience di fans fedelissimi e sempre più numerosi.

Lo avevo conosciuto qualche anno fa, ed in quella occasione mi era sembrato particolarmente polemico ed arrogante, devo ammettere che il tempo lo ha cambiato in meglio, perché se è vero che Yngwie stenta a perdere quell'aria snobistica e provocatoria, è anche vero che ora si è autoimposto uno stile molto originale che ne contraddistingue le risposte. Il terribile incidente di qualche tempo fa, che rischiò di troncarne la carriera, sembra ormai un lontano ricordo, anche se Malmsteen è sembrato piuttosto rilassato a livello fisico. Ciò non gli impedisce, ovviamente, di continuare a lanciare le sue saette, e se i suoi obiettivi preferiti erano prima Eddie Van Halen e Mike Varney, ora il tiro si è ulteriormente allargato coinvolgendo altri nomi, colpevoli a detta di Yngwie di interferire o semplicemente di non adattarsi alla realtà personale del suo microcosmo. "Odyssey" era un grande disco, ma "Eclipse" è anche migliore e, considerando che la line up è stata totalmente modificata, non è poco. La cosa sicura è la consapevolezza che Malmsteen ha ancora molto da offrire e che i suoi improvvisi cambi di direzione vadano analizzati come episodi con continuità storica. In poche parole, Yngwie va preso per quello che è, ossia un grandissimo chitarrista, un ottimo compositore ed un buon performer. La parola, dunque, a "sua Maestà"...

- YNGWIE, PERCHE' NON HAI CONTINUATO A COLLABORARE CON JOE LYNN TURNER?

Beh, per almeno due motivi fondamentali. Il primo riguarda la sua voce... per carità, è un ottimo cantante ma il suo stile non rientrava nel mio concetto, nella mia interpretazione musicale; a me piace molto l'heavy metal e necessito di un singer con stile aggressivo, mentre lui è più adatto a cose più leggere come l'hard rock melodico. Non è che ci fossero problemi personali tra di noi. Quando decisi di includerlo nella mia band era un tentativo, poi non sono rimasto molto soddisfatto del suo contributo su "Odyssey" e non ho di conseguenza ritenuto che fosse il caso di continuare questa collaborazione. Sono molto felice ora con questo nuovo gruppo.

- COME PENSI CHE IL TUO SOUND SI SIA EVOLUTO IN "ECLIPSE", SOPRATTUTTO RISPETTO ALLE PRECEDENTI REALIZZAZIONI E IN PARTICOLARE A "ODYSSEY"?

Credo che "Eclipse" sia l'LP che meglio possa rappresentare il mio stile; mai prima d'ora ero riuscito ad esprimermi così limpidamente. L'album è molto assortito anche se mantiene quello status musicale che tende a privilegiare la chitarra; è un sonud molto americaneggiante. "Eclipse" è il disco che fa finalmente apprezzare il mio lavoro come compositore e penso che i brani contenuti sul vinile possano essere accettati anche da chi non ama necessariamente il suono della chitarra. Come puoi ben vedere sono molto orgoglioso di "Eclipse", anche perché l'ho composto interamente da solo, musica e testi.

- LA LINE UP E' COMPLETAMENTE CAMBIATA, NON E' COSI'?

Sì, il punto è che i ragazzi della vecchia band stavano perdendo in entusiasmo, stavano invecchiando musicalmente. Mano a mano che componevo nuovi brani, mi lasciavo trascinare dall'impeto e mi caricavo molto, ma quando poi andavo in studio a provarli con gli altri, mi accorgevo che la mia carica cozzava contro un muro. Era diventata una routine e a me queste cose non sono mai piaciute. Dagli elementi del mio gruppo pretendo una partecipazione maggiore, loro devono essere il primo riflesso delle mie composizioni. Al contrario, i nuovi elementi sono fantastici, mi hanno ispirato molto nel mio lavoro... E' come cambiare ragazza o lavoro, ad un certo punto ti accorgi che è giunto il momento di smettere, è inevitabile.

- NEL TUO ALBUM LIVE TI SEI LIMITATO QUASI ESCLUSIVAMENTE AL MATERIALE PIU' RECENTE; COME MAI QUESTO BREAK COL PASSATO?

Ci sono diversi punti da analizzare nei confronti di quel disco. Avrei potuto anche realizzare un doppio live, ma la compagnia si è opposta; ci sono stati poi dei rallentamenti sulla data prevista di pubblicazione per il fottuto motivo che si trattava di shows registrati in Unione Sovietica e alla Polygram volevano riservarsi questa carta per Bon Jovi. Insomma, doveva essere lui, la sua band, a realizzare per primo qualcosa laggiù. Così, dopo il Music Peace Festival, ho avuto via libera. Comunque, non ho voluto includere brani del passato per il semplice motivo che la voce di Turner mal si adattava alle tonalità originali di Jeff Scott Soto ed ho preferito perciò evitare un pastrocchio.

- QUINDI, LA TUA IDEA DI REGISTRARE L'LP IN RUSSIA NON AVEVA PRECEDENTI?

No; infatti, avevo effettuato un tour da quelle parti con risultati estremamente soddisfacenti, mi ero esibito in un teatro da diciottomila posti per venti sere ed avevo fatto registrare il tutto esaurito per venti sere di fila!!! A quel tempo nessuno ci aveva suonato, perlomeno a quei livelli, così pensai di incominciare l'esperienza con un live. Poi è venuta fuori questa stronzata di aspettare i Bon Jovi che mi ha veramente rovinato tutto. Non che ci tenessi particolarmente ad essere il primo, solo che mi hanno fatto perdere del tempo prezioso.

- YNGWIE, IN QUEST' ULTIMO PERIODO HAI CERCATO D'IMPORTI COME COMPOSITORE E PRODUTTORE E NON SOLO COME CHITARRISTA?

Perché ero e sono stanco di essere identificato come guitar hero. Il mio è un lavoro assai più completo che parte dalla composizione della musica, alla scrittura dei testi, per finire con la produzione di tutto il progetto. Non ho un metodo particolare, dipende molto dall'ispirazione.

- QUANDO ARRIVASTI NEGLI STATI UNITI FOSTI UNO DEI PRIMISSIMI ALLIEVI DI MIKE VARNEY. DOPO DI TE, UNA SERIE INCREDIBILE DI CHITARRISTI E' SPUNTATA OVUNQUE; COSA PENSI DI QUEST'EVOLUZIONE?

E' proprio questo il punto, amico... non mi interessa essere riconosciuto come guitar hero, ci sono cose più importanti nella musica come le parti cantate o la capacità di sedersi e comporre una canzone. In questo momento non inciderei un altro album strumentale, ma con questo non sto affatto affermando che non lo farò in futuro... mi piacerebbe piuttosto incidere qualcosa con l'ausilio di un'orchestra.

- SEI DUNQUE ANCORA MOLTO CRITICO NEI CONFRONTI DI GUITAR HEROES COME MACALPINE, MARTY FRIEDMAN O JASON BECKER?

Non ho niente di personale contro di loro, è solo che molti non hanno molta 'sostanza' da offrire. Non basta saper suonare velocemente la chitarra, bisogna essere in grado di andare sul palco e regalare alla gente uno spettacolo. E' necessario salire sul palco ed aggredire: io lo faccio da sempre, loro no, tutto qui. Possono pure essere dei mostri in fatto di tecnica, ma non hanno cuore, feeling...

- TI PIACEREBBE COMUNQUE SPERIMENTARE NUOVE COSE?

E perché dovrei cambiare? Non vedo affatto il motivo per cambiare, sono molto soddisfatto della situazione, penso che quando si trova un proprio marchio di fabbrica può essere contro producente cambiarlo.

- TORNANDO AL RADICALE CAMBIAMENTO DELLA LINE UP, HAI PER CASO SEGUITO UN METODO PARTICOLARE NEL SELEZIONARE I NUOVI ELEMENTI?

Ovviamente cercavo gente molto preparata dal punto di vista tecnico e li ho cercati dappertutto, New York, Londra, Miami e Stoccolma. Ed è stato proprio in Svezia che ho trovato gli elementi migliori. Dal punto di vista musicale gli diedi dei brani traccia da imparare per poi vedere come se la cavavano; ovvio che dal punto di vista umano cercavo degli individui con una spiccata personalità. Il loro carattere era fondamentale, soprattutto perché devi passarci un anno intero 'on the road' ed è fondamentale rimanere molto uniti.

- PERCHE' SEI COSI' AUTOCRITICO CON "ODYSSEY"?

Non mi ha soddisfatto. Non ti sto dicendo che sia un cattivo album, dico solo che non è niente di speciale. Non possiede quel tocco magico, quel qualcosa che lo faccia emergere.

- PERCIO' HAI CAMBIATO TUTTO.

Sono molto soddisfatto, ora. L'affiatamento è arrivato spontaneamente e le cose vanno a gonfie vele. Non posso giurarti che la collaborazione con l'attuale line up durerà per lungo tempo, mi limito a dire che ci sono tutte le premesse per un felice proseguimento di collaborazione. Ma spesso non dipende solo da questo, le cose cambiano...

- IN PASSATO HAI FATTO PARTE DEGLI STEELER CON RON KEEL E DEGLI ALCATRAZZ CON GRAHAM BONNET. SUCCESSIVAMENTE, NEL CORSO DELLA TUA CARRIERA SOLISTICA SEI STATO NEL MIRINO DI DAVE LEE ROTH E OZZY OSBOURNE, PERCHE' NON HAI ACCETTATO?

Beh, con Lee Roth non ho ritenuto opportuno iniziare una collaborazione perché il suo stile è drasticamente differente dal mio, così come i suoi interessi... (risolino malizioso ed ironico, nda). Comunque, fa piacere essere richiesti in giro; ho rifiutato Ozzy per lo stesso motivo. Sono lusingato di tanto interesse, ma preferisco continuare per la mia strada.

- IN PASSATO NON HAI AVUTO PAROLE MOLTO CONCILIANTI NEI CONFRONTI DI MIKE VARNEY...

Fu una terribile esperienza incidere l'LP degli Steeler nel 1983, Varney fu un vero aguzzino. Pensa che incidemmo il tutto in appena due giorni. No, MIke è un pessimo produttore e non gliene frega niente dei suoi chitarristi dal punto di vista umano.

- E DI GRAHAM BONNET CHE MI RACCONTI?

Non andavamo molto d'accordo, se è questo che vuoi sapere. Certo, era già un notevole passo avanti rispetto agli Steeler perché almeno negli Alcatrazz mi lasciavano comporre. Considero quell'esperienza molto positivamente, se non altro perché ho avuto la possibilità di girare il mondo suonanado in Giappone, Stati Uniti ed Europa; è stato un passo molto importante nella mia carriera, ma non ho un grande ricordo dei miei rapporti con gli altri elementi del gruppo.



LIVE SHOCK! - YNGWIE MALMSTEEN / CHINA
, Roma, Teatro Tendastrisce, sabato 19 maggio 1990

C'è la folla delle grandi occasioni per questo appuntamento lungamente atteso dai kids romani. Il grande Yngwie Malmsteen sbarca nella capitale alla guida del suo manipolo di guerrieri vichinghi e viene portato in trionfo! Ad aprire le ostilità ci pensano gli elvetici China, che propongono un hard rock melodico di buon impatto; ricordano alla lontana i primi Dokken e sembrano fatti apposta per scaldare l'atmosfera col loro heavy ritmato e trascinante. Il set dura 40 minuti e fila via che è un piacere, "Animal Victim" e "Take Your Time" gli episodi migliori con Patrick Mason in buona evidenza. Quando scocca l'ora X, il tendone sembra saturo all'inverosimile e difatti si respira a malapena, confermando che la città di Roma meriterebbe uno spazio ben più decente ed adatto alle esigenze musicali. Yngwie entra subito nell'atmosfera, 'pedalando' all'impazzata sulle note di "Liar" che esplode scatenando la folla paurosamente ondeggiante. "Making Love" si presenta in una versione decisamente più rock, mentre "I'll See The Light Tonight" esalta i vecchi fans di Malmsteen che prendono ad incitarlo mentre lui, beh, sembra davvero a suo agio con la chitarra in mano, tra svisate, scale velocissime ed accenni di tapping da capogiro. L'energia di "You Don't Remember, I'll Never Forget" assale il Tendastrisce convincendo i più restii ad unirsi alla festa ed il popolo metallico intona il coro con un vigore che sorprende lo stesso svedese. Le perle del repertorio di Malmsteen vengono tirate su una ad una, da "Far Beyond The Sun" a "Trilogy", da "Judas" alla dolcissima "Dreaming" dove l'assolo merita la palma del migliore. "Heaven Tonight" è l'inno di battaglia che somiglia però ad un invito alla festa, e la risposta non manca, creando qualche problema al solerte servizio d'ordine. La prima parte si chiude con "Demon Driver" ed un duetto col pubblico. Yngwie dà l'impressione di conoscere ed interpretare alla perfezione il suo ruolo ed ecco che nel bis si parte con con "Black Star" per passare repentinamente a "Spanish Castle Magic" dove Yngwie ricorda a tutti che lui, con la chitarra, ci parla proprio ed è uno spettacolo osservare tutte quelle teste ammirare in adorazione le piroette dell'astro scandinavo. L'ultimo numero è "See You In Hell" e stavolta è proprio finita, con una lunga ovazione. La nuova band asseconda Malmsteen alla perfezione e lo show risulta scorrevole e delizioso, anche se per chi non fosse patito del settore, potrebbe risultare noioso. Yngwie non è soltanto un buon chitarrista, ma è anche un ottimo performer e stasera Roma ne ha avuto la prova più lampante.
(Paolo Maiorino)

Trascrizione di Valeria Guarnieri.